Con il secondo appuntamento, domenica 6 aprile alle 16 in Duomo, prosegue a Monza il ciclo di eventi promosso dalla “Comunità dei Tre Gerarchi: San Basilio іl Grande, San Gregorio il Teologo e San Giovanni Crisostomo a Monza” – parte dell’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia -, con il Duomo e il Decanato di Monza, Caritas, Scout e Azione Cattolica ambrosiana.
In un tempo in cui sulla guerra in Ucraina si moltiplicano manifestazioni di vario genere e orientamento che suscitano schieramenti e contrapposizioni, per approfondire la conoscenza di quanto sta accadendo i promotori hanno pensato di offrire alla cittadinanza in forma artistica (lettura a più voci alternata alla musica), il «Messaggio del Sinodo dei Vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina riguardo alla guerra e alla giusta pace nel contesto delle nuove ideologie». Il suo titolo è «Liberate l’oppresso dalle mani dell’oppressore», una citazione dal profeta Geremia. Una proposta di ascolto di una voce che “non passa” in tv e, al tempo stesso, momento spirituale e di approfondimento storico e geopolitico rivolto a credenti cattolici o con diversi (ma anche senza) riferimenti religiosi.

La proposta è stata suddivisa in tre appuntamenti (vedi qui la locandina), “cuciti” sul modello dei Dialoghi di Pace – ideati e avviati, nel gennaio 2007, nella chiesa Regina Pacis in Cusano Milanino, “tempio votivo diocesano per la pace”, e ormai affermati con tanti appuntamenti ogni anno in Diocesi di Milano (e oltre) -, che per la prima volta arrivano anche a Monza.
Il primo incontro si è svolto domenica 23 febbraio nella chiesa di Santa Maria degli Angeli: folto pubblico (suddiviso al 50% fra ucraini e Italiani) e gradimento per un pomeriggio al tempo stesso impegnato, emotivamente coinvolgente e arricchito da bellissimi e struggenti canti ucraini (qui sotto il video.
In quell’occasione don Volodymyr Misterman, protopresbitero del distretto Nord Italia della Chiesa Cattolico-Bizantina Ucraina in Italia ha dichiarato: «Nei tre anni da quando sono in Italia non ho mai visto una cosa simile. Incontri come questo dovrebbero essere trasmessi in diretta su tutti i canali e tradotti in varie lingue. Se andasse in onda in tutte le televisioni e telegiornali la guerra finirebbe presto. Qualcuno deve avere il coraggio di dire questa verità». E don Taras Ostafiiv, responsabile della comunità di Monza, ha aggiunto: «Ho sentito alcuni miei parrocchiani e anche alcuni partecipanti italiani: a tutti è piaciuto il formato dell’evento; tutti mi dicevano che sono parole forti e vere».

Il successo dell’incontro di apertura ha indotto l’organizzazione a spostare il secondo appuntamento del 6 aprile dalla cripta del Duomo di Monza, dove era stato originariamente programmato, alla sua più capiente navata centrale. Il Duomo è luogo sacro riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Testimone di una Cultura di Pace per l’Umanità: riconoscimento che si valorizza non confinandolo al suo valore artistico-museale, ma anche nella sua funzione e per il suo significato spirituale (qualunque sia la spiritualità di riferimento di ciascuno). E la scelta evidenzia anche la condivisione della proposta da parte della Chiesa ambrosiana di Monza (che conserva la particolarità di celebrare in rito romano).
Considerata l’aumentata disponibilità di spazio, l’auspicio degli organizzatori è quello di una significativa partecipazione della Chiesa ambrosiana a tutti i livelli. A sottolineare la valenza dell’evento, la Diocesi sarà rappresentata da diversi suoi Vicari. Fra chi ha già aderito, il Centro Internazionale Helder Camara di Milano, il Centro Culturale Talamoni di Monza e l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani.

Il ciclo si concluderà domenica 11 maggio, alle 17, nuovamente nella chiesa di Santa Maria degli Angeli (via Zucchi 22): «Neutralità in tempo di guerra e pace giusta», con l’Arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, che ha fortemente voluto essere presente per dimostrare in concreto la sua vicinanza al popolo ucraino, come ospite in questa chiesa assegnata loro per il culto.




