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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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La storia

«Mi impegno a vivere un Natale sobrio»

Matteo frequenta la IV elementare a Milano�e�in un tema riprende le 5 "R" della Lettera natalizia del Cardinale ai bambini: «Devo regalare ai bisognosi qualcosa»

di Stefania CECCHETTI Redazione

10 Dicembre 2009

Matteo Sartor, alunno della IV A dell’Istituto scolastico paritario “Cor Jesu” di via Teano 21 a Milano deve aver proprio apprezzato la Lettera ai bambini inviata dal cardinale Tettamanzi a tutti i ragazzi della Diocesi ambrosiana. Chiamato a svolgere un compito a partire dalle cinque “R” proposte dall’Arcivescovo, non solo ha meritato un bel dieci, ma il dirigente scolastico dell’Istituto, suor Laura Mazzoleni, ha voluto inviare al Cardinale il testo del tema, accompagnato da queste parole: «Le possiamo garantire che i nostri alunni beneficiano molto della dedizione con cui si adopera per loro». «Sono lieto delle risonanze sulla mia Lettera ai bambini – ha risposto l’Arcivescovo -. So che esse nascono dalla vostra attenta opera educativa e di cuore ringrazio lei e tutti gli insegnanti dell’Istituto per il vostro prezioso impegno».
Ma veniamo all’elenco degli impegni che Matteo si è preso a partire dalle cinque “R”. Il primo riguarda la riduzione degli acquisti natalizi: «Bisogna pretendere meno da Babbo Natale – scrive il bambino – e cercare di mettere qualcosa nella cassettina per persone meno fortunate, il mio impegno è chiedere di meno». Mentre riguardo al riciclare, il bambino suggerisce di «usare più volte la carta in modo da tagliare meno alberi che sono utili per la nostra salute, quindi il mio impegno è non sprecare carta e altre cose che si possono riutilizzare».
Matteo prosegue il suo compito parlando del rispetto per gli oggetti, che non vanno considerati con la logica dell’usa e getta: «Bisogna cercare di non rompere apposta gli oggetti e vestiti e non buttarli via al primo guasto, il mio impegno è quello di mettere a posto le cose rotte con toppe e utensili senza chiedere a nessuno di comprare cose nuove di zecca con brillantini e cose di vario tipo». E, sempre in tema di rispetto per le cose: «Devo imparare a rispettare il mio banco, l’aula e tutte le cose che mi stanno attorno come libri, scaffali, il divano, le pareti, il mio letto». Ma la cosa più importante, dice Matteo, «è quella di rispettare le persone che ti stanno attorno per essere più nello spirito del Natale».
Ecco perché il cardinale Tettamanzi, nella sua lettera di risposta a questo simpatico bambino dice: «Vedo che hai capito davvero come si può vivere bene il Natale. A Natale festeggiamo la nascita di un Bambino povero e pieno di amore, che ci ha insegnato che la cosa più bella è amare tutti i nostri fratelli. E tu hai capito benissimo che cosa vuol dire amare: vuol dire, in ogni cosa, non pensare soltanto a sé, ma anche agli altri. Nel tuo tema hai elencato tante occasioni in cui puoi dimostrare questo amore: evitando gli sprechi, avendo cura degli oggetti, donando una moneta o un sorriso… So che ti impegnerai in questo cammino e darai il buon esempio non solo ai tuoi compagni, ma anche a tanti adulti che hanno un po’ dimenticato quello che il Bambino, in braccio a Maria, vuol dire a tutti noi. Ascoltiamolo insieme e impariamo a diventare più buoni e più generosi: anche noi saremo più contenti e Gesù ci sorriderà».
Certo le parole dell’Arcivescovo saranno state un grande regalo di Natale per Matteo, un bimbo che ha già le idee molto chiare sul significato dei regali: «Devo regalare ai bisognosi qualcosa, spedendo i risparmi alla Caritas, regalare un sorriso a chi ne ha più bisogno, mettere le monete nella cassettina, diventare amico di tutti, anche di chi non ha amici, regalare coraggio a chi lo ha perso, regalare qualche parola benevola, regalare un po’ di cibo, regalare un abbraccio, giocare con chi non lo sa fare, regalare la felicità, la gioia, ma soprattutto regalare una preghiera a chi ha bisogno di forza per andare avanti».
Di fronte a queste parole non possiamo che dire, insieme al cardinale Tettamanzi: «Caro Matteo, Buon Natale a te e alla tua famiglia». Matteo Sartor, alunno della IV A dell’Istituto scolastico paritario “Cor Jesu” di via Teano 21 a Milano deve aver proprio apprezzato la Lettera ai bambini inviata dal cardinale Tettamanzi a tutti i ragazzi della Diocesi ambrosiana. Chiamato a svolgere un compito a partire dalle cinque “R” proposte dall’Arcivescovo, non solo ha meritato un bel dieci, ma il dirigente scolastico dell’Istituto, suor Laura Mazzoleni, ha voluto inviare al Cardinale il testo del tema, accompagnato da queste parole: «Le possiamo garantire che i nostri alunni beneficiano molto della dedizione con cui si adopera per loro». «Sono lieto delle risonanze sulla mia Lettera ai bambini – ha risposto l’Arcivescovo -. So che esse nascono dalla vostra attenta opera educativa e di cuore ringrazio lei e tutti gli insegnanti dell’Istituto per il vostro prezioso impegno».Ma veniamo all’elenco degli impegni che Matteo si è preso a partire dalle cinque “R”. Il primo riguarda la riduzione degli acquisti natalizi: «Bisogna pretendere meno da Babbo Natale – scrive il bambino – e cercare di mettere qualcosa nella cassettina per persone meno fortunate, il mio impegno è chiedere di meno». Mentre riguardo al riciclare, il bambino suggerisce di «usare più volte la carta in modo da tagliare meno alberi che sono utili per la nostra salute, quindi il mio impegno è non sprecare carta e altre cose che si possono riutilizzare».Matteo prosegue il suo compito parlando del rispetto per gli oggetti, che non vanno considerati con la logica dell’usa e getta: «Bisogna cercare di non rompere apposta gli oggetti e vestiti e non buttarli via al primo guasto, il mio impegno è quello di mettere a posto le cose rotte con toppe e utensili senza chiedere a nessuno di comprare cose nuove di zecca con brillantini e cose di vario tipo». E, sempre in tema di rispetto per le cose: «Devo imparare a rispettare il mio banco, l’aula e tutte le cose che mi stanno attorno come libri, scaffali, il divano, le pareti, il mio letto». Ma la cosa più importante, dice Matteo, «è quella di rispettare le persone che ti stanno attorno per essere più nello spirito del Natale».Ecco perché il cardinale Tettamanzi, nella sua lettera di risposta a questo simpatico bambino dice: «Vedo che hai capito davvero come si può vivere bene il Natale. A Natale festeggiamo la nascita di un Bambino povero e pieno di amore, che ci ha insegnato che la cosa più bella è amare tutti i nostri fratelli. E tu hai capito benissimo che cosa vuol dire amare: vuol dire, in ogni cosa, non pensare soltanto a sé, ma anche agli altri. Nel tuo tema hai elencato tante occasioni in cui puoi dimostrare questo amore: evitando gli sprechi, avendo cura degli oggetti, donando una moneta o un sorriso… So che ti impegnerai in questo cammino e darai il buon esempio non solo ai tuoi compagni, ma anche a tanti adulti che hanno un po’ dimenticato quello che il Bambino, in braccio a Maria, vuol dire a tutti noi. Ascoltiamolo insieme e impariamo a diventare più buoni e più generosi: anche noi saremo più contenti e Gesù ci sorriderà».Certo le parole dell’Arcivescovo saranno state un grande regalo di Natale per Matteo, un bimbo che ha già le idee molto chiare sul significato dei regali: «Devo regalare ai bisognosi qualcosa, spedendo i risparmi alla Caritas, regalare un sorriso a chi ne ha più bisogno, mettere le monete nella cassettina, diventare amico di tutti, anche di chi non ha amici, regalare coraggio a chi lo ha perso, regalare qualche parola benevola, regalare un po’ di cibo, regalare un abbraccio, giocare con chi non lo sa fare, regalare la felicità, la gioia, ma soprattutto regalare una preghiera a chi ha bisogno di forza per andare avanti».Di fronte a queste parole non possiamo che dire, insieme al cardinale Tettamanzi: «Caro Matteo, Buon Natale a te e alla tua famiglia».