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«Il Segno»

Quegli “spazi” ecclesiali che rinascono

Dalla residenza per studenti a Milano alle case di accoglienza in Lombardia: le congregazioni religiose reinventano i propri beni per rispondere alle nuove esigenze della comunità, tra educazione, inclusione e solidarietà. Se ne parla nella storia di copertina del numero di maggio

8 Maggio 2025
Studentessa nella sua stanza presso un ostello dell'università

Da Il Segno di maggio

Un edificio non è solo un contenitore di uffici o abitazioni: può diventare un luogo vivo, dove si intrecciano storie, bisogni e speranze di persone diverse. Quando uno spazio viene abbandonato, però, perde questa sua funzione sociale, a meno che non venga riadattato a nuovi scopi, anche diversi da quelli originari ma utili alla comunità. È quanto stanno facendo alcuni ordini religiosi, che sempre più spesso riconvertono i loro immobili in progetti di valore sociale, educativo e culturale.

A Milano, le suore della Congregazione del Preziosissimo Sangue, insieme all’impresa sociale Cu.Be Sps, hanno avviato un progetto per creare una residenza universitaria vicino alla fermata Cimiano, a pochi minuti dal Politecnico. L’obiettivo è offrire alloggio a circa 70 studenti a prezzi accessibili, entro giugno 2026. Ma non si tratta solo di un dormitorio: il progetto vuole essere anche un luogo formativo, culturale e spirituale, aperto al quartiere e costruito in rete con associazioni e istituzioni. L’idea è nata dopo la protesta con le tende degli studenti davanti al Politecnico, simbolo della grave emergenza abitativa che colpisce i giovani universitari.

La visione della congregazione è quella di una cittadella educativa, interculturale e interprofessionale, dove gli studenti possano crescere non solo a livello accademico, ma anche umano. Durante l’estate, gli spazi potrebbero accogliere malati e familiari in cura negli ospedali vicini, ampliando ulteriormente la funzione sociale della struttura.

Un impegno simile anima anche padre Piero Trameri, della Congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, che ha guidato la riconversione di tre immobili in Lombardia. A Colico (Como), un ex collegio è diventato polo scolastico comunale; ad Albavilla, una villa settecentesca è ora una casa di media protezione per persone con fragilità psichiche; ad Albiate (Monza-Brianza), Villa Tanzi ospita oggi otto alloggi di housing sociale, gestiti dalla cooperativa “Spazio Giovani”.

In tutti i casi, gli immobili non più sostenibili sono stati trasformati in spazi vitali, capaci di rispondere a esigenze concrete del territorio, grazie anche alla collaborazione con enti locali e realtà del terzo settore. Una sfida spesso affrontata con fatica e incertezza, ma anche con fede e fiducia nella Provvidenza, come ricorda padre Trameri: «Ci siamo un poco abbandonati nelle mani del Signore. È Lui che conduce la nostra vita e ci indica la strada».

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