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Speciale

Il nuovo Papa è Leone XIV

Sirio 8 - 14 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Imbersago

«L’elezione di Leone XIV è la risposta a una chiamata all’unità»

Alla Madonna del Bosco l’Arcivescovo ha presieduto la Messa di ringraziamento: «La scelta rapida dei Cardinali è motivo di gioia e consolazione. Preghiamo per il Papa e disponiamoci ad accoglierlo»

19 Maggio 2025

La «consolazione» per la rapida elezione di Leone XIV, «risposta a una chiamata all’unità». La volontà di accoglierlo e pregare per lui. La condivisione del suo desiderio di una Chiesa «segno di unità e di comunione». E il richiamo al significato autentico del Giubileo, la grazia di essere stati salvati da Gesù. Sono i passaggi principali dell’omelia dell’Arcivescovo nella Messa al Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago lunedì 19 maggio, all’indomani della Messa di intronizzazione del Pontefice e quale celebrazione diocesana di ringraziamento.

La riflessione di monsignor Delpini parte dalla Chiesa di Gerusalemme descritta negli Atti degli Apostoli («la Chiesa delle polemiche, delle accuse reciproche, in cui si scontrano tradizionalisti e innovatori, abitata da continue discussioni, da reazioni arrabbiate, da rivendicazioni di diritti da far valere») per tracciare un parallelo con l’attualità: «Non so se voi – dice rivolgendosi ai fedeli presenti -avete raccolto l’eco di quello che c’era in preparazione al Conclave… Vescovi che pensano uno diverso dall’altro, tra quelli più legati a papa Francesco e quelli più a papa Benedetto, tra quelli che sono progressisti e quelli che sono conservatori. L’immagine di una Chiesa fatta di partiti, di rapporti di potere, di accuse vicendevoli…». Ed ecco il motivo di consolazione: «La cosa che ci ha riempiti di gioia nell’elezione di papa Leone è che in poco tempo i Cardinali hanno trovato la convergenza su di lui. Il fatto che in un giorno abbiano deciso che il cardinale Prevost diventasse Papa, mi dà l’idea che forse tutte queste discussioni, tutti questi partiti che la mentalità diffusa si immagina, forse sono aspetti superficiali». Non che nella Chiesa si vada «tutti d’accordo» e che tutti la pensino «alla stessa maniera», ma «la verità è che non stiamo vivendo una divisione, una contrapposizione, ma la risposta a una chiamata all’unità». L’ha detto lo stesso Pontefice: «Leone XIV ha richiamato come primo grande desiderio una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. Così il Papa ha cominciato il suo ministero e così noi vogliamo oggi pregare per lui e disporci ad accoglierlo».

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Il motivo dell’unità e della comunione, «pur pensandola magari in modi un po’ diversi», apre alla seconda parte della riflessione, dedicata all’Anno Santo in corso (il santuario di Imbersago è chiesa giubilare) e ispirata alla parola che Paolo pronuncia al Concilio di Gerusalemme: «Per la grazia del Signore Gesù noi, di origine giudaica, siamo salvati come loro, di origine pagana». Una serie di domande: «Perché guardiamo con fiducia la nostra vita, malgrado il peso di vicende vissute o di peccati commessi? Perché guardiamo al futuro con serenità, anche se certamente ci aspettano anche tribolazioni, oltre che feste, e malattie, oltre che la salute? Perché nel Giubileo vogliamo far festa e deporre il peso dei nostri peccati?». La risposta è una sola: «Perché per la grazia del Signore Gesù siamo stati salvati». Una parola semplice, eppure necessaria, «che non è il risultato di una conquista o il premio per una particolare virtù». Ed è anche il motivo per cui «possiamo perdonarci a vicenda, guardare con benevolenza tutte le persone che incontriamo, senza distinzioni tra amici e nemici».

«Non siamo nella condizione di giudicare gli altri – continua Delpini -, perché noi, come tutti gli altri, siamo stati salvati ed è con questo atteggiamento che noi vogliamo accogliere la grazia del Giubileo e insieme quello che papa Leone ha detto ieri – “nell’unico Cristo noi siamo uno”, il suo motto episcopale – e farlo diventare un proposito di vita. Noi possiamo celebrare il Giubileo e vivere la nostra vita come una missione». Quella indicata da papa Leone: «Chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio». E la sottolineatura conclusiva: Questa è l’ora dell’amore».