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Brianza

Oggiono, tutto parte dall’annuncio del Vangelo

Questo il tratto che anima le iniziative spirituali, culturali e caritative che fervono nel Decanato in cui è in corso la visita pastorale dell’Arcivescovo. Ne parla il decano don Maurizio Mottadelli

di Claudio URBANO

21 Maggio 2025
Un momento dell'incontro tra l'Arcivescovo e i giovani che ha aperto la visita pastorale

È una comunità solida, che si dà da fare, quella di Oggiono, il Decanato della Brianza lecchese che in queste settimane l’Arcivescovo sta incontrando nella sua visita pastorale. Ma è anche una comunità in cui si privilegiano i «tempi lunghi del seme gettato e della pianta che cresce, piuttosto che l’iniziativa di un giorno con cui si può riempire la chiesa o il teatro», mette subito in chiaro don Maurizio Mottadelli, decano e parroco di Oggiono. Sapendo, sottolinea, «che la cosa più importante è tornare ad annunciare il Vangelo». Altrimenti, avverte, «tutte le iniziative lasciano il tempo che trovano, se non portano le persone alla domanda su di sé e sul senso della propria vita, trovando la risposta nella figura di Gesù».

Un messaggio per la comunità

Questa, dunque, la cornice in cui si inscrivono le tante iniziative pastorali e una vivace solidarietà. Con l’intenzione di «calare la fede nella vita delle persone, di fare in modo che la fede si traduca in una mentalità cristiana, e dunque incida sulla vita», ricorda il decano, è nato il ciclo di incontri «Adamo dove sei?», che prosegue ormai da quindici anni. «Abbiamo scelto il tema “Non uccidere”, quest’anno, per ribadire la sacralità della vita, di fronte alla realtà dei femminicidi, alle guerre, alla violenza tra i giovani», spiega don Maurizio, ribadendo che a contare «non sono tanto i nomi dei relatori» (tra i quali anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, mentre l’anno scorso tra gli ospiti c’era l’astronauta Paolo Nespoli), «ma il messaggio che può arrivare alla gente. Gli ospiti della Comunità Sorella Amelia, per esempio, sono persone normalissime, che però hanno colpito per la storia della loro vita, così come i ragazzi della Comunità Kayros di don Burgio».

Don Maurizio Mottadelli

Carità viva

Don Maurizio riconduce a una questione di stile che matura col il tempo anche le tante iniziative di carità. I sacerdoti del Decanato ricordano con una punta di orgoglio che proprio qui, a Molteno, nacque, già nel 2001, il primo Emporio della Solidarietà nella Diocesi. E il forte sentimento comunitario di questi luoghi fa sì che la raccolta di beni alimentari per la Caritas venga fatta anche nelle scuole. «Come siamo generosi nel donare un pacco di pasta, dobbiamo esserlo anche quando vediamo che il nostro vicino è in difficoltà», richiama don Maurizio, riconoscendo peraltro i gesti semplici di aiuto di cui molti sono protagonisti, «come chi – fa un esempio – tiene i figli del vicino di casa straniero, quando questo è al lavoro».

Quanto alla popolazione immigrata, don Maurizio descrive una situazione a due facce, legata naturalmente anche alla provenienza geografica e dunque anche alle differenze culturali e religiose. In parte della popolazione di origine africana, di religione musulmana, prevale il mantenimento della cultura e dell’identità d’origine, per cui, osserva, «si fa fatica a parlare di una vera e propria integrazione». Diversa la situazione con chi viene dall’Europa dell’Est: «Alcuni, aiutati dalla Caritas per la casa o il lavoro, o che si sono avvicinati a noi attraverso altri canali, hanno chiesto il battesimo per i figli». In questi casi, spiega il parroco, «a fare da padrini sono proprio quegli adulti della nostra comunità che hanno aiutato i bambini a integrarsi, al doposcuola o in oratorio».

Come spendere la vita

Don Maurizio loda quindi l’impegno delle persone di buona volontà. Dai volontari della Caritas, tra cui ci sono anche alcuni che non frequentano la comunità cristiana, «ma certo non chiediamo nessun tesserino», sottolinea, ai tanti che si impegnano nella vita delle parrocchie. Dai catechisti, ai rappresentanti, tutti laici (oltre allo stesso decano), delle parrocchie del decanato che animano il Gruppo Barnaba, al gruppo che ha organizzato il prossimo pellegrinaggio giubilare del decanato, l’8 giugno al santuario di Nostra Signora della Vittoria a Lecco. Con questo spirito don Maurizio attende l’Arcivescovo, che a fine aprile ha già incontrato i giovani del decanato. «Come Chiesa – ribadisce ancora il decano – dobbiamo tornare a dire che il Figlio di Dio, Gesù, ci ha lasciato degli insegnamenti, e che questi sono il modo giusto di spendere la vita».