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Assemblea del clero

«Bella intuizione, anche se c’è la fatica del momento storico»

Dall'impegno di una Comunità pastorale nata da poco al cammino sinodale, la testimonianza di don Francesco Cameroni, parroco di Besana Brianza: «Ci sostiene la missionarietà»

Luisa BOVE Redazione

24 Febbraio 2009

«L’intuizione è bella – dice don Francesco Cameroni, parroco di Besana Brianza, parlando dell’Assemblea sinodale del clero -, anche se c’è la fatica del vivere questo momento storico». Si è incontrato due volte con gli altri preti del decanato Carate Brianza, ma ammette che non è stato facile, né per lui né per gli altri, «riflettere con calma su questi temi». Il ritmo di vita dei sacerdoti è già impegnativo, ma ora «sta diventando ancora più pesante umanamente e spiritualmente», spiega don Cameroni, «e questo fa paura». E aggiunge: «Spesso mescoliamo la sofferenza personale con quella delle comunità che vivono altrettante fatiche».
La presenza dei preti del decanato è molto variegata, ci sono anziani, residenti e prossimi alle dimissioni, «poi c’è una fascia di clero adulto disposto a coinvolgersi e una più giovane che intuisce l’importanza di un cammino da fare». Ma rimane sempre la difficoltà «a livello sia personale, sia comunitario» di riuscire a stare dietro a tutto. Da un anno e mezzo a Besana Brianza è nata la Comunità pastorale, in condizioni anche molto favorevoli dal punto di vista logistico «perché è un unico Comune con 6 parrocchie», per un totale di 15 mila abitanti. Una situazione «gestibile», dice il parroco Cameroni, anche perché i preti sono rimasti tutti al loro posto, e questa «può essere una bella testimonianza». «L’intuizione è bella – dice don Francesco Cameroni, parroco di Besana Brianza, parlando dell’Assemblea sinodale del clero -, anche se c’è la fatica del vivere questo momento storico». Si è incontrato due volte con gli altri preti del decanato Carate Brianza, ma ammette che non è stato facile, né per lui né per gli altri, «riflettere con calma su questi temi». Il ritmo di vita dei sacerdoti è già impegnativo, ma ora «sta diventando ancora più pesante umanamente e spiritualmente», spiega don Cameroni, «e questo fa paura». E aggiunge: «Spesso mescoliamo la sofferenza personale con quella delle comunità che vivono altrettante fatiche».La presenza dei preti del decanato è molto variegata, ci sono anziani, residenti e prossimi alle dimissioni, «poi c’è una fascia di clero adulto disposto a coinvolgersi e una più giovane che intuisce l’importanza di un cammino da fare». Ma rimane sempre la difficoltà «a livello sia personale, sia comunitario» di riuscire a stare dietro a tutto. Da un anno e mezzo a Besana Brianza è nata la Comunità pastorale, in condizioni anche molto favorevoli dal punto di vista logistico «perché è un unico Comune con 6 parrocchie», per un totale di 15 mila abitanti. Una situazione «gestibile», dice il parroco Cameroni, anche perché i preti sono rimasti tutti al loro posto, e questa «può essere una bella testimonianza». Cambiamento radicale «Noi sacerdoti ci accorgiamo che c’è una richiesta di cambiamento radicale (sia spirituale, sia personale) nel modo di essere e di porsi: dobbiamo passare a una vita più di insieme e di comunione. È un cammino di cui diciamo “Sarebbe bello…”, ma poi vediamo la difficoltà nella concretezza della vita, presi spesso da mille cose». Neppure la nascita della Comunità pastorale ha “alleggerito” il peso, «perché in questa fase dobbiamo fare quello che abbiamo sempre fatto e in più si aggiunge altro». Ma non ha dubbi don Cameroni: «Poi ci sarà la fase in cui l’organizzazione diversa permetterà una maggior calma perché si svilupperanno ministeri nuovi. In questo momento però bisogna reggere».Allo stesso Consiglio direttivo della Comunità pastorale oltre «all’operatività è chiesta la vita fraterna, tra preti ma anche con i laici». A Besana stanno inoltre curando l’inserimento di un prete giovane e «anche questo chiede vita comune e fraternità – aggiunge il parroco -. Sono esperienze belle e bisogna riuscire ad avere il coraggio di lasciare indietro altri impegni, ma non è facile perché si inseriscono sulla vita di un prete che è già piena. Questi cammini di comunione ci permettono di raggiungere un feeling maggiore anche con tutti i laici e collaboratori con i quali emergono belle sintonie». In mezzo a tante fatiche «quello che ci sostiene è la missionarietà – assicura – ci ritroviamo sulla stessa lunghezza d’onda anche tra generazioni diverse. Stiamo scoprendo che al di là delle difficoltà, tutti – giovani e vecchi – abbiamo la passione missionaria ed evangelizzatrice».

Don Francesco Cameroni