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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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2 ottobre

Tre professioni religiose in Sant’Ambrogio

Sono quelle di Manuela Magni e Maria Roggiani, Ausiliarie diocesane, e Charlotte-Gratia Djahlin, togolese, delle Suore di Nostra Signora della Trinità. Celebrazione presieduta da monsignor Delpini

27 Settembre 2015

Venerdì 2 ottobre, alle 18, presso la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, nella celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Mario Delpini, Vicario generale della Diocesi di Milano, ci sarà la professione perpetua di tre religiose.

Sono Manuela Magni, Ausiliaria diocesana, 42 anni, originaria di Ronco Briantino, che attualmente svolge il suo incarico pastorale a Baranzate nella parrocchia di Sant’Arialdo; Maria Roggiani, Ausiliaria diocesana, 38 anni, di Cassano Magnago, impegnata a Seveso nella Comunità pastorale «San Pietro da Verona»; suor Charlotte-Gratia Djahlin, delle Suore di Nostra Signora della Trinità, 35 anni, originaria del Togo, che opera nella Casa di riposo «Pertini» a Garbagnate Milanese e nella parrocchia San Giuseppe artigiano a Bariana di Garbagnate.

«Il gesto che si compirà venerdì nella basilica di Sant’Ambrogio – sottolinea monsignor Luigi Stucchi, Vicario episcopale per la Vita consacrata femminile della Diocesi di Milano – mette sotto i nostri occhi la bellezza gioiosa di un incontro singolare di tre nostre sorelle con il Signore, che le pone con tutto il loro cuore al servizio della nostra Chiesa, motivate dallo stesso unificante amore che viene da Lui e a Lui per sempre le consacra. Loro vedono fiorire la loro umanità, la loro femminilità in questa forma di vita ed è bello che accada nell’Anno della Vita consacrata – continua monsignor Stucchi -, noi siamo grati e ci interroghiamo stupiti, attratti, perché anche nel nostro tempo, più tormentato da problemi che sorretto da certezze, il Signore Gesù parla al cuore e pone il suo indelebile sigillo di amore nel cuore della creatura che di Lui si è fidata e a Lui si è pienamente affidata nella forma della consacrazione speciale che la rende singolarmente sua per sempre. Oltre ogni dubbio, dentro ogni inquietudine, passando per ogni prova, lo stesso “si” pronunciato in Sant’Ambrogio struttura e forma una personalità sempre nuova nella fedeltà e, purificando in ogni passaggio qualche residuo del proprio “io”, porta alla robustezza stessa dello Spirito di Cristo ogni sperimentata fragilità. La celebrazione – prosegue Stucchi – sarà un inno alla vita, un inno all’amore, perché sarà un inno al Signore, capace sempre, anche oggi, di offrire, promettere, realizzare pienezza di umanità per chi a Lui tutto concede, dentro il crogiolo del vissuto della sua Chiesa, alla prova del confronto-incontro-dialogo-dono di sé con e per l’umanità di tutti. Non una umanità che corrisponde ai tuoi desideri, ma quella che il Signore ti fa incontrare perché venga raggiunta dal suo amore attraverso la tua umanità donata, posta al servizio. Quanto accadrà venerdì – conclude monsignor Stucchi – ci interroga profondamente, perché è proposta di fatto di un modo di vivere e di dare senso alla propria umanità sulla misura stessa della umanità di Cristo».

Per la loro professione solenne le tre professande hanno scelto il Vangelo dell’Annunciazione e in particolare il «motto»: «Rallegrati! Il Signore è con te» (Lc 2,28b). «Il Papa nella sua lettera “Rallegratevi”, scritta ai Consacrati nell’Anno della Vita consacrata ci chiede di essere donne gioiose, coraggiose e di comunione – spiegano -. Tre parole che ben possiamo vedere incarnate nella vita di Maria. Ecco perché abbiamo scelto Maria e la gioia, per la nostra professione. L’annuncio di gioia che Maria riceve è lo stesso che oggi risuona in noi. La presenza del Signore nella nostra vita è infatti motivo di gioia grande da scoprire e gustare piano piano. Maria si è lasciata prendere e avvolgere dalla Grazia, ha lasciato che lo Spirito santo entrasse in lei. E allora chiediamo per noi questa disponibilità, chiediamo un cuore capace di accogliere e amare il Signore, capace di rispondere “Eccomi”, capace di rinnovare ogni giorno il “sì”».