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Intervista

«Un Pontefice figlio di Agostino, il Santo che mi ha condotto al battesimo»

La testimonianza di Alberto Carugo, impegnato nel cammino di catecumenato e laureando in Filosofia con una tesi dedicata al Vescovo di Ippona, al cui Ordine si è consacrato papa Prevost: «Mi sono avvicinato alla fede grazie alla sua lezione di carità e verità»

di Annamaria BRACCINI

27 Maggio 2025
Papa Leone XIV durante la recente visita alla Curia generalizia degli Agostiniani (foto Agostiniani)

«Da un profondo abisso si leva il grido di un cuore che, accolto da Dio, diventa subito lode: è quanto sant’Agostino offre ai suoi lettori nelle Confessioni. Da una parte un cuore, dall’altra un grido. Entrambi sono certamente i suoi, ma hanno in sé quel tratto che è alle radici di ogni uomo. E così, partendo dalle radici di ognuno, quel grido si innalza per rapirci tutti con sé e portarci, infine, alla lode. Non lo sapevo, né lo capivo, quando mi accostai ad Agostino per la prima volta. Eppure ben presto anch’io mi sono ritrovato a essere trascinato dal desiderio di quel cuore inquieto: il Vescovo di Ippona è stata per me testimonianza viva e vera che mi ha portato, infine, a chiedere il dono del battesimo». A raccontare la propria vocazione con semplicità è Alberto Carugo, impegnato nel cammino di catecumenato e universitario presso la Facoltà di Filosofia all’Università degli Studi. Dove ha conosciuto giganti del pensiero come sant’Agostino, a cui dedicherà la sua tesi di laurea triennale.

Perché proprio Agostino?
Non sono rimasto colpito per il suo genio intellettuale o, per chissà quale intuizione, ma da quella carità e da quella verità a cui mirava ogni suo sforzo, mirando in profondità alla sapienza. Sapienza che non ha niente a che spartire con una conoscenza fredda e astratta, presentandosi anzitutto come bellezza e come vita. Come vita della vita, mi piace pensare, perché attraversa le nostre storie e le nostre concrete esistenze.

Alberto Carugo

In Sant’Agostino ci sono anche i segni dell’inquietudine…
Sì, si tratta di una seduzione inquieta. Molti filosofi si sono interrogati, e tuttora si interrogano, sulla portata di questa inquietudine. E così l’incontro con Agostino si è fatto, anche per me nel mio piccolo, domanda, resa concreta dal percorso di studi universitari in filosofia. Papa Leone XIV, figlio di Agostino, dice: «La pace sia con voi». Credo che così la ricerca appassionata della verità non rimanga segregata in rigide speculazioni, ma esca nel campo della vita. Una pace «disarmata e disarmante» che diventa pratica di carità e opera di pace, appunto, chiamando in causa anche me come uomo di questo mondo.

Il motto del Papa recita In Illo uno unum: un’espressione di Agostino per spiegare che «sebbene noi cristiani siamo molti, nell’unico Cristo siamo uno»…
Certamente. In Uno siamo un’unica cosa e la sapienza, che in Cristo ha camminato per le vie di questa terra, ora continua la sua missione nella comunità della Chiesa universale e in quella di Milano, in cui lo stesso Agostino ricevette il battesimo dalle mani di Ambrogio. Così come anche noi catecumeni abbiamo fatto esperienza di quell’incontro di pace.