Share

Informazione

L’Ucsi: a rischio libertà e credibilità dei media

Dichiarazione del presidente Melodia sul ddl sulle intercettazioni

21 Maggio 2010

«Se dovesse essere approvato, il Ddl sulle intercettazioni avrebbe ripercussioni negative sia sulla libertà di informazione sia sulla vita pubblica in generale»: l’ha detto Andrea Melodia, presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi) che associa oltre 3000 giornalisti in tutta Italia.
«Non solo per la maggiore difficoltà oggettiva a dare notizie sugli scandali e le malversazioni, o per l’ulteriore calo di autonomia dei direttori dagli editori – ha sottolineato Melodia -, ma anche perché si sprofonderebbe in un’altra stagione di confusione normativa, a seguito di ricorsi, controricorsi, richieste e pronunciamenti di illegittimità. Si aprirebbe un periodo di incertezze, incomprensibile per l’opinione pubblica, certo necessario, ma comunque dannoso per la già compromessa credibilità del nostro universo mediale. Universo che, in ogni caso, vedrebbe l’Italia fare ulteriori passi indietro nella già precaria graduatoria tra i paesi capaci di gestire correttamente il proprio sistema informativo». «Se dovesse essere approvato, il Ddl sulle intercettazioni avrebbe ripercussioni negative sia sulla libertà di informazione sia sulla vita pubblica in generale»: l’ha detto Andrea Melodia, presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi) che associa oltre 3000 giornalisti in tutta Italia.«Non solo per la maggiore difficoltà oggettiva a dare notizie sugli scandali e le malversazioni, o per l’ulteriore calo di autonomia dei direttori dagli editori – ha sottolineato Melodia -, ma anche perché si sprofonderebbe in un’altra stagione di confusione normativa, a seguito di ricorsi, controricorsi, richieste e pronunciamenti di illegittimità. Si aprirebbe un periodo di incertezze, incomprensibile per l’opinione pubblica, certo necessario, ma comunque dannoso per la già compromessa credibilità del nostro universo mediale. Universo che, in ogni caso, vedrebbe l’Italia fare ulteriori passi indietro nella già precaria graduatoria tra i paesi capaci di gestire correttamente il proprio sistema informativo».