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Dentro la Tv

Il viaggio di “Ulisse” al sabato sera

Funziona il programma di “Rai3” condotto da Alberto Angela, figlio d’arte
di Piero, principe della divulgazione scientifica

di Marco DERIU

22 Aprile 2013

Nel palinsesto tradizionale del piccolo schermo di Stato, la prima serata del sabato televisivo era dedicata inizialmente al varietà e poi a tutto ciò che si può genericamente ascrivere al genere nazionalpopolare: gare canore, canti, balli ed esibizioni di vario genere, possibilmente con personaggi famosi ma – eventualmente – anche con la partecipazione sempre meno straordinaria degli immancabili dilettanti allo sbaraglio.

Le stagioni televisive più recenti hanno visto lo scontro diretto fra le signore del video Maria De Filippi (“C’è posta per te”, Canale 5) e Milly Carlucci (“Ballando con le stelle” e ora “Altrimenti ci arrabbiamo”, Rai1), capaci di contendersi il primato di ascolti fino a qualche tempo fa. Oggi la maggiore attenzione del pubblico sembra attratta da proposte più impegnative e meno leggere. Lo conferma il buon successo ottenuto da “Ulisse. Il piacere della scoperta” (Rai3, sabato alle ore 21.30), il programma di Alberto Angela, figlio d’arte di quel Piero che si può considerare il principe della divulgazione scientifica formato tv.

La trasmissione di Angela jr è in onda dal 2000 e non soltanto non conosce crisi, ma anzi fa registrare un apprezzamento crescente. Il formato si avvicina a quello degli “Speciali di Superquark” condotti da Piero Angela e comprende proposte monotematiche di vari argomenti, dalla storia all’antropologia, dalla geologia alla fisica, dall’arte all’astronomia, illustrati dal giornalista-conduttore con interventi sui luoghi o commenti di filmati e documentari.

Se il viaggio è il filo rosso che guida a scoprire le molte facce del mondo, lo studio televisivo ispirato a un foro romano connota l’impianto formale del programma, metaforicamente ambientato in un luogo che nell’antichità era il punto d’incontro di persone, storie e informazioni da far conoscere al popolo. L’abilità di Alberto Angela sta nel costruire la narrazione sotto forma di racconto, con uno stile asciutto e diretto che riesce però a coinvolgere lo spettatore quasi che si trovasse anch’egli sul luogo in cui sono avvenuti fatti ed eventi proposti.

In questo modo, il giovane Angela prolunga e rinnova la tradizione di famiglia inaugurata dal padre Piero, antesignano e fondatore di un genere nato ormai più di trent’anni fa: era il 1981 quando il giornalista lanciò “Quark”, la rubrica di approfondimento destinata a diventare il programma di divulgazione scientifica per antonomasia, il più longevo del suo genere nella storia della televisione italiana. Originariamente basata sulla riproposizione dei noti documentari della Bbc adeguatamente tradotti in italiano, nel corso degli anni la trasmissione ha modificato la sua struttura proponendo molteplici “viaggi nella scienza” confezionati in casa e facendo ampio ricorso a sopralluoghi sul campo, interviste a esperti e animazioni.

Molte altre trasmissioni, nei tempi più recenti, hanno provato a imitare “Quark” o a trarne spunto per proporre variazioni sul tema, ma nessuna ha avuto la fortuna dell’originale. Nemmeno “Ulisse. Il piacere della scoperta”, che però – anche in virtù dell’impronta di famiglia – è per molti aspetti la più simile all’originale.

Fra la scienza dei testi ufficiali e quella declinata in Angela-style c’è un fossato, ma l’idea di tradurre fenomeni e situazioni in un linguaggio comprensibile a fasce di pubblico più larghe è buona. L’importante è non cedere alla tentazione della spettacolarizzazione e del sensazionalismo pur di racimolare qualche spettatore in più, tradendo così non soltanto il rigore scientifico ma anche la credulità del pubblico.