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Intervista

Violoni: «La perequazione aiuta le parrocchie a cambiare mentalità»

Il presidente della Commissione “L’interesse è la comunione” illustra filosofia e modalità di funzionamento del sistema: «Valutiamo la gravità dei casi, aiutando le comunità più responsabili nella gestione»

di Luisa BOVE

25 Ottobre 2020
Don Luca Violoni

Gravità e giustizia sono le due parole chiave che accompagnano il sistema di perequazione messo a punto dalla Diocesi di Milano, attivo dal 2017 attraverso la Commissione diocesana “L’interesse è la comunione”, presieduta da don Luca Violoni. Il territorio ambrosiano, che conta oggi 1107 parrocchie, dispone di moltissime chiese, rettorie e santuari che rappresentano un grande patrimonio artistico, oltre a case parrocchiali, oratori e locali per le varie attività pastorali. Non sempre però le comunità riescono, con le sole offerte e donazioni, a sostenere le spese per lavori urgenti, ristrutturazioni, riparazioni e altro ancora.

Don Violoni, come si interviene in questi casi?
La Commissione è nata con un duplice scopo. Anzitutto quello di favorire una mentalità perequativa, quindi fare in modo che la comunione vada a toccare anche i beni materiali: questa è la prova della sua autenticità. Poi per arrivare ad azioni idonee intervenendo nelle varie situazioni. Ogni parrocchia è titolare dei beni che ha in amministrazione, ne risponde il parroco o il legale rappresentante; ma questi beni non sono solo per la parrocchia o della parrocchia, rispondono sempre a un principio di comunione e di responsabilità.

Quali sono i criteri per scegliere le parrocchie da aiutare?
La gravità, quindi quando le comunità hanno debiti molto superiore alle entrate annuali, capacità di risparmio estremamente ridotta ed esborsi molto forti, raccolte molto basse. Insomma, quando hanno una situazione di effettiva gravità. Poi però applichiamo anche il criterio di giustizia.

E cioè?
Interveniamo nei casi in cui non c’è stata un’irresponsabilità globale nella gestione. Di fronte a situazioni gravi, aiutiamo parrocchie meritevoli, che non hanno sperperato soldi. L’intervento però deve essere efficace, per disincagliare la situazione. Poi occorre guardare sempre al futuro di quella parrocchia, in quel territorio, in quella Comunità pastorale. Se alla fine ci sono tutti i requisiti, esprimiamo il nostro parere al Vicario per gli affari generali, che è il Moderator curiae, e d’intesa con il Vicario di Zona si informa la parrocchia e si inizia a creare una rete di supporto.

È un sostegno economico a fondo perduto?
Le comunità devono cooperare, soprattutto le parrocchie del Decanato e della Zona, oppure attraverso un forte creditore che ha disponibilità economiche. Abbiamo avuto il caso di una parrocchia della periferia di Milano che ha detto: «Noi non possiamo dare un contributo, ma un prestito da recuperare in 5-6 anni a chi è in difficoltà». Ci è parso bello accoglierlo.

Finora quali sono state le comunità aiutate?
La prima è stata quella di Moncucco di Vernate nella Bassa milanese, una piccola comunità di 1500 abitanti. Poi Cusino in Val Cavarnia, nella Zona pastorale di Lecco, che conta 223 anime, dove occorreva intervenire sulla struttura del campanile. La parrocchia San Leonardo da Porto Maurizio al quartiere Gallaratese di Milano, che ha una capacità di risparmio pari allo zero, ma doveva installare le caldaie. Invece un’altra parrocchia, Santi Pietro e Paolo a Vighizzolo di Cantù, necessitava di lavori in oratorio e statici alla chiesa con la cripta che crollava. Infine Gesù, Maria e Giuseppe di Milano, vicino a Villapizzone.

La Diocesi di Milano ha ricevuto anche un lascito testamentario dal cardinale Tettamanzi…
Sì. E l’arcivescovo Mario Delpini ha deciso di destinarlo alla perequazione, sapendo che il cardinale Tettamanzi aveva già istituito un gruppo di lavoro su questo tema. Quindi per darvi seguito ha pensato di utilizzarlo a questo scopo, poi è nata la Commissione diocesana. Per noi è una decisione importante, perché indica una priorità. Oltre a risolvere le situazioni con efficienza è importante anche il cambio di mentalità: le parrocchie che sono state aiutate si sentano responsabili di quello che hanno ricevuto e se un domani fossero loro in condizione di aiutare qualcun altro, si impegnino a loro volta.

Info: perequazione@diocesi.milano.it.

 

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