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Cernusco sul Naviglio

Missione vocazionale, le attese di chi arriva e di chi accoglie

Massimiliano Rossignoli: « Io e i miei compagni racconteremo le nostre storie e i nostri incontri personali». La famiglia Andreoni: «Ci aspettiamo di essere un po’ contaminati dall'incontro con una persona nuova e dal suo percorso di vita»

di Ylenia SPINELLI

9 Ottobre 2023
Massimiliano Rossignoli

Per preparare al meglio la Missione vocazionale i seminaristi sono stati divisi in gruppi. Massimiliano Rossignoli, che frequenta la quinta Teologia, si occuperà in particolare degli incontri con gli adolescenti e per questo motivo collaborerà con i ragazzi della Pastorale giovanile del decanato di Cernusco.

«Per me si tratta della seconda Missione, dopo quella dello scorso anno a Lecco – racconta – e ancora una volta sono entusiasta di questa proposta che ci permette di uscire dal Seminario e di comunicare, in particolare ai giovani, quello che l’Arcivescovo va ripetendo, ovvero che la vita è vocazione, è risposta a una chiamata e poi che la vita è abitata da una Presenza che si mostra in determinate circostanze, attraverso segni che esigono un’interpretazione. Io e i miei compagni racconteremo le nostre storie, i nostri incontri personali, il nostro sentirci chiamati a dare la vita per Gesù nella forma particolare del sacerdozio».

Per Massimiliano avere una intuizione vocazionale è importante. «Anche se un seme è piccolo, va coltivato, così che possa diventare un grande albero – spiega -. La stessa cosa vale per la vocazione, per questo i giovani vanno seguiti e aiutati, nella piena libertà, a comprendere meglio le domande e le inquietudini del loro cuore».

Un tratto importante della Missione è quello di incontrare i ragazzi nelle scuole, in modo tale da raggiungere anche coloro che sono fuori dal contesto ecclesiale. «I giovani di oggi hanno un rapporto con la Chiesa che è filtrato dalle esperienze che fanno in famiglia, in oratorio, con i compagni e i professori – aggiunge Massimiliano -. Così, quando li incontriamo sui banchi di scuola, ci mettiamo in gioco con diverse modalità: c’è, per esempio, chi parte dai testi delle canzoni che conoscono per smontare pregiudizi e  recuperare il significato di parole come fede, cristianesimo, religione; c’è chi invece si presenta portando la propria testimonianza di vita che inevitabilmente suscita tante domande».

In un certo senso Massimiliano è avvantaggiato rispetto ai suoi compagni, perché avendo svolto un anno di pastorale a Cernusco, in terza teologia, conosce già il territorio. «Ho vissuto la vita di oratorio il sabato e la domenica – conclude -. Una realtà molto viva e partecipata, che ha una storia e una bella tradizione vocazionale. Tra le esperienze più significative che ho fatto ricordo la Pastorale samaritana, promossa da don Andrea Citterio: ogni sabato sera si andava in centro a Milano a portare cibo ai senzatetto, fermandosi poi a chiacchierare per condividere il loro difficile vissuto».

La famiglia Andreoni

Tra preparativi e curiosità

C’è grande attesa in casa Andreoni, della parrocchia di Santa Maria Assunta nella Comunità pastorale Famiglia di Nazaret a Cernusco sul Naviglio, per l’arrivo di un seminarista in occasione della Missione vocazionale. A raccontare il fermento è papà Stefano (50 anni, come la mogli Mirjam), contento di aggiungere un posto a tavola e di allargare ulteriormente la sua famiglia di cinque persone, anche se solo per qualche giorno.

Come e con quale spirito state vivendo l’attesa?
Non sapevamo nulla della Missione vocazionale. Don Andrea Citterio, il coadiutore dell’oratorio che i ragazzi frequentano, ci ha spiegato questa iniziativa e ci ha chiesto se potevamo ospitare nella nostra famiglia un seminarista. Siamo in attesa, con un pizzico di curiosità, di provare questa esperienza.

Avete preparato anche la vostra casa ad accogliere il seminarista?
La casa è già predisposta per accogliere eventuali ospiti, qualche giorno prima ci daremo da fare per una bella pulizia di fondo.

Sapete già quale seminarista verrà da voi?
Si chiama Davide, l’abbiamo conosciuto qualche giorno fa, perché ci è stato presentato da don Andrea e si è fermato a cena da noi. È il seminarista che verrà nella nostra parrocchia nei fine settimana per la pastorale.

Riuscirete a organizzarvi, tra impegni di lavoro e studio, per stare un po’ con lui?
Cercheremo di organizzarci e di essere presenti il più possibile, compatibilmente con i suoi impegni durante la Missione. Immaginiamo che le maggiori occasioni di incontro siano le cene.

Cosa vi aspettate da questa esperienza?
Di essere un pochino contaminati tutti e cinque dall’incontro con una persona nuova e dal suo percorso di vita che l’ha portato fino a qui.

Conoscete la realtà del Seminario o per voi sarà tutta una novità?
Conosciamo il Seminario, perché abbiamo seguito il percorso del fratello di mia moglie Mirjam, sacerdote ambrosiano da una quindicina di anni. 

I vostri figli sono contenti di accogliere un seminarista in famiglia?
Prima di accettare la proposta, io e Mirjam l’abbiamo condivisa con Simone, Matteo e Chiara, rispettivamente di 21, 19 e 16 anni, che si sono dimostrati subito entusiasti. Ogni anno in oratorio i nostri figli incontrano i seminaristi, sia come animatori, sia nella loro formazione spirituale. Incontrarne uno più da vicino, accogliendolo in casa, e conoscere il suo percorso vocazionale li ha sicuramente incuriositi.