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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Cause dei santi

Padre Carlo Maria da Abbiategrasso è Venerabile

Autorizzata la promulgazione del decreto che riconosce le virtù eroiche del Cappuccino, ambrosiano di nascita, vissuto nell'Ottocento, segno di benedizione per la gente

di Emilia Flocchini

14 Dicembre 2021
Padre Carlo Maria da Abbiategrasso

Tra i decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, di cui papa Francesco ha autorizzato ieri la promulgazione, c’è un nuovo Venerabile ambrosiano di nascita. È padre Carlo Maria da Abbiategrasso, il cui decreto era atteso davvero da decenni: la causa, iniziata negli anni 1899-1903 nella fase diocesana svolta tra Milano e Lodi, era rimasta abbandonata fino al 1994.

Chi era

I suoi genitori erano Carlo Vigevano e Giuditta Golzi, dai quali nacque il 30 agosto 1825: fu il primo di diciassette figli. Lo stesso giorno della nascita fu battezzato, coi nomi di Gaetano Antonio, nella basilica di Santa Maria Nuova ad Abbiategrasso. Da ragazzo attirava i compagni a frequentare la parrocchia e ad amare Dio, espiando a volte anche per colpe non sue.

Aiutò nel negozio gestito da suo padre fino a venticinque anni, quando manifestò il desiderio di consacrarsi a Dio nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Iniziò il postulandato il 25 ottobre 1852 nel convento della Santissima Annunziata di Borno (Brescia), ma dovette rientrare in famiglia perché nel 1854, prima di essere ammesso in noviziato, ebbe un principio di tubercolosi.

Antonio Martinotti, "L'Addolorata e il Servo di Dio padre Carlo da Abbiategrasso", opera a pastello, chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, Abbiategrasso (1991)
Antonio Martinotti, “L’Addolorata e il Servo di Dio padre Carlo da Abbiategrasso”, opera a pastello, chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, Abbiategrasso (1991)

Sul fronte del colera

Fu necessario l’intervento del suo parroco e direttore spirituale, don Francesco Palazzi, che garantì circa la sincerità dei propositi di Gaetano, che da allora visse come terziario nel convento di San Vittore all’Olmo a Milano, impegnato nel lanificio della Provincia Cappuccina di Lombardia. Il 14 febbraio 1855 poté vestire di nuovo il saio.

In quell’anno a Milano scoppiò un’epidemia di colera: benché ammalato lui stesso di febbre miliare, supplicò i superiori di mandarlo ad assistere i colerosi. Fu ordinato sacerdote il 26 dicembre 1855, ma non poteva confessare, né predicare, anche perché non aveva concluso gli studi teologici. Nei tre anni successivi fu parte delle fraternità di Milano e Crema.

Nel 1858 venne destinato al convento di Casalpusterlengo, in diocesi di Lodi. Il santuario di Maria Madre del Salvatore, ovvero la Madonna dei Cappuccini, fu il luogo dove riceveva i fedeli, molti dei quali affermarono di essere stati guariti grazie alle sue preghiere e alle sue benedizioni. Il governo austriaco cercò di allontanarlo per il suo legame con il popolo, ma fu difeso da monsignor Gaetano Benaglio, vescovo di Lodi.

Padre Carlo morì il 21 febbraio 1859, affetto da broncopolmonite e tubercolosi polmonare; non aveva ancora trentaquattro anni. Dal 1898 le sue spoglie riposano nel santuario di Casalpusterlengo, mentre nel 1932 sono state poste in una tomba nuova.