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19 maggio

Delpini incontra le persone con disabilità uditiva

Al Centro Asteria mattinata di testimonianze e dialogo sui vissuti di fede e il rapporto con le parrocchie. Attivo un servizio di interpretariato L.I.S. e di sottotitolazione

di Annamaria BRACCINI

11 Maggio 2018

«È stato lo stesso Arcivescovo, all’inizio del suo ministero nel settembre scorso, a scrivere una lettera indirizzata a don Luigi Poretti, cappellano per i fedeli sordi, chiedendo di trovare le modalità d’incontro con la Comunità delle persone con disabilità uditiva presenti sull’intero territorio diocesano». A raccontare l’origine dell’appuntamento di sabato 19 maggio presso il Centro Asteria (piazza Carrara 17, Milano) alle 10, è don Paolo Fontana, responsabile del Servizio per la Pastorale della Salute.

Anche con questa scelta la Chiesa di Milano testimonia la sua attenzione per quanti soffrono di malattie o disabilità…
Certamente l’Arcivescovo, come anche in altre occasioni, si è sempre mostrato sensibile e ha cercato di incontrare tutte le persone presenti sul nostro territorio, che siano sofferenti o ricoverate in ospedale. Le persone con disabilità uditiva certamente portano con loro un desiderio grande: quello di vivere fino in fondo la fede. Proprio per questo monsignor Delpini desidera rapportarsi con loro, per cercare meglio, insieme, come fare e come attrezzarsi sempre più.

È poi lo stesso don Poretti a spiegare modalità e significato di questo primo incontro con l’intero mondo dei non udenti.

Come si articolerà il momento al Centro Asteria?
Ci saranno i due rappresentanti di vertice degli enti coinvolti che porgeranno il saluto iniziale: il presidente dell’Ente Nazionale Sordi e il direttore del Pio Istituto Sordi.

Quante presenze vi attendete? Avverrà un confronto tra Delpini e i partecipanti?
Abbiamo raccolto 270 iscrizioni e abbiamo anche invitato gli operatori del settore. Tre sordi porteranno le loro testimonianze, poi parlerà l’Arcivescovo e seguiranno interventi liberi. Ci si concentrerà sui vissuti di fede e sul rapporto con le parrocchie.

Ci sarà una traduzione nella LIS, la Lingua dei Segni Italiana?
Sì, ci saranno sottotitolazioni e interpreti, come in tutti gli incontri che organizziamo e in occasione delle celebrazioni.

Qual è, secondo il suo modo di vedere, il problema più grave che hanno i sordi nella società odierna?
L’esclusione. Quindi l’inclusione è l’obiettivo primo da perseguire in ogni ambito. Infatti su questo insisteranno parte delle testimonianze. Non mancano le richieste perché ci sia un’attenzione maggiore nei confronti di questo mondo, in larga parte sconosciuto, anche perché si tratta di un tipo di disabilità non immediatamente evidente. Celebrando la Messa domenicale per i sordi, ci si può rendere conto di quanto il problema, anche a livello parrocchiale ed ecclesiale, sia spesso ignorato.

Qual è, attualmente, l’età media di chi ha difficoltà nell’udire?
Prevalentemente sono persone mature. Abbiamo tanti anziani che hanno frequentato il Pio Istituto Sordi, il quale fino al 1993 – nel 1992 una Legge nazionale ha inserito tutti i portatori di handicap nella scuola pubblica – aveva anche tre Collegi che accoglievano bambini per l’insegnamento specifico a questa categoria.