Speciale

L’arcivescovo Delpini a Cuba

Share

Missione/2

Milano e Cuba e la sfida di testimoniare la fede

Due realtà molto diverse tra loro, ma entrambe alle prese con l'impegno dell'annuncio nel quotidiano: il primo giorno della visita pastorale dell'Arcivescovo nelle parole di don Carlo Doneda, uno dei «fidei donum» ambrosiani nell'isola

di Lorenzo GARBARINO

11 Luglio 2023
L'incontro tra l'Arcivescovo e i «fidei donum» ambrosiani

Don Carlo Doneda è tra i missionari ambrosiani che hanno accolto l’arcivescovo Delpini in visita pastorale a Cuba. Trasferitosi sull’isola caraibica nel 2017, da ormai quattro anni è anche il parroco di Baire, una città dell’entroterra non molto lontana da Santiago de Cuba, nell’estremo oriente del Paese.

«Ho accolto monsignor Delpini all’aeroporto, dove le operazioni di sbarco e dogana si sono protratte fino a oltre la mezzanotte – racconta – . A quel punto non ci siamo diretti subito a Santiago per motivi di sicurezza, ma abbiamo approfittato della gentilezza di monsignor Erminio che ci ha ospitato nell’arcivescovado di Holguín, e la mattina dopo ci ha offerto una sontuosa colazione, una vera rarità a Cuba in questi tempi duri».


Il viaggio è proseguito fino a Santiago de Cuba, dove ad accoglierli c’era monsignor Dionigi. La giornata è stata scandita da un incontro di dialogo e conoscenza reciproca (leggi qui). Tema centrale, la sfida della testimonianza della fede. «Si è parlato del caso di Milano e Cuba - spiega don Carlo - . La nostra è una città che ha vissuto, a cominciare dall’Expo del 2015 e vive ancora oggi con le prossime Olimpiadi, un periodo di grande sviluppo e protagonismo. Una città prospera dove i sogni si realizzano, ma che sembra non aver più bisogno di Dio. Non lo si cerca come se non avesse nulla da offrire. A Milano si lavora molto e si prega poco. Si può fare tutto quello che si vuole, ma non si ha certo una speranza di vita eterna. Come può la Chiesa di Milano testimoniare questa grande speranza? La vita è vocazione, e a Dio si chiede di benedire quello che faccio e voglio fare, come una sorta di protagonismo».

Questa solitudine trova dimora anche a Cuba, agli opposti per bisogni e problemi rispetto a Milano. «Il Paese – sottolinea Doneda - vive da tempo in una condizione di insuccesso, perché si vive di fatiche e disillusioni rispetto a quanto promesso». Dopo decadi in cui è stato proibito parlare di Dio, oggi la Chiesa aiuta chi lotta con i problemi del quotidiano e cerca di offrire la speranza cristiana. Ma anche per queste ragioni il tema della vocazione è sentito a Milano come a Cuba. «Delpini però ci ha ricordato di non confondere questa crisi con il calo dei seminaristi effettivi, quanto di intendere la vita come una vocazione - prosegue -. Oggi quello che manca è saper parlare con il Signore ed essere figli di Dio. Santi nella carità, perché lo si diventa solo avvicinando la gente a Dio».

I sacerdoti fidei donum hanno poi condiviso una meditazione con Delpini, che nel pomeriggio ha celebrato in spagnolo l’Eucarestia per i fedeli locali. La visita dell’Arcivescovo a Cuba prosegue oggi nella città di Palma, dove saranno presenti anche don Adriano e don Marco. Il ritorno in Italia di Delpini è previsto per domenica 16 luglio.