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L’Arcivescovo ai ragazzi degli oratori: «Fatevi avanti»

Il messaggio per la Festa di apertura dell’anno (28 settembre) è un invito a uscire di casa, a cercare l’incontro e a camminare insieme. Un appello che tocca il cuore dei ragazzi e chiama le comunità educanti a prendersi cura delle diverse fasce d'età, perché l’oratorio sia davvero una scuola di vita evangelica, di relazioni vere e di responsabilità condivise

di monsignor Mario DELPINIArcivescovo di Milano

22 Settembre 2025
Gli oratori in festa (Cherchi/chiesadimilano.it)

1.«Esci di casa»

La rondine per imparare a volare lascia il nido. Il bambino per imparare a camminare si stacca dalla mano della mamma e del papà. L’amico delle cime, per incantarsi davanti allo spettacolo dei monti, lascia la compagnia chiassosa di quelli che passano la giornata al bar.

L’oratorio è l’invito a cercare oltre il divano su cui impigrire, i social sui quali coltivare amicizie immaginarie e curiosità imbarazzanti. «Esci di casa, fatti avanti»: la casa è la scuola che insegna a vivere, ma per vivere bisogna andare oltre; la casa può essere il nido in cui ti trattiene l’ansia della mamma, ma i figli dell’ansia non imparano mai a volare; la casa può essere il groviglio complicato di litigi e di confusione, ma non si riesce a camminare in mezzo ai rovi.

Esci di casa per scoprire il mondo, per esplorare le amicizie, per renderti conto del bene che puoi fare e, infine, per tornare a casa più contento.
Esci di casa: c’è un invito da parte di Gesù.

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2.«Cerca l’incontro»

Per dipingere un capolavoro i colori si devono incontrare, mescolarsi, adattarsi. Per la partita di calcio o di pallavolo gli atleti devono conoscersi, fidarsi, organizzarsi.

L’oratorio ti invita: «Fatti avanti, cerca l’incontro». Ragazze e ragazzi si trovano insieme e talora non si incontrano, come sul treno passeggeri, come gli alberi del parco. Cerca l’incontro: le ragazze e i ragazzi dell’oratorio si trovano insieme per conoscere gli altri e conoscere sé stessi.

Gli altri: come sono attraenti e come sono strani! Alcuni simpatici, altri insopportabili; alcuni sempre contenti, altri sempre arrabbiati; alcuni più belli, più bravi, più intelligenti di te; altri più impacciati, più limitati. Cerca l’incontro, fatti avanti! Non pretendere di essere cercato, fatti avanti: tutti hanno qualcosa da dirti, qualcosa da darti, qualcosa da rivelarti di te stesso, del tuo carattere, della tua capacità di fare, di dire, di dare e del tuo limite, dei tuoi difetti.

Sarebbe bello che ogni volta che uno lascia l’oratorio per tornare a casa si domandi: che cosa ho dato? Che cosa ho ricevuto? Che cosa ho imparato di me? Che cosa ho imparato degli altri?

Cerca l’incontro: c’è il desiderio di Gesù di fare amicizia con te.

3.«Eccomi!»

Le amiche e gli amici che incontri invitano a condividere la preghiera, il gioco, le confidenze: fatti avanti per dire: eccomi!

I più piccoli hanno bisogno dei più grandi per organizzarsi nel gioco, per imparare le preghiere e i canti, per farsi dire: come sei bravo! Per fare pace quando hanno litigato, per farsi consolare quando la squadra perde. «Fatti avanti per dire: eccomi!».

Nel gruppo viene il momento in cui serve chi prepari la tavolata, chi suoni la chitarra, chi legga, chi faccia il capitano. Fatti avanti per dire: eccomi!
È incredibile quante cose tu sai fare, se ti fai avanti e dici: eccomi!
È ammirevole come riesci a fare contenti gli altri e le altre, se ti fai avanti e dici: eccomi!
Cresce intorno a te il desiderio di incontrarti e cresce in te la stima di te stesso, se ti fai avanti e dici: eccomi!
Ti trovi a tuo agio tra i discepoli di Gesù e nelle pagine del Vangelo, se ti fai avanti e dici: eccomi!

4.«Insieme»

Nessuno può vivere da solo. Nessuna generazione abita un continente “riservato” di pensieri, impegni, gioie e dolori: né gli adulti possono fare a meno dei ragazzi e dei giovani né i ragazzi possono fare a meno degli adulti.

Perciò «fatti avanti», per essere insieme, pregare insieme, affrontare insieme le responsabilità che spaventano e le domande che inquietano. «Fatti avanti» è l’invito per i ragazzi e per i genitori, per i giovani e per gli adulti: non per essere invadenti o presenze ansiogene, ma per condividere, per ricevere e per offrire. Le comunità educanti sono formate dalle persone della comunità adulta che si prendono cura dei ragazzi e delle ragazze dell’oratorio, perché così si prepara il futuro: «insieme».