«Il Kazakhstan ha fatto scelte molto positive, come quella di dire “no” alle armi nucleari e quella di buone politiche energetiche e ambientali. In questo è stato coraggioso. In un momento in cui questa tragica guerra ci porta a che alcuni pensino alle armi nucleari, quella pazzia, questo Paese ha detto “no” alle armi nucleari». A sottolinearlo è papa Francesco, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, dedicata al suo recente viaggio nel Paese asiatico in occasione del settimo Congresso dei leaders delle religioni mondiali e tradizionali.
«Oltre al Congresso – ha proseguito -, questo viaggio mi ha dato modo di incontrare le Autorità del Kazakhstan e la Chiesa che vive in quella terra. Di qui il richiamo all’incontro con il presidente della Repubblica e il discorso rivolto ai governanti, ai rappresentanti della società civile e al corpo diplomatico. «Ho messo in risalto la vocazione del Kazakhstan a essere Paese dell’incontro – ha ricordato il Pontefice -: in esso, infatti, convivono circa centocinquanta gruppi etnici e si parlano più di ottanta lingue. Questa vocazione, che è dovuta alle sue caratteristiche geografiche e alla sua storia, è stata accolta e abbracciata come un cammino, che merita di essere incoraggiato e sostenuto. Come pure ho auspicato che possa proseguire la costruzione di una democrazia sempre più matura, in grado di rispondere effettivamente alle esigenze dell’intera società».
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