Cambiano i bisogni, non la generosità. Delle suore e della gente di Cinisello Balsamo. Ha una storia lunga ormai oltre quarant’anni la Casa dell’Accoglienza di Cinisello – che l’Arcivescovo visiterà durante la Visita pastorale al Decanato -, come racconta la sua responsabile suor Maria Teresa Cattaneo: «Nel 1979 alcune famiglie che non volevano più in casa le figlie incinte hanno bussato da noi». Presentata la necessità in Consiglio pastorale, è iniziata così l’accoglienza. Una famiglia ha messo a disposizione un appartamento, che sarebbe stato destinato al nascituro. E hanno risposto all’appello una cinquantina di volontari, non solo della parrocchia di Sant’Ambrogio (la chiesa centrale di Cinisello).

Ricostruire la persona

Ora i problemi sono più grandi, nota suor Teresa: «Dominano la violenza, le dipendenze, l’incapacità genitoriale». Da alcuni spazi dell’oratorio nel 1998 è nata la Casa attuale, con la prima pietra benedetta dal cardinale Martini. Si è andati oltre il volontariato, fino ad arrivare alle 11 educatrici attualmente impiegate. Due anni il tempo di permanenza delle mamme, che qui arrivano segnalate dai Servizi sociali. «Sono donne distrutte, che hanno bisogno di essere accompagnate – spiega la religiosa -. Noi ci preoccupiamo di “ricostruire” la persona, lavoriamo perché queste donne riacquistino sicurezza, perché non cadano nei vizi».

Ma resta il problema del lavoro, e della casa. Una situazione di fragilità alle spalle, sottolinea, è spesso uno stigma per trovare un’occupazione. Si sono dunque allargati ancora gli spazi, con due appartamenti destinati alla vita autonoma delle mamme, per un periodo di tre anni. Una dimensione che ha dato i suoi frutti: «Le donne hanno trovato lavoro ed è scattata la scintilla della cura educativa verso i figli». Per l’ulteriore passaggio a una casa propria è preziosa la collaborazione con le cooperative edificatrici: «Per chi ha fatto un percorso di cinque anni con noi – mette in chiaro la religiosa – possiamo ormai offrire delle garanzie».

In sinergia con la città

Sull’onda dei nuovi bisogni, è nata anche “Casa Gabri”, un centro diurno per bambini che vengono da famiglie fragilissime, per problemi psichiatrici o di tossicodipendenza. Sono numeri in aumento, lancia l’allarme suor Teresa, che torna però a sottolineare la collaborazione con la città: «A Cinisello, chi ha bisogno bussa ancora da noi. Ovviamente, da sole non siamo in grado di risolvere i problemi, ma il nostro è anche un prezioso punto di osservazione. In Consiglio pastorale, nei tavoli in Comune si cercano, insieme, delle soluzioni».

Continua anche la risposta dei volontari. Ora sono in 35, e c’è anche chi, pur se non se la sente di partecipare con una presenza costante, viene per i vari laboratori che si fanno con le donne: «Per le ospiti i volontari diventano una presenza di famiglia, ed è come se portassero la città all’interno della Casa», li ringrazia suor Teresa. Che, testimone di questo scambio, aggiunge qualche considerazione: «Abbiamo aperto molti sportelli, ma abbiamo soprattutto bisogno di aprire dei “luoghi”. E sempre più mi convinco che come comunità dobbiamo arrivare a un’accoglienza libera, pura. Non possiamo più dividere i buoni e i cattivi. Porgere la mano a una persona significa metterla nella condizione di cambiare».