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Firenze

Scola: «Il discorso del Papa,
una pietra miliare per la Chiesa italiana»

L’Arcivescovo intervistato da Radio Vaticana: «Un mosaico preziosissimo da cui traspare il grande amore del Santo Padre per la nostra comunità»

11 Novembre 2015

Presente al Convegno nazionale della Chiesa italiana in corso a Firenze anche l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola. Alessandro Gisotti di Radio Vaticana gli ha chiesto cosa lo abbia colpito del discorso del Papa:

«Mi ha colpito anzitutto il grande amore del Papa per la Chiesa italiana: è evidente che si è piegato in termini personali a riflettere sulla nostra situazione e ci ha dato indicazioni preziosissime e di estrema importanza e interesse. Mi è sembrato un mosaico… Adesso bisogna avere il tempo e la pazienza di assimilare insieme tutte le tessere che lui ha voluto mettere insieme in questo grande disegno centrato sull’Ecce homo. Mi è piaciuto molto il modo con cui lui ha risolto l’umanesimo in Cristo: non è tanto la creazione immediatamente parlando di saperi, di discorsi, ma l’immedesimazione con la persona di Gesù, che è la comunicazione stessa di Dio, da cui scaturisce una concezione della Chiesa come popolo di Dio in cui il pastore è anche padre, in cui c’è una grande sintonia tra il pastore e la gente, a partire da chi più fa l’esperienza della semplificazione, come quella della povertà, dal cui punto di vista si può vedere meglio il tutto e meglio il centro, fino ad arrivare al grande tema del dialogo, ben disegnato all’interno di una società plurale come la nostra, che deve arrivare fino ad accettare il conflitto, tentare di innestare un processo positivo a partire dal conflitto stesso… Insomma, adesso verrebbero in mente tante cose da dire, ma bisogna lavorarci.

Una parola che credo abbia colpito tutti è «il sogno». Francesco ha accarezzato il sogno, questa visione, e l’ha donata alla Chiesa: «E adesso, sognate con me e lavorate per questo sogno»…
Sì, e vero! Cioè, costruite una Chiesa che sia più capace di semplificazione, di essenzialità, di contatto diretto senza nulla perdere della coscienza, della complessità della Chiesa italiana che è immersa in Europa con tutte le problematiche. Questo – ha detto a un certo punto – non è un tempo di cambiamento, ma è un cambiamento di tempo: ecco, in questa frase è concentrato ciò che lo Spirito – il “vento leggero” di cui ha parlato – domanda a tutti noi. Io credo che questo rappresenterà sicuramente una pietra miliare per il cammino della nostra Chiesa.

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