Link: https://www.chiesadimilano.it/news/chiesa-diocesi/francesco-il-papa-che-giocava-allattacco-2835660.html
Speciale

Papa Francesco, una vita per la Chiesa

Radio Marconi ospiti
Share

La passione

Francesco, il Papa che giocava all’attacco

Giovanissimo praticante, poi tifoso di calcio e amico dei campioni: il Pontefice era legato allo sport in modo forte, sincero, genuino. Ma soprattutto vi vedeva una scuola di vita: come quando parlò ai ragazzi del Csi nel 2014...

di Mauro COLOMBO

23 Aprile 2025
L'incontro tra papa Francesco e Diego Armando Maradona in Vaticano nel 2014 (foto Vatican News)

Il bambino che giocava a pallone con i suoi coetanei nella plazoleta Herminia Brumana, al centro del barrio Flores a Buenos Aires. Il tifoso appassionato del San Lorenzo de Almagro, una delle cinque “grandi” del calcio argentino. Il Papa amico di Maradona, Messi, Zanetti e Julio Velasco. Il Pontefice che nel 2021 rilasciò una storica intervista alla Gazzetta dello Sport, in cui spiegò che «per me allenarmi è chiedere ogni giorno a Dio “Che cosa vuoi che faccia?”. È confrontarmi con Lui come con un allenatore». E che il giorno dopo, letto e apprezzato il giornale, telefonò in redazione per congratularsi.

Quello di papa Francesco con lo sport è stato un legame forte, sincero, genuino. Quando è risuonato il triplice fischio della sua “partita” terrena, lo sport italiano lo ha riconosciuto. Alla notizia della morte del Pontefice il presidente del Coni Malagò è stato tra i primi a manifestare il suo cordoglio. Il 21 aprile tutte le competizioni sono state sospese e lo stesso avverrà sabato 26, il giorno dei funerali. La stampa specializzata l’ha omaggiato con titoli celebrativi («Il campione di tutti», Gazzetta, «Campione del mondo», Tuttosport) e fantasiosi («Tanto Padre», Corriere dello Sport).

Papa Francesco ha vissuto lo sport con passione autentica. Da tifoso caliente ha sofferto quando la sua Argentina perse la finale mondiale del 2014 con la Germania (in un “confronto” inedito tra Papi, ebbe la meglio l’emerito Benedetto XVI…). Ha gioito nel 2022, dopo la vittoria iridata in Qatar. Ma soprattutto ha sempre visto nello sport una scuola di vita. E se ne è servito in chiave educativa, ricorrendo spesso a immagini sportive per esemplificare concetti che gli stavano a cuore.

«Lo sport è armonia, ma se prevale la ricerca smodata del denaro e del successo questa armonia si rompe»: è una riflessione raccolta ne In gol con Papa Francesco (In Dialogo), curato nel 2014 da don Alessio Albertini, allora consulente ecclesiastico nazionale del Centro sportivo italiano. Eccone altre, in cui lo sport è innalzato a metafora della fede: «Il sacrificio unisce sport e religione: dare sacralità alla fatica. L’atleta e il santo vanno oltre». «La parabola di Matteo insegna che Dio è un allenatore esigente: se sotterri il talento, esci dalla sua squadra». «Ci si salva solo di squadra, come Mosè e il suo popolo».

Sempre nel 2014, in piazza San Pietro, circondato da circa 70 mila tra ragazzi, allenatori e dirigenti, papa Francesco fece festa al Csi che compiva 70 anni. Nel comunicato di cordoglio l’ente di promozione sportiva ha ricordato le sue parole di quel giorno: «Cari ragazzi, che lo sport rimanga un gioco! Solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito. E proprio perché siete sportivi, vi invito non solo a giocare, come già fate, ma c’è qualcosa di più: a mettervi in gioco nella vita come nello sport». In quell’occasione fu nominato “capitano” dello sport in oratorio: «Vi ringrazio. Da capitano vi sprono a non chiudervi in difesa,ma a venire in attacco, a giocare insieme la nostra partita, che è quella del Vangelo». Una “tattica” vincente.