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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Il primo atto ufficiale

La “presa di possesso” del nuovo Arcivescovo

Dopo il rito canonico, presieduto in Duomo per procura da monsignor Carlo M. Redaelli, vescovo titolare di Lambesi, il cardinale Scola è a tutti gli effetti Pastore della Diocesi

Stefania CECCHETTI

9 Settembre 2011

Da stamattina sua eminenza il cardinale Angelo Scola è di fatto il nuovo Arcivescovo di Milano. La presa di possesso canonico della diocesi è avvenuta nella cornice celebrativa della preghiera liturgica dell’Ora Sesta, che si è tenuta alle 12 nella cappella feriale del Duomo, dietro l’altare maggiore. Come è già capitato in altre occasioni, l’Arcivescovo nominato non era presente, ma ha delegato un procuratore, scelto nella persona di sua eccellenza monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, vescovo titolare di Lambesi (e ad oggi Vicario generale della diocesi).
Come primo gesto della celebrazione, due sacerdoti inviati da Venezia – mons. Antonio Meneguolo, delegato patriarcale per i beni culturali ecclesiastici e per la Basilica di S. Marco e mons. Valter Perini, vicario episcopale per la evangelizzazione e la catechesi – hanno letto la lettera con cui il cardinal Scola ha nominato monsignor Redaelli suo procuratore, per anticipare così la presa di possesso della diocesi rispetto alla data fissata per l’ingresso, il prossimo 25 settembre. È stata poi aperta e mostrata al Collegio dei Consultori della diocesi – presenti alla celebrazione insieme ai Vescovi ausiliari, al Capitolo Metropolitano, al Consiglio Episcopale Milanese e al personale della Curia Arcivescovile – la Lettera Apostolica di Benedetto XVI con cui il 28 giugno scorso Benedetto XVI aveva nominato il cardinal Angelo Scola Arcivescovo di Milano. Il cancelliere arcivescovile, don Marino Mosconi, ne ho poi dato lettura in lingua italiana.
Conclusi questi due rituali, monsignor Redaelli si è seduto sulla cattedra episcopale, dando ufficialmente inizio all’episcopato di Scola a Milano, mentre l’assemblea rendeva grazie al Signore e nell’aria risuonavano le campane del Duomo.
Dalla cattedra, il vescovo procuratore ha guidato la celebrazione della liturgia delle ore. Introducendo un breve momento di silenzio, ha voluto sottolineare un passaggio della Lettera Apostolica in cui il Benedetto XVI invoca la grande tradizione della diocesi come sostegno nel difficile compito di guidare la Chiesa milanese: «Siamo chiamati in causa perché l’arcivescovo Scola senta il sostegno non solo della grande tradizione ambrosiana, ma di tutti noi, Chiesa vivente », ha detto monsignor Redaelli, dicendosi certo, in comunione con il Papa, che il nuovo pastore della diocesi «sarà il Vescovo di tutti, senza tralasciare nessuno».
Al termine della celebrazione in Duomo, il procuratore, passando per il camminamento sotterraneo, ha raggiunto la Cappella privata dell’Arcivescovo. Qui il cancelliere monsignor Mosconi ha letto il verbale della presa di possesso appena avvenuta, che è stato poi firmato da monsignor Redaelli, da monsignor Angelo Mascheroni e dai membri del Collegio dei Consultori.
La presa di possesso è l’atto giuridico con il quale chi viene nominato Vescovo diventa a tutti gli effetti e formalmente il pastore della diocesi che gli è stata affidata. È significativo che questo non si sia ridotto a un mero atto burocratico ma sia avvenuto nel corso di una celebrazione, alla presenza anche di molti fedeli. Un piccolo assaggio dell’abbraccio della folla che accoglierà con gioia l’arcivescovo Scola al suo ingresso solenne in diocesi, il prossimo 25 settembre.  

 

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