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Percorsi ecclesiali

La Visita pastorale 2025-2026

Sirio 15 - 21 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Decanato

Vimodrone e Cologno Monzese, una Chiesa che tesse relazioni

Le parrocchie rileggono la visita pastorale di monsignor Delpini che si sta concludendo come un'occasione per rafforzare legami e affrontare le complessità sociali

di Claudio URBANO

17 Dicembre 2025
L'oratorio di San Marco a Cologno Monzese

L’arcivescovo passa, “corre”. «È vero, forse non può fermarsi due ore in un posto. Ma quando passa è attento, ascolta, guarda con attenzione». Prima di entrare nel racconto del proprio Decanato, dove monsignor Delpini sta completando proprio in questi giorni la visita pastorale, don Maurizio Pegoraro ci tiene a riportare alcune sue impressioni a caldo. Quasi delle istantanee degli incontri già vissuti fin qui con i giovani, con le famiglie o con l’Assemblea sinodale. Il decano ripensa a questi momenti accostandoli all’immagine evangelica di Gesù che passa per le strade, accorgendosi di molte cose. Anche quello dell’arcivescovo, dunque, è stato un «passare attento». Uno sguardo attento che è poi – ricorda il decano ai suoi fedeli – quello di Dio: introducendo la visita pastorale, don Maurizio ha infatti sottolineato che l’arcivescovo non sarebbe venuto «a controllare l’efficienza di un’azienda, ma a visitare una realtà che è amata, che è accolta».

Tanto don Maurizio, parroco a Vimodrone, quanto don Angelo Zorloni, che guida la comunità pastorale di Cologno Monzese, richiamano quindi a un percorso in cui la comunità cristiana sia capace certamente di mettersi a disposizione di tutti negli oratori, nell’assistenza o anche solo nell’accogliere nel modo migliore chi entra in parrocchia per celebrare un battesimo o un funerale; ma che sappia farlo nell’ottica «non di una Chiesa che eroga servizi, quanto, piuttosto, di una Chiesa che è capace di tessere relazioni evangeliche». Un passaggio necessario rispetto a una città che, soprattutto a Cologno, è frammentata: un’osservazione che, sottolineano i parroci, non vuole essere di per sé negativa, ma che risponde a una realtà sociale stratificata, con circa il 20% della popolazione di origine straniera. Una realtà a cui la Chiesa guarda con attenzione, con un sacerdote che segue la comunità sudamericana, proponendo anche un percorso di catechesi, e una formazione annuale per la Cresima degli adulti. Una città, dunque, verso cui la comunità cristiana è chiamata a sbilanciarsi, mettendo a disposizione le proprie risorse di bene.

Guardando all’interno della propria comunità, invece, don Maurizio esorta a proseguire nel cammino di una Chiesa sinodale. Significa, spiega, che «quando ci confrontiamo non siamo chiamati semplicemente a votare per alzata di mano, con l’obiettivo di raggiungere il 51%: meglio piuttosto aspettare un attimo, e magari decidere la volta successiva, in modo che possa maturare una convinzione più profonda». Tanto nella collaborazione tra le diverse parrocchie, quanto nella suddivisione dei ruoli tra laici e presbiteri, le comunità cercano di vivere in modo sempre più intenso un cammino comune, pur senza annullare le diversità.

A Cologno significa aver distribuito al meglio gli orari delle Messe festive tra tutte le chiese cittadine, in modo che le celebrazioni siano il più possibile fruibili da chiunque; ma anche, con un lavoro finalizzato proprio in queste settimane, aver rinnovato il sito internet della comunità, dove ogni parrocchia trova il suo spazio. A Vimodrone, invece, dove con una felice intuizione dei sacerdoti che hanno guidato la comunità, già da alcuni anni un gruppo di laici è protagonista di momenti liturgici, proponendo gli incontri di lectio divina in Avvento e Quaresima. Il parroco chiama ora a un passo ulteriore, invitando qualcuno dei suoi fedeli ad assumere una responsabilità costante nei diversi ministeri, secondo l’esperienza dei ministri istituiti, avviata in Diocesi proprio da quest’anno.

Una visita dell’arcivescovo che a Vimodrone, vicinissima all’ospedale San Raffaele, era attesa anche per portare conforto ai malati. Qui l’arcivescovo è già stato quasi un anno fa, inaugurando i sei minialloggi che la parrocchia ha messo a disposizione dell’Ail per i pazienti e i loro familiari che affrontano le cure contro la leucemia. Dai malati e dalla gente comune, riporta il decano, è arrivata al vescovo la richiesta più diretta: quella di pregare per loro.