La meta è per tutti Lisbona, per la Giornata mondiale della Gioventù, ma non tutti i giovani la raggiungeranno allo stesso modo. C’è chi andrà in aereo, chi in pullman, o ancora auto e pulmini…
Viaggiare lento
Fuori dal comune il viaggio in bicicletta, come quello scelto dalla Comunità pastorale San Benedetto di Bulgarograsso e Guanzate, nel decanato di Appiano Gentile, che metterà alla prova lo spirito come il fisico. Nel 2011 in più di 40 raggiunsero sui pedali Madrid per la Gmg, partendo da Milano e Binzago; ora arrivare a Lisbona, partendo da Madrid, significa idealmente proseguire un pellegrinaggio che attraversa l’Europa occidentale.
«Spostarsi in bicicletta è un modo di viaggiare lento, permette di vedere e conoscere la strada che si percorre e scoprire qualcosa di più delle persone che si incrociano – spiega, don Alessio Bianchi, il parroco con la passione per la bicicletta -. Quando la meta è importante, cercata da molte persone, è meraviglioso avvicinarvisi piano piano, facendo fatica e scoprendo qualche particolare dei luoghi che attraversi».
La proposta del parroco ha raccolto diversi assensi, tra lo stupore di tutti. Il gruppo di giovani è composto da circa 20 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 22 anni, e diversi adulti, tra cui suore, preti e seminaristi, alcuni coinvolti nel fondamentale supporto con i pulmini, per intervenire in caso di necessità e curando l’aspetto dei pasti. La vera sfida sono i quasi 700 km da macinare in sella. Sui pedali si impara a essere umili, confrontandosi con i propri pregi e i propri limiti, e a conoscere meglio gli amici “compagni di viaggio”, quando possono essere di aiuto e quando invece occorre spronarli.
Il cemento dell’amicizia
Tra i “ciclisti” c’è Federico Pini, 22 anni: «Pedaleremo circa 100 km al giorno, verso il Portogallo, in una zona della Spagna caratterizzata dall’altopiano Meseta, in un paesaggio che si prospetta principalmente montano, con un’elevata temperatura tipica dell’agosto spagnolo. Le notti le passeremo lungo il percorso, ospiti in ostelli per pellegrini e parrocchie».
Tra proposte di autofinanziamento (cena animata per le famiglie, vendita di torte o libri) e piccole preoccupazioni, ognuno, a modo suo, si sta preparando a partire, dalla scelta della bici da portare a giri in zona come allenamento. La voglia è tanta e si vede, la squadra è unita da forti amicizie maturate nel corso del tempo grazie alle numerose attività ed esperienze vissute insieme. «La vita è un cammino – commenta don Alessio -: i passi che ti fanno davvero crescere non li può fare nessuno al tuo posto, a volte è semplice e altre volte sembra impossibile, sicuramente in compagnia tutto diventa più facile. Lo stesso succede in bici: sei in balia della strada, con le discese e le salite, gli agenti atmosferici, il vento, il sole, la pioggia; nessuno pedala al tuo posto, ma non essere da soli ti dona fiducia e forza, senti che puoi riuscire a raggiungere la meta».
Sarà come percepire che si affianca, sulla strada, lo stesso Gesù, come si è accostato ai due in cammino verso Emmaus: «Lui ha scelto di camminare con noi, ci istruisce, rimprovera e incoraggia, dona al nostro sguardo un modo nuovo di vedere il mondo e al nostro cuore la forza di riprendere con gioia ed energia nuova anche il cammino più insidioso». Una meta che si desidera raggiungere insieme, in un pellegrinaggio a pedali. Un’esperienza che segnerà la vita, perché con pazienza e determinazione, con il contributo di ciascuno, si possono realizzare anche i sogni più audaci.
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