La XIII sessione del Consiglio presbiterale, svoltasi al Centro pastorale di Seveso l’1 e 2 dicembre, è iniziata con la relazione quinquennale del Presidente e del Direttore dell’Istituto diocesano sostentamento del clero in vista del rinnovo del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori, per i quali martedì 2 si è tenuta la votazione dove sono risultati eletti don Roberto Davanzo, don Natale Castelli, don Riccardo Pontani.
Sotto la guida del moderatore don Luca Ciotti e del nuovo segretario don Claudio Carbone è stata presentata la sintesi dei lavori delle Fraternità del clero sul tema della sessione: «La proposta vocazionale come dimensione essenziale di ogni proposta pastorale». Chi scrive ha organizzato le risposte pervenute da 17 Fraternità (fra quelle che hanno lavorato) in quattro titoli, poi diventati i gruppi di lavoro:
- La ricaduta che l’accompagnamento spirituale ha nella vita, nel ministero e nella fede del prete.
- L’accompagnamento delle vocazioni al ministero ordinato da parte dei presbiteri, e in particolare le attenzioni e le sfumature da curare meglio oggi.
- Le iniziative e le proposte di pastorale vocazionale nella nostra diocesi: quale diffusione, quali carenze, quali osservazioni o correzioni.
- Temi di formazione dei presbiteri e dei laici per sostenere la pastorale vocazionale nella diocesi.
Il confronto nei gruppi è proseguito fino a dopo la cena per formulare le mozioni da mettere al voto.
La mattina del 2 dicembre si è proceduto alla presentazione e al commento delle mozioni da votare. È emersa a margine qualche osservazione sulla comunicazione (sapere quello che già c’è e già si fa; per esempio da parte del Centro diocesano vocazioni), sul coinvolgimento degli Uffici di curia nelle commissioni del Consiglio presbiterale che riguardano gli argomenti trattati, su un più attento raccordo tra Fraternità del clero e Giunta del Consiglio presbiterale.
Il Consiglio stesso rinnova il desiderio e l’impegno di una pastorale vocazionale sul territorio, con una regia forte del Cdv e con declinazioni decanali diffuse e praticabili: centri vocazionali, scuole di preghiera, vite comuni coinvolgendo le diverse vocazioni del territorio. Si è anche auspicata la diffusione nel territorio di forme di vita comune prolungata (Rosa dei venti, Fraternità giovanili della caritas, vita comune della Pg) così da offrire ai giovani contesti spirituali e di discernimento nella vita ordinaria.
Molto apprezzato l’intervento conclusivo dell’Arcivescovo, che ha sviluppato un tema poco affrontato nella sessione: la preghiera per le vocazioni. Pregare per la vocazione perché l’incontro personale con Cristo apra alla vita e alla gioia di ciascuna persona. Una gioia e una pienezza che si chiama “vita eterna”. Non è una preghiera delegabile o appaltabile ad alcuni, è la preghiera di ciascuno e della Chiesa: che ciascuno scopra e viva la propria vocazione.
Altri temi considerati dall’Arcivescovo sono stati il contesto comunitario-ecclesiale della proposta vocazionale e l’impegno dei presbiteri a salvaguardare e presentare tempi e occasioni di accompagnamento personale.
Certamente il tema “vocazione” non riscuote un grande successo nel pensiero e nella società contemporanei. Sarebbe interessante fare qualche tentativo di confronto e di dialogo con altri ambiti educativi (anche avvalendosi delle realtà accademiche e formative della diocesi).



