Una giornata splendida: il sole illuminava il cielo terso; la gente si è messa in viaggio proveniente da luoghi lontani, numerosa e festante per fare esperienza di fede. Così si può descrivere il Pellegrinaggio giubilare regionale a Sotto il Monte svoltosi il 15 maggio, al quale hanno partecipato circa 300 tra Collaboratori familiari del Clero, i sacristi, gli amici del Seminario, i laici volontari impegnati nelle parrocchie in servizi di assistenza e segreteria provenienti dalle Diocesi della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia e Romagna.
Ha presieduto l’incontro l’Arcivescovo metropolita di Lombardia monsignor Mario Delpini. È stata l’occasione per dare inizio a un sogno, suggerito e condiviso dall’ Arcivescovo, per creare legami tra persone che vivono, nel servizio ai sacerdoti, una forte vicinanza al loro ministero apostolico. Questa vicinanza al prete è fatta di collaborazione diretta, esige un rapporto fatto di preghiera, cura alla vocazione del prete, collaborando nelle attività che svolgono, per alleggerire i loro compiti materiali e lasciare spazio allo svolgimento del ministero.

In un clima festoso e solenne si è svolto l’incontro. L’Arcivescovo ha suggerito nella meditazione alcuni punti focali per vivere l’anno giubilare: chiedere la grazia della guarigione dal peccato, perché Gesù opera la liberazione dal male; non ritornare sul male commesso perché Gesù ha perdonato; rivolgere lo sguardo a Gesù che si propone come amico e invita a dimorare in lui per ritrovare lo stupore e la gioia.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dai vescovi Delpini e Beschi e concelebrata dai numerosi sacerdoti assistenti. È stato un momento molto intenso, raccolto e partecipato, accompagnato dai canti che hanno esaltato la preghiera dell’assemblea nella partecipazione all’azione liturgica. Nell’omelia l’Arcivescovo, commentando le letture del giorno, ha descritto i segni dell’accoglienza proposti da Gesù: «In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che manderò accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv13,20). Indicando di attraversare la porta della misericordia – la porta santa – ci ha mostrato il perdono e l’indulgenza plenaria, con il segno della tavola sollecita a stabilire relazioni fraterne, sugellate dai doni che vengono condivisi.

Al termine della Messa si è avviata la processione dei, fedeli seguiti da sacerdoti e Vescovi verso il Giardino della pace: un percorso da compiere verso la cripta ricordando le virtù eroiche di San Giovanni XXIII, davanti alla maestosa statua di papa Giovanni, che interpreta l’abbraccio della Chiesa ai suoi figli, in ricordo della famosa carezza di quella lontana sera. Qui, dopo la recita della Supplica a San Giovanni XXIII, è stato consegnato il messaggio dal titolo «La pace sia con voi», sottoscritto dall’Arcivescovo e dal Consiglio pastorale diocesano.
A questi momenti solenni, vissuti con commozione e affetto, è seguito quello conviviale ai tanti tavoli predisposti con cura per stabilire relazioni festose, ascoltarsi, raccontarsi le gioie, le fatiche e le speranze.
Cosa resterà di questo incontro? Una giornata di sole limpida e calda, un’esultanza dei cuori per la partecipazione giubilare, conoscenze e amicizie nuove scritte nei sorrisi e nei saluti dei partecipanti.
«Lasciate riposare la terra… Gli Operatori… I Responsabili delle Istituzioni…». Il Tema dell’ultimo Discorso alla Città è stato utilizzato scherzosamente per fare un omaggio all’Arcivescovo per il suo 50° di ordinazione presbiterale, invitandolo a sostare per una pausa ristoratrice. Rimarrà inascoltato questo appello?




