Sirio 19-25 marzo 2024
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Salute

Garattini: «Vaccinare i Paesi a basso reddito è nel nostro interesse»

«Non possiamo pensare che basti solo da noi, serve in tutto il mondo»: così il presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, durante il XXIII Congresso nazionale dell’Ufficio pastorale della Salute della Cei, in corso fino al 13 maggio

di Elisabetta GramoliniAgensir

7 Maggio 2021

«Dobbiamo accelerare sulla vaccinazione. Non possiamo pensare che basti vaccinare solo da noi, ma serve vaccinare tutto il mondo». Così Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, durante il XXIII Congresso nazionale dell’Ufficio pastorale della Salute della Cei, in corso fino al 13 maggio. «Bisogna spingere – continua – perché si decida di produrre i vaccini anche in Italia perché non sappiamo quanto durerà la pandemia. Abbiamo bisogno di 15 miliardi di dosi perché non possiamo lasciare i Paesi a basso reddito senza. Non è beneficenza, ma è nel nostro specifico interesse».

La sessione odierna, dal titolo “Poverà sanitaria e vaccini: in Italia, come ai confini del mondo, la cultura del dono può rinnovare la società” è stata curata dalla Fondazione Banco Farmaceutico. Luca Pesenti, professore di Sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della ricerca sociale dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, ha illustrato i risultati di uno studio condotto su 900 organizzazioni servite dal Banco Farmaceutico. «Fra ottobre e novembre del 2020 – spiega – c’è stato un calo del 54% degli utenti serviti dalle strutture. Fra le ipotesi che spiegano questo dato c’è stata una rinuncia alle cure anche da parte dei poveri e poi il ridimensionamento delle attività degli enti che in alcuni momenti hanno chiuso. Molti volontari sono anziani e hanno dovuto smettere in ragione del rischio del contagio. Il calo più sensibile è stato rilevato negli enti più specializzati in campo sanitario. Abbiamo lanciato – conclude – una proposta di partnership integrata fra il servizio sanitario nazionale e il servizio sociosanitario solidale di cui abbiamo visto la forza fragile che ha bisogno di cure».