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Ricordo

La «beatitudine di mezzanotte» di don Vittorio Ferrari

A Cesano Maderno l’Arcivescovo ha celebrato la Messa in suffragio del sacerdote ambrosiano “fidei donum” in Perù, morto il 30 dicembre: pubblichiamo l'omelia

8 Gennaio 2022
Don Vittorio Ferrari (primo a destra) durante la visita dell'Arcivescovo in Perù nel 2020

La «beatitudine di mezzanotte» – quella proprio di coloro ai quali «il giorno non basta per il servizio che devono rendere al Signore», perché «c’è ancora una persona che aspetta, c’è ancora un aiuto da dare, c’è ancora un messaggio da mandare» e quindi «le ore del giorno non bastano, il tempo non basta mai» – è il cuore dell’omelia che l’Arcivescovo ha pronunciato ieri sera nella parrocchia di Santo Stefano a Cesano Maderno, in suffragio per don Vittorio Ferrari, il sacerdote ambrosiano fidei donum in Perù, morto improvvisamente nel Paese sudamericano nella notte tra il 29 e il 30 dicembre, a 82 anni.

Don Vittorio aveva deciso di partire in missione come fidei donum ormai in età avanzata e svolgeva il suo ministero nella parrocchia di San Jeronimo a Sayan dal 2005. Come era suo desiderio, è stato tumulato proprio a Sayan, dopo la Messa funebre celebrata nella piazza del paese venerdì 31 dicembre (qui il ricordo del confratello don Antonio Colombo).

Appassionato del bene, da giovane e da vecchio

Ecco allora il senso della «beatitudine di mezzanotte» evocata dall’Arcivescovo, «di quelli che sono appassionati del bene» e lo fanno «quando sono giovani e quando sono vecchi». Con un interrogativo: «Questa beatitudine è riservata a uomini e donne eccezionali, con ruoli particolarmente importanti, con qualità e virtù speciali, oppure per tutti?». La risposta è contenuta nella «testimonianza e il ministero di don Vittorio», che «sperimenta ora la beatitudine di mezzanotte e ci fa giungere il suo messaggio: “Io sono stato felice nel servire di giorno e di notte. Non ho doti particolari, non ho avuto incarichi di particolare responsabilità: forse non ne sarei stato capace. Ma sono contento della vita che ho vissuto, di giorno e di notte e il mio Signore è venuto nel cuore della notte e ha portato a compimento la mia gioia. Vivete anche voi come servi fedeli, come servi operosi, come servi modesti e generosi, come servi che prestano servizio ai fratelli senza giudicare chi lo meriti e chi non lo meriti; servite anche voi non per farvi notare, ma per consolare e soccorrere; servite anche voi, anche nei momenti oscuri della storia, per seminare un po’ di luce. Vivete anche voi, come servi fedeli e siate felici: è per voi la beatitudine di mezzanotte”».