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Milano

L’Arcivescovo ai Pueri Cantores: «Nel vostro canto bellezza, giovinezza e allegria»

Messa in Santa Maria delle Grazie al Naviglio e visita alla nuova sede della Cantoria: «L’opera di Dio si compie nella storia e la nostra partecipazione è necessaria»

di Annamaria Braccini

16 Ottobre 2020

«O giorno che lieto», il canto eseguito della quarantina dei Pueri cantores della Cappella musicale del Duomo accompagna l’inizio della celebrazione che l’Arcivescovo presiede nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, prima di visitare i locali della nuova sede della scuola. Una realtà di alto profilo educativo, da quest’anno negli ariosi spazi parrocchiali, frequentata dai ragazzini impegnati nella formazione canora e musicale, ma anche nei programmi scolastici statali previsti dal Ministero, dalla IV elementare alla III media. «Questo è veramente un giorno lieto, felice, per la presenza dell’Arcivescovo e perché torniamo a cantare in una celebrazione», dice in apertura il direttore della Cappella, don Claudio Burgio.

Di fronte ai ragazzi, qualche genitore, la dirigente scolastica dell’Istituto, l’Arcivescovo – cui sono accanto in altare lo stesso don Burgio e il parroco, don Marcello Barlassina – a sua volta osserva: «Sento un dovere di gratitudine per lo studio in cui vi state impegnando e per il servizio che certamente tornerete a svolgere in Cattedrale». Un augurio, quest’ultimo, particolarmente sentito dai Pueri che hanno cantato in Duomo l’ultima volta lo scorso 23 febbraio, mentre normalmente accompagnano ogni domenica la Messa capitolare delle 11. E sentendoli cantare, accompagnati al piccolo organo parrocchiale dal maestro Emanuele Carlo Vianelli, organista titolare del Duomo, e diretti dal maestro Claudio Riva, si capisce facilmente quanto grande sia il desiderio condiviso di tornare tra le navate della Cattedrale.

L’omelia

Dai numeri ricorrenti nelle Letture del giorno, prende spunto l’omelia dell’Arcivescovo. «Non voglio fare una lezione di matematica o di magia, ma i numeri hanno a che fare anche con il vivere la fede e la vocazione. La prima Lettura (dal primo capitolo dell’Apocalisse) insiste sul numero 7 – 7 chiese, 7 candelabri – perché questo è il numero della pienezza, del compimento. Pensiamo al Giubileo che si fa nel cinquantesimo anno, dopo 7 volte 7 anni di lavoro o ai 7 giorni della creazione. Il tempo non scorre un giorno dopo l’altro, ma nel tempo si compie l’opera di Dio».

Poi, il “12” del Vangelo di Marco con la chiamata degli Apostoli, 12, appunto, e le 12 tribù di Israele. «12 dice la completezza del gruppo, e l’importanza di sentirsi in un insieme e di partecipare».

Da qui la conclusione: «Questi due numeri dicono il tempo come tempo della grazia di Dio, che dà un senso alla storia, e il gruppo come luogo di appartenenza e di partecipazione responsabile. Vogliamo imparare questo: la fiducia che l’opera di Dio si compia nella storia e che la nostra partecipazione sia necessaria perché il gruppo sia completo. 7 e 12 dicono il modo con cui le Scritture aiutano a vivere il gruppo e l’appartenenza».  

Infine, dopo le parole conclusive di don Barlassina che indica nella presenza dell’Arcivescovo «un incoraggiamento nella fede, un invito all’unità dei piccoli cantori e un punto di riferimento per l’intera comunità», la consegna di coloratissimi fascicoli con la storia di tanti Santi diversi. «Ognuno di voi ne conoscerà uno e si impegnerà a raccontarlo agli altri», sottolinea l’Arcivescovo, prima della visita ai locali della nuova scuola, arricchiti anche da spazi all’aperto, come i campi di calcio e di basket.

«Date un tono di bellezza, giovinezza e allegria», aggiunge l’Arcivescovo, che in dono porta anche vassoi di meringhe molto apprezzate dai ragazzini, eredi di una storia gloriosa, avviatasi nel 1402 e configurata come Schola dal grande maestro rinascimentale Franchino Gaffurio, a cui è intitolata ancora oggi la Cantoria. Fu lui, infatti, a fine Quattrocento, a definire la figura del Magister, come maestro attento anche dell’educazione generale dei Pueri. Così come è ancora oggi, con una vicenda ininterrotta, che lascia un segno preciso nella vita, come testimonia l’Associazione degli ex alunni, che oggi conta circa 400 iscritti.

 

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