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Guerra

Il Vescovo di Odessa: «Bombe russe su case, scuole e ospedali»

«Aiutateci a difenderci. Chiudete il cielo!», è l’appello di monsignor Szyrokoradiuk. Intensificati i raid contro Mykolaiv, a una sessantina di chilometri a nord-ovest di Kherson

di Maria Chiara Biagioni Agensir

15 Marzo 2022
Si apprestano le difese contro l'invasione (foto Ansa / Sir)

«Aiutateci a difenderci da questo aggressore che sta bombardando dal cielo le nostre case, scuole, asili, ospedali. Chiudete il cielo!». È il disperato appello giunto di monsignor Stanislav Szyrokoradiuk, vescovo della diocesi cattolica di Odessa-Simferopol. In queste ore si sono intensificati i raid russi contro la città di Mykolaiv, una sessantina di chilometri a nord-ovest di Kherson, già presa dai russi. La città portuale si trova sulla via per Odessa, che da giorni si trova nel mirino dell’avanzata strategica di Mosca, che punta a saldare le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel Donbass, con la Crimea, bloccando all’Ucraina l’accesso al Mar d’Azov.

La resistenza

«La città di Mykolaiv sta resistendo agli attacchi dall’aggressore russo – conferma da Odessa il vescovo -. I russi stanno procedendo con carri armati, sparando, lanciando bombe e missili. Colpiscono scuole, asili nido, ospedali, case di civili. Abbiamo cattolici lì e il nostro sacerdote rimane in città».  Se Mykolaiv non ce la dovesse fare a resistere agli attacchi russi, il vescovo assicura: «Odessa è pronta e sta aspettando gli attacchi dal mare. E noi stiamo pregando». E aggiunge: «Al momento è tranquillo. Anche se questa pace è spesso interrotta dall’allarme aereo e dalle sparatorie. Molte persone hanno lasciato la città. Ma molti poveri, soli, anziani, senzatetto sono rimasti. Facciamo il possibile per aiutare chi ha bisogno. Ospitiamo i rifugiati nei nostri centri per ritiri e vacanze, distribuiamo le cose di primaria necessità, come cibo, vestiti, igiene, medicine… Diamo sostegno spirituale e preghiamo per le vittime della guerra».

La voce del Papa

Sono giunte anche qui le parole pronunciate da papa Francesco al termine dell’Angelus. «Ieri la voce del Santo Padre è stata più forte. Le sue parole di condoglianze sono state molto importanti soprattutto per la nostra gente. Il Papa ha fatto appello a fermare questo massacro e ha pronunciato parole forti. Sebbene non fossero indirizzate né all’aggressore, né al leader spirituale della Russia, complice e corresponsabile di questi atroci genocidi. Non so se le parole dei leader spirituali possono fermare la guerra. Ma sicuramente non devono tacere. Approfitto di questa occasione per ringraziare tutte le persone di buona volontà per la solidarietà, la preghiera e le proteste visibili contro questa guerra».

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