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Percorsi ecclesiali

La sapienza nel cuore che Dio ci dona

Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Milano

L’Arcivescovo ha aperto l’anno pastorale: «Riconoscere la propria vocazione: il modo giusto di raccontare la storia»

In Duomo il Pontificale per la natività di Maria, con il Rito di ammissione dei Candidati al diaconato e al presbiterato. «La festa di oggi un “pro-memoria” per i fedeli ambrosiani»

di Annamaria Braccini

8 Settembre 2020

La corresponsabilità perché cresca una visione ecclesiale condivisa, perché ciascuno riconosca che la propria vita «ha un nome: vocazione»; per comprendere che nella storia «tutti sono chiamati ad amare, a essere pietre vive della Chiesa, a rivelare la gloria di Dio che vuole riempire la terra, rivestire di luce ogni vita». E, in questa consegna all’intero popolo di Dio, il ruolo fondamentale di un «laicato maturo, formato», così come lo aveva prefigurato il Concilio. Dice così l’Arcivescovo, che nella solennità della Natività della Beata Vergine Maria presiede in Duomo il Pontificale, con il Rito di ammissione dei Candidati al Diaconato e al Presbiterato e al Diaconato permanente, per l’inizio dell’anno pastorale: «Una festa che si fa rivelazione e promemoria per riconoscere, appunto, che la vita è vocazione». Un centinaio i concelebranti, tra cui i Decani, invitati specificatamente.

La riflessione dell’Arcivescovo 

E  così, se «la storia ha un senso» – come lo ha sempre, non accadendo mai nulla a caso – ,  «il modo giusto di raccontala è riconoscervi una vocazione e una pluralità di risposte». Quelle «scritte nella genealogia dell’uomo nuovo, riconosciute nella loro gloria, perdonate dei loro peccati, redenti dal loro inferno, per l’opera dell’uomo nuovo, Gesù, chiamato Cristo».

Da qui l’appello a ogni componente della comunità cristiana a divenire «un accompagnamento paziente» per aiutare, specie gli adolescenti e giovani, a trovare una risposta alla vita e la sollecitazione precisa, richiamata più volte, rivolta al laicato, secondo la visione del Vaticano II, «per cui tutto il popolo di Dio è incaricato della missione perché il Vangelo giunga fino ai confini della terra».

Immediato il riferimento all’Azione Cattolica «che voglio incoraggiare e benedire – scandisce – e che ha come suo particolare interesse, attenzione e disponibilità di essere dentro la Chiesa locale per collaborare, con piena maturità e responsabilità laicale, a edificare questo popolo di Dio». Ac diocesana che vivrà il momento importante domenica 13 settembre, «rinnovandosi nella sua dirigenza e nei suoi incarichi», attraverso l’Assemblea elettiva rimandata dalla fine di febbraio per il Covid. «Voglio raccomandare la presenza di un laicato adulto, formato a un senso di Chiesa, come luogo di esercizio della propria vocazione laicale».       

Il richiamo è anche per i Ministri ordinati, presbiteri e diaconi, come i 19 giovani che poco dopo si presentano per il Rito di ammissione e i 7 diaconi permanenti.  

Un’attenzione particolare è riservata dall’Arcivescovo alle forme di nuova consacrazione che hanno preso forma nella nostra Diocesi dopo il Vaticano II. «Voglio ricordare e incoraggiare la promozione dell’Istituto delle Ausiliarie diocesane, che ha appena concluso la celebrazione del 40° di erezione canonica ed è composto da donne che si consacrano a vivere in vita comune al servizio delle comunità e delle Istituzioni diocesane, secondo le indicazioni del Vescovo. Voglio ugualmente richiamare l’attenzione sull’Ordo Virginum, che è costituito da donne che si consacrano con i voti caratteristici della vita consacrata e conducono la vita ordinaria nella professione, nella loro abitazione, e si prendono a cuore, nella preghiera e nel servizio possibile, questa Diocesi».

E, ancora, la Congregazione degli Oblati in cui «la comunità dei Fratelli oblati diocesani cerca una qualificazione che ne faccia una possibilità proponibile a uomini che si offrono totalmente a servizio della Chiesa ambrosiana, in completa disponibilità all’Arcivescovo».

Sempre in Diocesi «sono proposti e devono essere frequentati percorsi formativi particolarmente preziosi per accompagnare il discernimento vocazionale: il Cenacolo – che, tuttavia, stenta a essere praticato come una forma e un’esperienza intensa di discernimento e preghiera – e il Gruppo Samuele», istituito con felice intuizione 30 anni fa esatti dal cardinale Carlo Maria Martini. E tutto questo perché «nessuno abbia l’idea di essere al mondo per caso».

La responsabilità è di far conoscere queste forme di vita consacrata maschili e femminili, associazioni laicali e percorsi formativi qualificati per laici «che arricchiscono la storia e il presente della nostra Diocesi», per sostenere anche le «persone in ricerca che possono essere aiutate da proposte esplicite che orientino intuizioni in modo un po’ vaghe a determinarsi in scelte definitive se, dopo adeguato discernimento e formazione, se ne danno le condizioni».

Poi, il Rito di ammissione dei 19 giovani seminaristi che iniziano, con la Terza Teologia, il Quadriennio della loro formazione teologica in Seminario e i 7 diaconi permanenti di cui 6 sposati, per cui l’assenso viene richiesto anche alle mogli. Infine, prima della benedizione e dell’applauso che accompagna i candidati nella processione finale, alcuni avvisi da parte dell’Arcivescovo. 

Gli avvisi

In primis, ricorda la sua Proposta pastorale “Infonda Dio sapienza nel cuore”, disponibile fin dall’inizio dell’estate, che propone il tema della sapienza per qualificare questo anno, attraverso l’icona biblica del Libro del Siracide: «Nel testo è pubblicata anche la Lettera per l’inizio dell’Anno pastorale che indica le attenzioni specifiche che il calendario e la situazione  pongono all’attenzione delle comunità della nostra Diocesi». 

Una seconda sottolineatura è per i Sacramenti: «La ripresa di questo anno richiede particolari attenzioni e impegna anche a recuperare quanto la pandemia ha impedito di compiere nei mesi scorsi. Gli uffici di Curia e, in particolare l’Avvocatura, si fanno carico di offrire indicazioni per la ripresa del catechismo, per la celebrazione delle Cresime, delle messe di Prima comunione e, prossimamente, per la visita alle famiglie. Vorrei raccomandare L’attuazione delle linee diocesane per tutte le comunità, sia per attuare protocolli concordati con gli uffici di Curia e con le competenti autorità, sia per evitare scelte arbitrarie che inducono a spiacevoli confronti tra una parrocchia e l’altra, una scelta e l’altra».

Vengono segnalate anche alcune date come il «13 settembre che deve essere l’occasione per una particolare preghiera e benedizione per l’inizio della scuola fissata per lunedì 14. Forse ogni parrocchia può rivolgere l’invito a docenti e a studenti per essere presenti e essere riconoscibili alla messa domenicale». Dal 10 settembre sarà disponibile anche un messaggio dell’Arcivescovo.

«Sabato 19 settembre le catechiste e i catechisti sono invitati per una celebrazione diocesana del mandato. È l’occasione per ringraziare e anche per raccomandare percorsi di formazione». In questo caso, l’Arcivescovo ha scritto una lettera dal titolo “Il  miracolo delle catechiste” che desidera sia proposta, letta, e di aiuto per tutti.

Ultima, ma non ultima, la solidarietà, «con le forme – particolarmente necessarie per coloro che sono stati più duramente provati dal tempo della pandemia – generosamente alimentate dalla Cei con somme consistenti derivanti dall’8×1000». Ma anche con le donazioni pervenute da singoli, parrocchie e fondazioni. «È ora il momento di rinnovare questa generosità per alimentare  il Fondo San Giuseppe per aiutare momentaneamente chi ha difficoltà per il lavoro e il Fondo Diocesano Caritas per i poveri che non hanno nessun titolo per avere dissidi ti altri Enti e Istituzioni».

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