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Incontro

Delpini: «Giovani, siate protagonisti nella concretezza e prendetevi cura dei coetanei»

L'Arcivescovo ha partecipato al tradizionale incontro con sindaci e pubblici amministratori del territorio, promosso come ogni anno dalla Commissione per l’animazione socio-culturale della Zona V

di Annamaria BRACCINI

3 Maggio 2025

«La persuasione che tutto è connesso, come ha detto spesso papa Francesco, con la consapevolezza che la determinazione di un tema, di una categoria, è utile per avviare un intervento, un’attenzione specifica, ma sapendo anche che nessuno può fare da solo. Il “tutto è connesso indica quella visione complessiva che ci dà la percezione che i particolari sono all’interno di una complessità che qualifica il nostro tempo. Poi, la percezione del senso del limite, perché non abbiamo la presunzione di risolvere tutti i problemi, ma sentiamo la responsabilità delle relazioni. Certo, non posso salvare tutti i ragazzi che non escono di casa, ma posso aiutare un ragazzo che conosco, dire una parola. Magari è un intervento modesto, ma al quale non possiamo sottrarci. È chiaro che l’amministrazione comunale o la Diocesi hanno una visione d’insieme, ma non si tratta di affrontare i problemi solo da un punto di vista gestionale, organizzativo o di risorse, ma è una questione anche di responsabilità personale. Infine, mi sembra preziosa la convinzione che i giovani non sono i destinatari di un accudimento, ma hanno la responsabilità di occuparsi dei loro coetanei. Sono, insomma, protagonisti».

L’incontro

A segnare questi tre punti fermi è stato l’Arcivescovo, al termine dell’articolato e approfondito incontro – ormai tradizione da 7 anni – con i Sindaci e gli Amministratori del territorio della Zona pastorale V: la provincia di Monza e Brianza, a cui si aggiungono alcuni Comuni del comasco da Cantù a Mariano Comense, per un totale di circa quasi 900.000 abitanti. A dialogare, quest’anno con un’innovazione del format suggerita dal vescovo Delpini, anche i giovani coinvolti su problematiche particolarmente rilevanti per il governo della cosa pubblica, con lo specifico riferimento alle riflessioni del Discorso di SantAmbrogio 2024. Un confronto, quindi, a tre, promosso come sempre dalla Commissione per lanimazione socio-culturale della Zona V e coordinato da Sabino Illuzzi.

Da qui gli interventi dei 6 “portavoce”, un giovane e un Sindaco per ciascuno dei 3 temi scelti, o meglio, per i Tavoli: “Ripensare i momenti e le forme di ascolto dei giovani; Investire nei luoghi di aggregazione e Fare di più rete, valorizzando risorse e iniziative delle singole realtà e facilitando una maggiore coesione valoriale e sociale”.

Le richieste dei giovani

Molto interessanti alcuni spunti preparati dai giovani come quello sul ripensamento dell’ascolto, che hanno trovato la piena adesione e condivisione degli amministratori.

«A fronte dei profondi e veloci cambiamenti avvenuti in questi anni, occorre ripensare l’ascolto dei giovani coinvolgendoli direttamente nelle “cose” che li riguardano, innovando quanto già in essere, per esempio le consulte giovani, e allargando l’orizzonte, sia nel territorio e sia sugli aspetti di sogno e di visione», viene osservato dal portavoce giovanile del primo Tavolo.

E così pure anche sul secondo ambito, occorre, viene detto, «investire in primis nei luoghi di aggregazione che già ci sono perseguendone una rigenerazione come luoghi di rinnovata alleanza tra generazioni, in cui coltivare il senso di comunità: scuole, oratori, associazioni, biblioteche, realtà sportive, case di cura».

Di particolare interesse la necessità di una partnership tra comune, oratori e chiesa. «Gli oratori sono luoghi già deputati all’aggregazione delle persone e, infatti, in alcune realtà funzionano già molto bene; per questo motivo, sarebbe auspicabile un maggior coinvolgimento della realtà civile – sia in termini di risorse che di iniziative – in modo da ampliare la proposta e permettere di aprire questi luoghi anche a coloro che si sentono lontani. In questo modo, si ovvierebbe anche al problema degli oratori chiusi in diversi comuni brianzoli».

Per il terzo Tavolo, i giovani evidenziano la necessità, anche comunicativa, di coordinarsi meglio e di più con le associazioni. Infatti, «c’è molta frammentazione perché manca un canale unico di comunicazione tra associazioni con intenti comuni o presenti in territori vicini. È importante parlarsi e conoscersi di più tra le diverse realtà del territorio, promuovendo le esperienze virtuose e laddove possibile mettendo insieme le forze, dialogando il più possibile con i giovani che hanno buone potenzialità e possono dare il loro valore aggiunto».

I giovani protagonisti

Un dialogo a 360° che, in conclusione, viene valutato dall’arcivescovo come molto positivo,  quando, appunto, emerge un «protagonismo giovanile» che fa ben sperare e la necessità di «andare più nel concreto, con la fiducia di percorrere un cammino promettente, anche se non semplice», nota monsignor Delpini che indica anche alcune ulteriori piste di riflessione e ricerca. «A quali giovani stiamo pensando?», chiede, infatti. «Chi sono, al di là della tradizionale porzione temporale di appartenenza che li colloca tra i 18 e i 35 anni? Come i ragazzi interpretano se stessi?».  

«Sono una fascia molto diversificata e complessa, ma, forse, dobbiamo indicare loro una maggiore determinazione e responsabilità, comprensione e profondità nel prendersi cura dei coetanei».

E, ancora, nell’anno del Giubileo e nel richiamo all’ultima edizione del “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo, il tema cruciale della speranza. «Troppo spesso mi pare che la speranza sia interpretata come qualcosa di volontaristico, e questo è un poco retorico. La speranza è, invece, la risposta a una promessa, ma se gli adulti sono scoraggiati e depressi, quale futuro promettente potranno sperare i giovani?». 

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