A difenderci dalle “crepe” della “casa comune” si fanno avanti anche le coppie di sposi. Non sono perfetti, non si ritengono superiori, ma si fanno avanti ogni mattina. In questi passaggi del Discorso alla città dell’Arcivescovo si riflettono i pensieri di una coppia in servizio a Retrouvaille (dal francese “ritrovarsi”): un percorso rivolto a coniugi in crisi, fondato sulle testimonianze di altre coppie che hanno attraversato la rottura e intrapreso una strada di ricostruzione.
Nel 2017 sono approdati a Retrouvaille come coppia in crisi e, dopo aver partecipato al programma, hanno fatto loro il motto del «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente cerchiamo di donare», prestando il loro tempo al servizio degli altri. Secondo la loro esperienza, una delle derive più frequenti nelle coppie è lo spostamento del baricentro dal noi all’io: «Molte volte l’esterno ci porta a idolatrare soldi, carriera, obiettivi personali. Tutto questo finisce per far perdere il fondamento della coppia, che è l’unità».
È un processo lento, spesso silenzioso, ma a un certo punto il coniuge non è più il compagno di strada, ma un mezzo per raggiungere obiettivi personali. E, col tempo, persino un ostacolo. «A Retrouvaille lo definiamo “vivere da scapoli sposati” – spiegano -: condurre una vita come se si fosse da soli, e ridurre il matrimonio a condivisione di spazi e di spese. Ci sono coppie che si accorgono di vivere così solo dopo eventi traumatici, come un tradimento o il realizzare che nulla li tiene più attaccati».
Difficilmente però le crisi restano confinate tra gli adulti. Anche i figli si rendono conto quando qualcosa non funziona in casa, e il non detto, le porte chiuse, gli atteggiamenti o i silenzi sono emotività che i ragazzi colgono molto facilmente. Anche per questa ragione questo lavoro di ascolto e dialogo può diventare una testimonianza concreta di educazione affettiva, capace di mostrare che le difficoltà non sono la fine, ma parte del cammino. «Noi abbiamo detto ai ragazzi che abbiamo avuto un momento di difficoltà, di crisi, che ha rischiato di rompere la coppia, ma che siamo stati capaci di riprenderci in mano – raccontano marito e moglie -. E noi crediamo che questa vicenda possa essere un esempio anche per le loro relazioni future, che siano d’amicizia o di amore».



