Sirio 26-29 marzo 2024
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Formazione permanente del clero

Sacerdoti ministri del mistero di Cristo

I preti ambrosiani hanno ascoltato in Sant'Ambrogio mons. Cacucci, arcivescovo di Bari, e hanno reso omaggio al corpo del Beato don Carlo Gnocchi

di Filippo MAGNI Redazione Diocesi

27 Ottobre 2009

«La nostra miseria è necessaria al sacerdozio come il sacerdozio è necessario alla nostra miseria perché così il Signore sempre rimane glorioso e noi ne diventiamo la testimonianza, ne diventiamo, per così dire, il sacramento». Con queste parole si è concluso stamattina il discorso ai sacerdoti ambrosiani di mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, intervenuto all’incontro organizzato dalla Formazione permanente del clero presso la basilica di Sant’Ambrogio. «La nostra miseria è necessaria al sacerdozio come il sacerdozio è necessario alla nostra miseria perché così il Signore sempre rimane glorioso e noi ne diventiamo la testimonianza, ne diventiamo, per così dire, il sacramento». Con queste parole si è concluso stamattina il discorso ai sacerdoti ambrosiani di mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, intervenuto all’incontro organizzato dalla Formazione permanente del clero presso la basilica di Sant’Ambrogio. Accompagnare i fedeli nei Sacramenti Alla presenza del cardinale Dionigi Tettamanzi e di oltre 500 sacerdoti riuniti per recitare l’Ora Media, l’arcivescovo barese ha ricordato l’importanza della “mistagogia”, che consiste, ha spiegato, «nel prendere per mano i fedeli per condurli a un’esperienza concreta del rito e, attraverso il rito e le preghiere, farli incontrare con il mistero; metterli, cioè, in rapporto vivo con il Cristo che salva». È l’accompagnamento dei fedeli nei sacramenti che, a detta di Cacucci, spesso manca.Come esempio più evidente, il monsignore ha citato la sproporzione delle energie profuse per la preparazione dei fedeli al matrimonio in confronto a quelle impegnate “post matrimonio”. «Nei Padri della Chiesa del IV–VI sec. – ha precisato – era chiara la distinzione tra la catechesi catecumenale e quella mistagogica. Una distinzione non solo cronologica, giacché la prima preparava ai sacramenti dell’iniziazione, mentre la seconda seguiva immediatamente la loro celebrazione; ma soprattutto ontologica: i sacramenti, infatti, operano una reale trasformazione; il Risorto con l’azione dello Spirito Santo dona ai neofiti una conoscenza ed una vita nuova. In altri termini, l’iniziazione non era intesa come un punto di arrivo, ma di partenza». Da qui nasce, ha spiegato, «la necessità di una mistagogia permanente, che sostenga il credente nella fedeltà al dono ricevuto». Il cammino mistagogico è particolarmente indicato, ha aggiunto, nelle comunità parrocchiali odierne, «che oscillano tra un intellettualismo raffinato e un attivismo snervante, con l’inevitabile conseguenza del perdurare della frattura tra fede e vita». Il ruolo del prete è letto da mons. Cacucci sotto una nuova luce, in quanto «la prospettiva mistagogica della pastorale getta una luce anche sul ministero ordinato perché aiuta a comprendere che il sacerdote è essenzialmente ministro del mistero, cioè un uomo che definisce il suo essere e la sua azione in relazione al mistero di Dio». Il card. Tettamanzi e don Carlo Gnocchi Al termine dell’Ora Media l’arcivescovo di Milano ha ringraziato mons. Cacucci ricordando un episodio che li lega in modo particolare. Si tratta dei primi esercizi spirituali tenuti da Dionigi Tettamanzi ai sacerdoti, ad Eupilio, nel 1975: tra i preti era presente un giovane don Francesco Cacucci. Il cardinale si è infine detto colpito da molti aspetti dell’intervento dell’arcivescovo barese. «In particolare – ha aggiunto – ho capito che il “dopo-sacramenti” non è una sfida impossibile, ma una grande grazia che dà stimoli e chiede fiducia».L’ultimo pensiero è per il beato Carlo Gnocchi. «Sento vivo il bisogno di ringraziare il Signore – ha concluso Tettamanzi – perché questo incontro giunge all’indomani della beatificazione di don Gnocchi, un invito semplice e concreto a dare intensità spirituale a questo anno sacerdotale». Al termine della mattinata i sacerdoti ambrosiani si sono recati nella chiesa di San Sigismondo per rendere omaggio al beato don Gnocchi e soffermarsi a pregare davanti all’urna che ne custodisce le spoglie. Alle 12,30 il corpo del beato è stato portato nel centro “Santa Maria Nascente” di via Capecelatro, dove rimarrà sempre esposto per i fedeli che desiderano incontrarlo. – – L’incontro in basilica con i sacerdoti ambrosiani – Il ritiro dei preti diocesani a S. Ambrogio (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2009/Testo_mons_Cacucci.pdf) – Photogallery