Sarà il cardinale arcivescovo Angelo Scola a chiudere, giovedì 17 maggio, il ciclo di incontri “Dalla crisi economica alla speranza affidabile. Nuove politiche sociali e di lavoro per la sostenibilità della famiglia” promosso dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 e dal Gruppo 24 Ore in preparazione al VII Incontro mondiale delle famiglie. La serata avrà inizio alle 18 e sarà moderata dal vicedirettore del Sole 24 Ore Alberto Orioli. Dopo le relazioni di Donatella Treu, Amministratore Delegato Gruppo 24 Ore e di Tiziano Treu, Vicepresidente XI Commissione Lavoro del Senato sul tema “Il lavoro nell’era della globalizzazione. Quali nuove prospettive”, l’arcivescovo Scola e il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano interverrano a chiusura della tavola rotonda dal titolo: “Nuovi modelli di lavoro nella famiglia oggi”. Nella sede del Gruppo 24 Ore (via Monte Rosa 91) a Milano, vi parteciperanno Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di Economia politica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Rosangela Lodigiani, ricercatrice della Facoltà di Sociologia della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e l’economista Marco Vitale.
Presente all’incontro anche Michele Tito Boeri, professore ordinario di Economia dell’Università Bocconi di Milano che porrà l’interrogativo se la famiglia può sostituirsi allo Stato e fornire assistenza. È in grado la famiglia di risolvere da sola la questione giovanile? «Abbiamo assistito per un periodo molto lungo a una tendenza di riduzione delle famiglie legato al calo dei tassi di natalità e al crescere delle famiglie nucleari», spiega Boeri. «In seguito, però, la tendenza si è invertita con un crescere del numero di giovani che sono tornati in famiglia che svolge per loro la funzione di ammortizzatore sociale». Oltre a questo Boeri ampia il discorso sulle risorse della famiglia e in modo particolare rileva come sia fondamentale il tema della partecipazione femminile. «In Italia la situazione è estremamente squilibrata – continua l’economista -: le donne devono farsi carico non solo dei figli, ma si assumono anche una serie di responsabilità nei confronti dei genitori propri e del marito. Inoltre stanno cercando faticosamente di entrare nel mercato del lavoro assumendosi un impegno che è molto più esteso in termini di tempo rispetto agli uomini». Come è possibile far sì che le donne partecipino maggiormente al mercato del lavoro? «Il sistema fiscale italiano in parte scoraggia le donne e servono politiche attente e capaci di fornire servizi di qualità. Occorre però tenere presente che la famiglia ricopre un ruolo fondamentale nella formazione della personalità e nella motivazione dei giovani. Si parla e si dice che ci sarà bisogno di livelli di istruzioni più elevati, ma si dimentica che accanto alla scuole per la formazione della persona è fondamentale il rapporto con la famiglia che influenza gli skill (capacità tecniche) e le abilità cognitive del singolo».