Per secoli fu possedimento della famiglia dei Visconti, Signori di Milano. Più recentemente, molti lombardi vi dimorano per motivi di vacanza. Questo legame ininterrotto fra la Val Vigezzo e il capoluogo lombardo troverà ulteriore manifestazione domenica 23 luglio alle 16.30. Nel santuario di Re – per volontà del rettore, monsignor Giancarlo Julita – l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, celebrerà una Santa Messa a cui sono invitati sia i fedeli locali, sia i turisti.
La storia
Un gesto blasfemo, lanciato nel 1494, provocò l’effusione miracolosa del sangue sopra l’effige della «Madonna del Latte» dipinta sulla facciata della chiesa. Solo diverso tempo dopo l’evento, nel 1627, l’antica parrocchia di San Maurizio, dove si trovava l’affresco, fu completamente ricostruita e l’immagine miracolosa posizionata sull’altare.
A promuovere il nuovo edificio (che trovò poi espansione per incorporazione nella prima metà del XX sec) fu l’allora vescovo di Novara, Carlo Bascapè. Il quale – ulteriore felice coincidenza – fu precedentemente segretario particolare e primo biografo di San Carlo Borromeo. La presenza dell’attuale presule di Milano a Re, in questo mese di luglio, farà quindi riemergere dalla memoria tante affinità tra le due diocesi confinanti.
Una spiritualità arricchita
L’occasione darà modo di rilanciare, inoltre, una idea cara a monsignor Delpini, quella di «Chiesa dalle genti». Una spiritualità, cioè, arricchita dalla popolazione in mobilità. Anche qui sperimentata.
Il culto della «Madonna del sangue», infatti, non è limitato al solo territorio valligiano. Fu esportato dagli emigrati, soprattutto spazzacamini, che hanno cercato fortuna e sicurezza altrove. Con loro hanno sempre portato l’immagine sacra. Una di queste, l’8 luglio 1685, ha rinnovato la sanguinazione miracolosa a Klatovic, in Boemia, nell’abitazione di Anna Hirshberger, figlia dello spazzacamino vigezzino Bartolomeo Ricolt. L’immagine è custodita nella chiesa decanale sopra l’altare maggiore. Ma vi sono anche altri santuari dedicati alla «Madonna del sangue»: in Tirolo (San Paolo), in Germania (Bergatreute), in Ungheria, nella vicina Svizzera.
Una devozione locale ha modellato, così, il volto di Chiese lontane che accoglievano i nuovi arrivati. Nel piccolo, anche i turisti partecipano di tale scambio biunivoco.