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Ordinazione

Mons. Torriani ordinato vescovo in Duomo

Il sacerdote ambrosiano è il nuovo arcivescovo di Crotone-Santa Severina, dove farà l’ingresso il 30 marzo. L’augurio di mons. Delpini: «Il vescovo ha solo una cosa da fare: stare sotto la Croce di Gesù, riconoscerlo e aiutare gli altri a riconoscerlo». 20 i vescovi concelebranti, tra cui una nutrita presenza della Conferenza Episcopale Calabra

di Annamaria BRACCINI

22 Febbraio 2025

«Il Duomo è grande, eppure non riesce a contenere tutta la gratitudine a don Alberto e l’affetto della Chiesa ambrosiana e della Chiesa di Calabria. Sentiamo di far parte di un’unica grande Chiesa che accoglie questo dono».

Dice così l’Arcivescovo, aprendo la celebrazione per l’Ordinazione episcopale di monsignor Alberto Torriani che papa Francesco, l’11 dicembre scorso, ha voluto designare alla guida dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, appunto in Calabria.

Accanto a monsignor Delpini, che per le sue mani conferisce l’Ordinazione, i vescovi conconsacranti, monsignor Paolo Martinelli, vicario apostolico dell’Arabia Meridionale e monsignor Michele di Tolve, ausiliare di Roma, entrambi, anch’essi ambrosiani (divenuti vescovi questo stesso Duomo) e tornati a Milano per l’occasione.

20 i vescovi concelebranti, tra cui una nutrita presenza della Conferenza Episcopale Calabra con monsignor Claudio Maniago, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace e, dal 2024, amministratore apostolico di Crotone-Santa Severina e gli ausiliari di Milano. Un centinaio i presbiteri, tra cui membri del Cem e i compagni di Messa di monsignor Torriani, 54 anni ancora compiuti, ordinato sacerdote nel 2000 e impegnato da quasi un decennio, dopo altri incarichi nel mondo scolastico e giovanile, come rettore del prestigioso collegio arcivescovile San Carlo. Tra i moltissimi fedeli che gremiscono la Cattedrale, tanti ragazzi, insegnanti e genitori, appunto, del “San Carlo” – l’animazione musicale è affidata al coro dei bimbi e giovani del collegio e quello di Novate Milanese -, rappresentanze dell’Arcidiocesi di Crotone e le autorità, tra cui il sindaco della città calabrese, di Novate Milanese, il paese di don Alberto, di Monza, dove egli ha maturato le sue prime esperienze parrocchiali, l’assessore Marco Granelli con la fascia tricolore del primo cittadino di Milano.      

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A tutti si rivolge l’Arcivescovo nell’omelia, dopo la presentazione dell’eletto portato all’altare da monsignor Maurizio Rolla, l’allora parroco di “San Biagio” di Monza dove monsignor Torriani svolse il primo incarico, e don Marco Borghi, parroco di Santa Maria del Rosario a Milano, dove Torriani si recava per la pastorale parrocchiale festiva.

Il ruolo del Vescovo

Dalla pagina del Vangelo di Giovanni al capitolo 21, si avvia l’omelia del vescovo Mario (leggila qui). «Sono in molti oggi a interpretare il momento di Chiesa che stiamo vivendo come quel mattino lungo la spiaggia del mare di Tiberiade. In che cosa abbiamo fallito? Perché siamo diventati pochi? Perché siamo smarriti? Perché le persone di Chiesa chiamate ad essere pescatori di uomini non pescano niente? I discepoli si impegnano, fanno molte cose, fanno molti discorsi, fanno molti tentativi: ma vivono, insomma, come se Gesù fosse un ricordo, un’assenza».

Non così per il discepolo amato, Giovanni, che riconosce Gesù. «Così, forse, si può descrivere la missione del Vescovo: colui che riconosce Gesù e aiuta i fratelli e le sorelle a riconoscerlo. La comunità cristiana come anche la comunità civile chiedono molto al Vescovo, lo desiderano presente in molte manifestazioni, lo applaudono e lo circondano di onore, di molte attenzioni, lo ritengono responsabile di tutto quello che avviene nella Diocesi e quindi lo assediano con richieste e non gli risparmiano critiche. Tutto questo fa parte del ruolo. Ma nella verità il Vescovo ha solo una cosa da fare: stare sotto la croce, entrare nel compimento della rivelazione di Gesù e così riconoscerlo e aiutare gli altri a riconoscerlo: è il Signore».

 

La Liturgia dell’Ordinazione

Poi, i gesti sempre suggestivi e carichi di significato della Liturgia di Ordinazione, con il “Sì, lo voglio”, le Litanie dei Santi – tutta l’assemblea è in ginocchio e monsignor Torriani sdraiato in altare -, l’imposizione delle mani sull’Eletto da parte del vescovo Mario e dei concelebranti in altare maggiore nel silenzio della Cattedrale, la preghiera di Ordinazione, mentre il libro dei Vangeli è posto sul capo del Neovescovo. Infine, i Riti esplicativi: l’unzione crismale, la consegna del Libro dei Vangeli, dell’anello, della mitra e del pastorale, l’insediamento, tra gli applausi, e il lungo abbraccio di pace. Un applauso che si ripete quando, a conclusione della celebrazione, l’ormai vescovo Alberto percorre, con i vescovi conconsacranti, la navata centrale del Duomo tra due ali di fedeli e quando, infine, rivolge, emozionato, il suo saluto di ringraziamento ai presenti.

Il saluto di ringraziamento del neo-vescovo

«‘Desideriamo’ è verbo plurale, non singolare. È indicativo di coniugazione  della vita, perché non c’è vita senza desiderio. Mi è cara una pagina di un libro in cui si fa riferimento alla notte di San Lorenzo e alla sua leggenda di essere notte privilegiata di stelle cadenti. “Ardens ad sidera” è il motto del Collegio: è invito a desiderare occasioni per riconoscere le stelle che cadono», spiega, con la voce più volte interrotta dall’emozione, il neo-vescovo, ringraziando del dono della vita, della vocazione sacerdotale, dell’esperienza al “San Carlo”.  

«Grazie a chi ha e sta condividendo con me questa appartenenza a Dio. Non solo per chi di questa appartenenza ne ha fatto una consacrazione. Grazie a chi ha condiviso con me e condividerà il ministero di Pastore. Grazie alla Chiesa, a quella Ambrosiana e a quella di Crotone-Santa Severina che mi accoglie come vescovo. Grazie al Santo Padre, soprattutto in questi giorni di apprensione per la sua salute: in lui vedo l’uomo di Dio e nei suoi gesti la conseguenza della sua appartenenza a Dio.

Grazie a tutti coloro – credenti e non credenti, cercatori di Dio o generosi indifferenti – che con la loro amicizia, le loro confidenze, la loro caparbia intelligenza, non hanno mai smesso di restituirmi la verità del mio essere uomo, di misurare le mie miserie e di accogliere anche le mie povertà».

«Lascio per ultimo il mio grazie a mio papà Carlo, che già sperimenta la gioia piena del cielo e alla  mamma Lucia».

Infine, c’è ancora tempo per un prolungato saluto affettuoso in Cattedrale durante la processione finale e anche all’esterno del Duomo che la gente sembra non voler lasciare mai.

L’arcivescovo di Milano, mons. Delpini, con mons. Torriani, neo arcivescovo di Crotone-Santa Severina

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di Annamaria BRACCINI

Nomina
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Don Alberto Torriani Arcivescovo di Crotone-Santa Severina

Eletto all’episcopato da papa Francesco. Nato a Bollate, 53 anni, sacerdote ambrosiano dal 2000, attualmente è rettore del Collegio San Carlo di Milano. Sarà consacrato in Duomo sabato 22 febbraio