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A Venegono una comunità costruita insieme

Sarà dedicata al Beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster e partirà il 1° settembre. Il cambiamento nell'aria da tempo. Un'unione che inizia da lontano, attraverso varie occasioni di incontro e il metodo delle "onde concentriche"

15 Luglio 2008

27/06/2008

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

Appuntamento delle grandi occasioni, domenica scorsa a Venegono, dove, per la prima volta, le due comunità parrocchiali dei Santi Giacomo e Filippo e di San Giorgio hanno potuto vedere schierati attorno all’altare i preti che dall’1 settembre guideranno la nascente Comunità pastorale del Beato cardinale Ildefonso Schuster.

Ben tre i sacerdoti che condivideranno la nuova esperienza, guidando una realtà che sfiora i 12 mila abitanti: il parroco responsabile, don Maurizio Villa, don Daniele Stocco, prete novello, e don Roberto Rossi, fino a oggi vicerettore di teologia in Seminario. Accanto a loro, nel direttivo pastorale, entra l’ausiliaria diocesana Liliana Monga, da due anni responsabile dell’oratorio dell’Immacolata.

Il cambiamento era nell’aria da tempo, reso ufficiale all’inizio di giugno dal vicario episcopale monsignor Luigi Stucchi che, prima ai due Consigli pastorali riuniti, poi, nel corso delle celebrazioni domenicali, a tutti i fedeli ha annunciato la nascita del nuovo soggetto pastorale a partire dal prossimo settembre.

A guidare la Comunità tenuta a battesimo dal santo Cardinale – che morì proprio a Venegono, in Seminario, il 30 agosto 1954, e che con le sue mani consacrò la chiesa parrocchiale di San Giorgio -, sarà don Maurizio Villa, arrivato due anni fa come parroco di Venegono Superiore, già con l’indicazione di preparare insieme al compagno di Messa, don Giandomenico Colombo, pastore del paese limitrofo, la collaborazione fra le due parrocchie.

«In realtà – spiega don Giandomenico, l’unico a lasciare il paese di Venegono Inferiore, destinato dal vescovo alla parrocchia di Sant’Eustorgio ad Arcore, in Brianza – la nostra collaborazione nasce da molto lontano. Quasi dieci anni fa, infatti, abbiamo iniziato a sperimentare la collaborazione nella pastorale giovanile, prima con don Angelo e poi con don Michele, vivendo insieme diversi momenti formativi e anche il campeggio estivo. Poi, con l’arrivo, due anni fa, di don Maurizio come nuovo parroco di Venegono Superiore, la prospettiva della Comunità pastorale si è delineata più chiaramente e abbiamo iniziato a camminare insieme anche con tutti i laici responsabili, dai consigli pastorali agli animatori dei gruppi di ascolto. Anche i pellegrinaggi vissuti insieme dalle due parrocchie ci hanno aiutato a conoscerci, a diventare amici e stimarci a vicenda».

È stato come gettare un sasso e poi veder crescere onde concentriche, sempre più larghe, spiega ancora il parroco di Venegono Inferiore, che con le immagini riesce sempre ad affascinare la sua comunità e a spiegare al meglio il suo pensiero: «Il cerchio più vicino, cioè la collaborazione più stretta è quella che abbiamo stabilito tra noi due parroci: siamo subito entrati in sintonia e abbiamo lavorato bene insieme. Poi ci sono stati gli operatori pastorali che sono stati coinvolti in questa costruzione di un unico progetto pastorale. Certamente l’onda è arrivata meno al popolo, perché non abbiamo potuto finora fare grandi scambi celebrativi tra i due parroci, visto che le messe hanno ancora orari sovrapposti. Quindi si dovrà lavorare ancora molto su questo fronte».

Ma è come in un «matrimonio», azzardano don Colombo e don Villa, usando la stessa icona: «In qualsiasi coppia che inizia la vita in comune c’è entusiasmo per la novità, ma subito ci sono anche fatiche, incomprensioni, c’è da fare un gran lavoro per imparare ad andare d’accordo. Ma lo si fa volentieri, per amore della comunione, con pazienza e con tenacia. Una famiglia non si lascia andare di fronte ai problemi e alle difficoltà, ma sceglie di andare avanti con coraggio».

«Di cose per prepararci a questa nuova avventura ne abbiamo fatte molte – aggiunge don Maurizio -; ciò che dobbiamo fare ora è comprendere ed entrare nella logica nuova di pensare la comunità cristiana e la parrocchia. So che ci saranno fatiche, soprattutto da parte della gente, perché non si è mai pronti abbastanza per questi cambiamenti. Le persone dovranno abbandonare alcune vecchie abitudini, non la tradizione con la “T” maiuscola, ma alcune cose a cui prima si era abituati. Perché il progetto funzioni e dia frutti bisogna che nessuno si fermi sulle barricate, senza voler mettere in discussione niente».

Insieme all’avventura che attende le due parrocchie venegonesi, il vicario episcopale monsignor Luigi Stucchi ha già dato il via a nuove esperienze di comunità pastorali che nasceranno nella zona di Varese nei prossimi mesi. Due partiranno il primo luglio nel decanato di Appiano Gentile: sono quella intitolata a San Benedetto tra le parrocchie di Guanzate e Bulgarograsso e quella di Nostra Signora di Lourdes tra le parrocchie di Limido Comasco, Cascina Restelli, Cirimido e Lurago Marinone. Un’altra Comunità, intitolata a Sant’Eusebio, nasce il primo agosto, alle porte di Varese, tra le parrocchie di Casciago, Morosolo, Luvinate e Barasso, dove da molti anni era in atto un’esperienza di Unità pastorale che ha già dato ottimi frutti.