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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

Museo diocesano e Chiostri di Sant’Eustorgio, intesa per il riallestimento

Firmato il Protocollo fra Credito Sportivo, Comune, Regione e Arcidiocesi. L’obiettivo è l’apertura per le Olimpiadi 2026. L’Arcivescovo: «Un contributo al rilancio della nostra identità e dei nostri legami»

30 Maggio 2022

È stato firmato questo pomeriggio, nella sede del Museo diocesano Carlo Maria Martini a Milano, il protocollo d’intesa tra Arcidiocesi di Milano, Regione Lombardia, Comune di Milano e Istituto per il Credito Sportivo per il riallestimento dello stesso Museo diocesano e dell’attiguo complesso monumentale dei Chiostri di Sant’Eustorgio. A rappresentare i quattro soggetti firmatari erano presenti, rispettivamente, l’arcivescovo Mario Delpini, il presidente Attilio Fontana, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e il presidente Andrea Abodi.

Nel Protocollo (leggi qui il testo), finalizzato alla realizzazione del progetto, nonché delle azioni di comunicazione e primo avvio operativo del Polo Museale stesso, si afferma che «è interesse della Regione Lombardia e del Comune di Milano la migliore rappresentazione della storia della Chiesa Ambrosiana che è nel contempo storia della città di Milano, capitale della Lombardia, avvalorando la necessità di un percorso, narrativo e iconografico, tale da esprimere questo profondo e continuo rispecchiamento tra le vicende religiose e quelle definibili come “civili”. Inoltre, «è interesse dell’Istituto per il Credito Sportivo svolgere (…) il ruolo di advisor per la strutturazione ed organizzazione delle attività volte al finanziamento del progetto di riallestimento».

Bressan: «Un grande racconto di fede»

Dopo i saluti di Miro Fiordi, presidente del Museo Diocesano, ha introdotto l’incontro mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale, spiegando senso e obiettivi dell’intesa e collocando questa nuova, importante tappa dentro il percorso ultraventennale del Museo diocesano, inaugurato nel novembre 2001 (leggi qui il testo del suo intervento). «Intendiamo rileggere tutto il cammino compiuto sino a oggi come un percorso unitario, prendendo spunto dal Museo Diocesano espressamente voluto e inaugurato dal card. Martini e al tempo stesso ridando valore a tutto il complesso architettonico dei Chiostri, che la tradizione cristiana ci consegna già come un tesoro capace di stupire. Ora un unico grande progetto intende fare tesoro di tutti questi aspetti, presentandosi alla città di Milano, alla Lombardia, ai loro abitanti e visitatori, agli antichi e nuovi italiani, come un grande racconto, quello della storia della fede ambrosiana. Siamo perciò molto lieti che il percorso che oggi prende il via si inserisca nel più ampio progetto di recupero e valorizzazione della Milano romana, immaginato e guidato dalla Sovrintendente alle Belle Arti, architetto. Antonella Ranaldi».

Rampello: «Un Museo da vivere, per tutti»

Davide Rampello, direttore creativo di Rampello & partners Creative Studio, ha illustrato il concept design del nuovo Museo (vedi qui): «Vuole raccontare e valorizzare il patrimonio architettonico, gli spazi, le collezioni del Museo Diocesano, adottando un linguaggio narrativo finalizzato alla poetica dell’emozione, del coinvolgimento. Vuole narrare la storia della Diocesi di Milano e dunque la storia della Città di Milano, dall’editto di Costantino del 313 ai giorni nostri, con l’uso delle più sofisticate tecnologie digitali». L’offerta culturale, ha proseguito Rampello, «sarà completata con la creazione di spazi di aggregazione in cui per esempio poter gustare le eccellenze enogastronomiche frutto dell’operosità degli artigiani e dei coltivatori che vivono nella diocesi più grande del mondo». Si tratterà quindi di un Museo «non solo da visitare, ma da abitare, da vivere. Un Museo che generi aggregazione, comunità, cultura. Un Museo per tutti, giovani e famiglie».

Marinoni: «Puntiamo al 2026»

Mons. Bruno Marinoni, Moderator Curiae e Vicario episcopale per gli Affari Generali, ha delineato i passi che permetteranno la realizzazione del progetto, in particolare la scelta dell’Architetto, che verrà individuato «fra i più importanti che operano sulla piazza di Milano», e la sostenibilità dell’operazione (leggi qui il testo del suo intervento): «Non possiamo esporci sui valori in gioco senza un progetto più preciso – ha spiegato monsignor Marinoni -, ma certamente si parla di diversi milioni di euro per la riqualificazione dell’immobile, il suo efficientamento energetico e l’allestimento museale. Alcuni degli interlocutori seduti a questo tavolo ci aiuteranno al reperimento di parte della spesa, ma si dovranno prevedere anche attività legate o compatibili con il Museo che permettano di recuperare le risorse per onorare il debito e sostenere l’attività istituzionale. Confidiamo nella generosità anche di interlocutori privati che hanno già mostrato qualche interesse. Il desiderio condiviso è di poter consegnare l’opera per l’apertura delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026».

Franceschini: «Pubblico e privato insieme, una strategia vincente»

In un messaggio inviato all’Arcivescovo e letto durante la conferenza stampa (leggi qui il testo) il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha espresso il suo «pieno apprezzamento» per l’iniziativa, aggiungendo: «È sempre un momento felice quando tutela e valorizzazione si incontrano, permettendo di restituire ai cittadini un tesoro come questo complesso monumentale, uno dei più antichi di Milano. I beni e le attività culturali intesi come beni comuni richiedono, per la loro piena valorizzazione, la proficua collaborazione tra i soggetti pubblici e privati. L’amministrazione condivisa è una strategia vincente sulla quale occorre continuare a puntare poiché permette alla cultura di rimanere al centro delle dinamiche politiche e sociali del nostro Paese e di essere uno dei motori più importanti della ripresa economica».

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Da sinistra: Andrea Abodi (presidente del Credito Sportivo), Attilio Fontana (presidente di Regione Lombardia), l’arcivescovo Mario Delpini e Tommaso Sacchi (assessore alla Cultura del Comune di Milano)

Ecco le dichiarazioni dei rappresentanti dei firmatari del Protocollo d’intesa.

Abodi: «Responsabilità gratificante»

Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo: «La firma del Protocollo finalizzato al riallestimento del Museo Diocesano e del complesso monumentale dei Chiostri di Sant’Eustorgio è motivo di grande orgoglio per l’ICS, poiché ci rende partecipi di una gratificante responsabilità alla quale dedicheremo energie, impegno e competenze che metteremo a disposizione dell’Arcidiocesi di Milano, insieme ai colleghi della Regione Lombardia e del Comune di Milano. L’Accordo sottoscritto, al quale partecipiamo come advisor finanziario, contribuisce al consolidamento del nostro ruolo di banca sociale per lo sviluppo sostenibile dell’Italia, anche attraverso la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico italiano, materiale e immateriale, del quale questo Progetto rappresenta un elemento di pregio, pieno di significati valoriali che rinnovano la loro centralità anche grazie al miglioramento delle infrastrutture sociali che lo compongono».

Sala: «Apertura alla città»

Giuseppe Sala, sindaco di Milano: «Sottoscriviamo con grande convinzione questo protocollo che unisce istituzioni civili e religiose, pubbliche e private attorno a un progetto di enorme valore culturale e artistico per il quartiere in cui il Museo Diocesano e i chiostri di Sant’Eustorgio sorgono e per tutta Milano. Il concept del museo curato da Davide Rampello va nella direzione di apertura alla città, grazie a spazi e a una narrazione pensati in modo da coinvolgere i visitatori nella straordinaria storia di questo luogo. Sono sicuro che i milanesi e i turisti, che in numero crescente stanno tornando a visitare Milano, sapranno apprezzarlo».

Fontana: «Memoria, ma anche incontro»

Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia: «Il restauro, la valorizzazione del complesso architettonico, e la fruizione museale consentirà non solo di percorrere la storia della Chiesa Ambrosiana, ma soprattutto di farla conoscere sotto un profilo diverso, attraverso lo spirito che l’ha sostenuta, i suoi protagonisti, i loro pensieri, i loro esempi di vita. Quello che più mi attrae del progetto è che questo Museo non sarà più solo luogo di memoria, racconto e ricordo, ma diventerà sede di incontro, conoscenza, esperienza. Sarà come riappropriarsi di una parte delle nostre radici che sono fondamentali per far crescere il senso di appartenenza dei nostri cittadini. In questo modo sarà inoltre possibile farla conoscere a un pubblico più ampio, rendendo di fatto ancora più attrattivo, il nostro capoluogo e tutto il territorio lombardo».

L’Arcivescovo: «Abbiamo bisogno di bellezza»

Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano: «È sicuramente un grande impegno per la Diocesi, il percorso che oggi iniziamo. Ma lo riteniamo un impegno fruttuoso per tutta la comunità ambrosiana, e non soltanto per i cristiani. Il periodo di pandemia da cui stiamo uscendo ha messo in luce tante domande e tante fragilità che il ritmo di vita tipico delle nostre società tecnologiche e secolarizzate era riuscito a mascherare. La pandemia, con il riaffacciarsi così imponente della morte sulla scena della vita, e con il disfacimento di tanti legami e di tante ritualità che nutrivano e sostenevano il senso della vita, ci ha reso tutti più poveri. La ristrutturazione dei Chiostri di sant’Eustorgio e il riallestimento del Museo Diocesano vogliono essere un contributo al rilancio della nostra identità e dei nostri legami. Di cultura, di bellezza, di trascendenza abbiamo tutti bisogno, per poter continuare a essere quel popolo ambrosiano laborioso e previdente, capace di guardare al futuro, facendosi carico di ogni povertà incontrata, per immaginare un mondo inclusivo, in cui tutti si possano riconoscere e trovare motivi e ingredienti che sazino la nostra sete di felicità, di bene per tutti».