Share

Il ricordo

«Don Silvano, un “profeta” della Pastorale familiare»

«Da responsabile del Servizio diocesano chiamò due laici a collaborare con lui - sottolinea monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la vita sociale e il lavoro -. Oggi lo stesso Servizio è affidato a due coniugi»

Filippo MAGNI Redazione

20 Marzo 2009

«Don Silvano ha lasciato un grande vuoto in Diocesi», commenta monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la vita sociale e il lavoro. «L’ho conosciuto negli anni di insegnamento – spiega -, quando a Venegono dimostrava una grande passione formativa».
Don Caccia, aggiunge don Eros, «non ha lasciato un ricordo di sé solo a Milano, ma anche a livello regionale e nazionale con il suo impegno nel servizio di Pastorale familiare», tanto che era stato inviato nella delegazione italiana all’Incontro mondiale delle famiglie tenutosi a gennaio a Città del Messico.
In Diocesi, don Silvano «ha riorganizzato il servizio di Pastorale familiare in maniera molto strutturata e anche profetica – aggiunge il sacerdote -. Quando era responsabile dell’ufficio, ha chiamato una coppia di laici a operare insieme a lui. Oggi lo stesso ufficio vede due sposi come responsabili del servizio e un sacerdote come loro collaboratore». «Don Silvano ha lasciato un grande vuoto in Diocesi», commenta monsignor Eros Monti, vicario episcopale per la vita sociale e il lavoro. «L’ho conosciuto negli anni di insegnamento – spiega -, quando a Venegono dimostrava una grande passione formativa».Don Caccia, aggiunge don Eros, «non ha lasciato un ricordo di sé solo a Milano, ma anche a livello regionale e nazionale con il suo impegno nel servizio di Pastorale familiare», tanto che era stato inviato nella delegazione italiana all’Incontro mondiale delle famiglie tenutosi a gennaio a Città del Messico.In Diocesi, don Silvano «ha riorganizzato il servizio di Pastorale familiare in maniera molto strutturata e anche profetica – aggiunge il sacerdote -. Quando era responsabile dell’ufficio, ha chiamato una coppia di laici a operare insieme a lui. Oggi lo stesso ufficio vede due sposi come responsabili del servizio e un sacerdote come loro collaboratore».

Don Silvano Caccia con don Tiziano Sangalli, rettore del Santuario diocesano della famiglia