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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Messaggio

Scola ai musulmani:
«Purifichiamo cuore, pensieri, linguaggio e gesti»

L’Arcivescovo scrive a fedeli e responsabili delle comunità islamiche a Milano e in Diocesi per la fine del Ramadan (16 luglio): «Può il Dio che tra i Suoi nomi ha “as-Salàm” (la Pace) accettare come atto di culto migliaia di morti ammazzati?»

del cardinale Angelo SCOLA Arcivescovo di Milano

12 Luglio 2015

Pubblichiamo il messaggio dell’Arcivescovo a fedeli e responsabili delle comunità islamiche a Milano e in Diocesi per la fine del Ramadan (16 luglio).

Cari fedeli musulmani,

a voi il nostro cordiale saluto e augurio per le festività del mese di Ramadan. In questa occasione desideriamo esprimere la nostra vicinanza a tutta la famiglia di coloro che con sacrificio si applicano a praticare i cinque pilastri dell’Islam.

Sappiamo tutti che la purezza della fede, il timore reverenziale e l’abbandono al mistero di Dio sono sempre da riconquistare: ogni giorno siamo chiamati a rinnovarci e confermarci nell’impegno intrapreso. Il prolungato digiuno che state portando a termine è occasione privilegiata per questa conversione.

Come cristiani accompagniamo con la solidarietà della nostra preghiera il vostro sforzo e la vostra spirituale battaglia; una preghiera che deve diventare unisono di cuori che si affidano al Misericordioso. Noi riflettiamo sull’esempio datoci da Gesù, nostro Signore, che ha voluto stare quaranta giorni nel deserto senza toccare cibo, ha passato notti in preghiera, per prepararsi a donare al mondo vita, parola e amore di Dio e a subire l’umiliazione del male.

L’anno trascorso dall’ultimo Ramadan è stato attraversato da vicende che hanno portato gravi sofferenze nelle nostre rispettive comunità. La dignità dell’uomo troppe volte è stata ferita e la vita stessa stroncata a motivo della fede professata. In particolare abbiamo udito, da ultimo nel nostro recente viaggio in Iraq, il grido di tanti fratelli cristiani perseguitati.

Talvolta pare che il mondo, giardino per tutti, abbia cambiato padrone. E il nome, peraltro non nuovo, di questo padrone è “violenza”. Può il Dio che tra i Suoi nomi ha “as-Salàm” (la Pace) accettare come atto di culto migliaia di morti ammazzati?

Vogliamo essere protagonisti di una rinnovata pagina di storia che giorno per giorno costruisca pace e giustizia per ogni uomo. La stagione che stiamo vivendo deve assumere la colorazione di una comune purificazione del cuore, dei pensieri, del linguaggio e dei gesti: sia questo l’augurio che ci scambiamo in questa occasione d’incontro e reciproco riconoscimento!

La nostra grande metropoli, che grazie a Expo accoglie in questi mesi la voce di quasi tutto il pianeta, sia promotrice di una globalizzazione nella condivisione delle risorse, per superare il dramma della fame e di ogni ingiustizia.

La benedizione, la pace, la carità occupino i cuori vostri e nostri, sempre.

 

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