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27 marzo

I catecumeni professano la loro fede

Un cammino condizionato, ma non impedito dalla pandemia, che anzi ha stimolato legami ancora più intensi con gli accompagnatori. La Traditio Symboli con i giovani ultima tappa prima di ricevere a Pasqua i sacramenti dell’iniziazione cristiana

di don Antonio COSTABILEResponsabile del Servizio diocesano per la Catechesi

21 Marzo 2021

La complessa situazione in cui ci troviamo a vivere a causa della pandemia interessa anche i giovani e gli adulti che, dopo i primi passi di cammino catecumenale, si stanno preparando a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella prossima Pasqua. Siamo al cuore del cammino con il tempo della purificazione e dell’illuminazione (cfr IG 50). I disagi, che di fatto si riscontrano anche nell’accompagnare una o più persone nell’itinerario, non hanno però impedito un cammino fecondo e autentico di fede.

Così si esprime una coppia di accompagnatori rileggendo la loro esperienza con una catecumena: «Il percorso che stiamo compiendo con la nostra catecumena, nonostante le difficoltà, legate al particolare periodo, che ci costringono a utilizzare modalità d’incontro non convenzionali, ma solo in teleconferenza, è arricchito da un’intesa e da un legame unico, mai provato prima, che riteniamo possa realizzarsi con questa intensità grazie alla presenza dello Spirito Santo… Siamo grati al Signore per averci donato l’opportunità e la grazia di compiere questo cammino con questa nostra sorella».

Mi sorprende sempre il racconto di vita di giovani e adulti catecumeni che si sono lasciati interpellare dalla Buona Notizia attraverso incontri con persone, testimoni gioiosi della propria fede, mediante percorsi di ricerca esistenziale, a volte anche tormentati o contrastati, con esperienze che hanno segnato una svolta decisiva nella loro vita. I catecumeni sono un dono speciale, direi unico, nella Chiesa, perché ricordano a ogni comunità cristiana il compito materno di generare e accompagnare nella vita cristiana. A volte sono poco considerati e seguiti quasi a lato del vissuto relazionale delle nostre comunità. Invece la loro disponibilità a diventare cristiani dovrebbe essere un pungolo, uno stimolo propositivo per tutti i credenti a ritrovare il gusto e la gioia di annunciare e testimoniare il Vangelo, ad accogliere e mettersi a fianco di persone che sono in ricerca e che non sempre trovano fratelli e sorelle disponibili a mettersi in ascolto e condividere una cammino di fede.

Nonostante le difficoltà che permangono per la situazione sanitaria ancora molto critica, soprattutto per gli spostamenti, non mancherà l’occasione di una celebrazione diocesana per i catecumeni insieme ai giovani, che sia un segno particolare di accoglienza da parte della Chiesa ambrosiana e di conferma della loro decisione di professare e vivere la fede cristiana.  

Solitamente, secondo l’antica tradizione, nelle domeniche di Quaresima si realizzano gli scrutini in modo da sanare le fragilità e rafforzare le qualità di vita conforme al Vangelo. In prossimità della celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, poi, viene svolta una Veglia di preghiera nella quale simbolicamente l’Arcivescovo consegna il Simbolo della fede e chiede di professare pubblicamente il Credo. La Traditio Symboli avverrà sabato 27 marzo in Duomo, con la possibilità di partecipare in presenza per chi risiede a Milano e online per gli altri.

«Nel Simbolo della fede, in cui si ricordano le meraviglie che Dio ha fatto per la salvezza degli uomini, gli occhi dei catecumeni eletti sono profusi di fede e di gioia. Nella preghiera del Signore gli eletti conoscono più profondamente il nuovo spirito filiale con il quale, specialmente durante la celebrazione eucaristica chiameranno Dio con il nome di Padre» (cfr. RICA, n.25).

 

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