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SOUL 2025 punta sulla fiducia

Sirio dal 17 al 23 ottobre 2025
Radio Marconi cultura
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Riflessione

L’Arcivescovo: «L’aurora che invita ad alzare lo sguardo»

Dalle Terrazze del Duomo la meditazione di monsignor Delpini che avrebbe dovuto tenersi a marzo nell'ambito di «Soul» e rinviata per il maltempo: «I milanesi si svegliano, pregano e ringraziano di essere vivi per una nuova giornata»

di Annamaria BRACCINI

19 Ottobre 2025
La meditazione dell'Arcivescovo (Agenzia Fotogramma)

L’affacciarsi del giorno che è avere un nuovo volto, quello dell’aurora, la mitica dea greca e omerica Eos, dalle dita rosate. Salendo sulle Terrazze del Duomo, quasi toccando il cielo che si fa via via più chiaro, tra il buio che si dirada e lascia spazio all’azzurro dell’alba, sembra di vederle e di poterle toccare, le dita che dipingono di rosa l’orizzonte. Tanto che l’Arcivescovo – salito anche lui tra le guglie per vivere il momento magico del sorgere del sole – avvia la sua riflessione proprio dall’immagine di Eos-aurora. Richiamata anche da Luciano Manicardi, biblista e monaco della Comunità di Bose, in apertura dell’happening dal titolo «Viene l’aurora», al quale partecipano un centinaio di persone e che recupera l’appuntamento con cui il 23 marzo scorso avrebbe dovuto concludersi «Soul Festival di Spiritualità 2025», non tenutosi per il maltempo.

L’alba dalle Terrazze (Agenzia Fotogramma)

Accanto a Manicardi, oltre a monsignor Delpini, il vicario episcopale monsignor Luca Bressan, Aurelio Mottola, co-ideatore di Soul e anima dell’iniziativa, e il virtuoso Issei Watanabe che esegue alcune sonate al violoncello, inframezzando la lettura di stralci letterari. Un viaggio tra musica e pagine immortali, come quelle di Maria Zambrano nella sua Dell’aurora, del Sartre di Bariona o il Figlio del Tuono-Racconto di Natale per credenti e non credenti – che scriveva: «Cosa c’è di più commovente per un uomo che un inizio, come quello di un amore quando ancora tutto è possibile?”» -, passando per il cardinale José Tolentino de Mendonça e arrivando ad Hannah Arendt, con lo stupore evangelico dei pastori per quel Un bambino è nato tra voi che è anche il nostro, ogni giorno che sorge.

Un momento dell’evento (Agenzia Fotogramma)

Come si sveglia Milano

Ma come si sveglia Milano, si chiede monsignor Delpini: «Ci sono quelli del treno da non perdere, alle 6.23 con la sua indifferenza spietata, che tira giù dal letto i pendolari; quelli trascinati dal cane, che camminano senza andare da nessuna parte, pensosi e distratti come se abitassero ancora i sogni della notte». E, poi, quelli «del senso del dovere», perché «sanno di dovere qualcosa a qualcuno, di essere attesi e che vivono il lavoro non solo come un contratto o una fonte di reddito, ma come un servizio, come la responsabilità di costruire il noi della fiducia e della responsabilità. Così l’aurora sveglia Milano: il risveglio è già una relazione, non solo una disciplina, è una professione di fede, una dichiarazione di fiducia».

Come il bimbo che sa che la mamma arriverà presto, così – continua -, «la fiducia originaria del venire alla luce sveglia la Milano che vive e che dà forma al noi che prepara il futuro». Non caso, il titolo del Festival di quest’anno era stato «Fiducia, la trama del noi».

Suggestiva panoramica tra le guglie (Agenzia Fotogramma)

Infine, l’aurora che invita a pregare: «L’aurora, la fanciulla dalle dita di rosa, sveglia Milano con il rintocco che invita a pregare. I milanesi si svegliano e ringraziano di essere vivi per una nuova giornata. Confidano in Dio e celebrano l’alleanza che fa dei molti un cuore solo e un’anima sola. I milanesi si svegliano e pregano».

Anche se «ci sono anche quelli che sono tirati giù dal letto da un automatismo che si rifiuta di rivelare il suo perché enigmatico e anonimo», per ognuno ci sono le dita rosate che «colorano il cielo per invitare ad alzare lo sguardo. Vegliano su tutti Madonnina e le statue del Duomo, preghiera fatta pietra, per continuare a intercedere, anche per chi non prega», conclude infatti l’Arcivescovo.