Il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio è stato il primo Papa proveniente dal continente americano e primo non europeo dopo oltre 1.200 anni. Arcivescovo di Buenos Aires dal 1998, pastore semplice (era solito muoversi per la città in metropolitana) e molto amato nella sua diocesi, viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013, all’età di 76 anni.
Era nato nella capitale argentina il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.
Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio San Giuseppe.
Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Il 31 luglio 1973 viene nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore.

È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica. Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale.
Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. È presidente della Conferenza episcopale argentina e, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI. Come arcivescovo di Buenos Aires – tre milioni di abitanti – pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. E, in chiave continentale, nutre forti speranze sull’onda del messaggio della Conferenza di Aparecida nel 2007, fino a definirlo «l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina».
Dal 13 marzo 2013, il suo pontificato si è distinto per numerose iniziative, riforme e prese di posizione spesso considerate innovative rispetto ai suoi predecessori. A cominciare dal tema ambientale: il 24 maggio 2015 pubblica l’enciclica Laudato si’, incentrata sulla cura del creato e sull’ambiente, che ha un impatto dirompente a livello globale, anche fuori dall’ambito religioso, e imprime un’impronta indelebile nella riflessione sui temi ecologici e sociali.
Nel 2016 dichiara il Giubileo straordinario della Misericordia, sottolineando la centralità del «perdono, della compassione e della misericordia» nella vita cristiana. A partire dal 2018, dopo lo scandalo degli abusi che coinvolse la Chiesa cilena, Bergoglio inasprisce la sua posizione contro gli abusi pubblicando il documento Vos estis lux mundi (2019) per migliorare la trasparenza e la responsabilità dei vescovi.

Uno dei momenti più iconici del suo pontificato è senza dubbio durante la pandemia, la famosa preghiera in una piazza San Pietro deserta nel marzo 2020, simbolo di speranza e solidarietà globale. In quello stesso anno, nell’ottobre 2020 pubblica l’enciclica Fratelli tutti, sulla «fraternità universale e l’amicizia sociale», in cui critica il populismo, l’individualismo e promuove il dialogo tra religioni.
Nel 2022 promulga la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, una profonda riforma della Curia Romana. Centralità all’evangelizzazione e spazio ai laici nei ruoli di governo del Vaticano i suoi punti principali. Dallo scoppiare della guerra in ucraina e poi con il precipitare della situazione in Medio Oriente diventa una delle poche voci autorevoli a chieder disarmo, dialogo e fine dei conflitti. Nel frattempo, continua a visitare l’Africa e altri Paesi periferici, dando voce agli “invisibili”.
Nel 2023 celebra i10 anni di pontificato con varie iniziative e avvia un processo sinodale globale, tuttora in corso, su «sinodalità, partecipazione e missione», che coinvolge tutte le diocesi del mondo. Temi centrali: il ruolo delle donne nella Chiesa, i ministeri laicali, il discernimento comunitario, le riforme strutturali.
Nel dicembre 2024 l’apertura ufficiale della Porta Santa in San Pietro dà il via al Giubileo ordinario, che la Chiesa celebra ogni 25 anni. L’ultimo era stato nel 2000, sotto Giovanni Paolo II (quello del 2016 era “straordinario”). Il tema è: la speranza.




