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Sindacato

Cisl Lombardia: «Investire sul lavoro femminile per salvare l’economia»

Una valutazione sulla disparità salariale e pensionistica in occasione della Giornata internazionale della Donna

7 Marzo 2024
Foto di Ernesto Eslava

Donne e lavoro, ma a quali condizioni e a quale prezzo? L’8 marzo, Giornata internazionale della Donna, permette di puntare i riflettori sull’universo femminile. Riflettori che in Cisl Lombardia sono sempre accesi, anche grazie al lavoro del Coordinamento Donne, ma che domani avranno una luce ancora più forte potendo contare sulle numerose iniziative che si svolgeranno su tutto il territorio regionale (a questo link le locandine degli appuntamenti Cisl in Lombardia).

«Partiamo da un dato – commenta Angela Alberti, responsabile Coordinamento Donne Cisl Lombardia -. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dalla Consigliera di Parità di Regione Lombardia, il divario salariale medio tra uomo e donna è pari al 14.8% con punte di 11.5% nella provincia di Como fino ad arrivare al 18.3% di Lecco. Le motivazioni per cui le donne guadagnano meno degli uomini, nonostante quanto previsto anche dalla Costituzione, sono diverse e articolate, ma all’origine resta il pregiudizio legato alle capacità e alle competenze delle lavoratrici che vengono spesso inquadrate a livello inferiore rispetto alle loro reali competenze. Altre ragioni riguardano l’uso del part-time involontario o ancora la penalizzazione dopo l’utilizzo di periodi di congedo per la cura dei figli o di altre persone del nucleo famigliare in condizioni di fragilità».

«Per contrastare il fenomeno -prosegue -, l’Unione Europea ha approvato una direttiva che dovrà essere ratificata dagli Stati nel 2026, che si fonda sulla trasparenza retributiva e dei processi di avanzamento di carriera nella convinzione che fornendo maggiori informazioni e facendo aumentare la consapevolezza dei lavoratori e delle lavoratrici sia possibile contrastare questo fenomeno di disparità e discriminazione. La direttiva riconosce un ruolo importante anche alle parti sociali. Un altro fattore da tenere presente è che il divario retributivo, sommandosi con il fenomeno del part-time involontario o con le carriere discontinue portano anche a un divario pensionistico. I dati Inps mostrano come le donne pensionate percepiscano il 36% in meno rispetto ai pensionati uomini, con un importo medio mensile di 1.416 euro».

«Il sindacato è costantemente impegnato per promuovere la piena parità di genere e rimuovere discriminazioni e divari che, ancora oggi, la ostacolano – aggiunge Roberta Vaia, segretaria Cisl Lombardia -. Divario salariale e pensionistico, totale responsabilità femminile della gestione famigliare che finisce per ostacolare la carriera, gli scarsi mezzi a disposizione per una vera conciliazione vita-lavoro e le poche risorse messe in campo dalla politica nonostante la denatalità sia un vero e proprio allarme sociale per la tenuta del sistema economico e di welfare: sono tutti temi su cui vogliamo concentrare la nostra capacità di analisi, di elaborazione e di proposte, come arricchimento non solo dell’iniziativa sindacale, ma sociale. Due, secondo la Cisl, sono le strade da seguire: da una parte il potenziamento dei servizi al lavoro di cura, dall’altra promuovere con incentivi la contrattazione di secondo livello per sostenere le aziende che introducano, con accordi sindacali e la partecipazione per una diversa organizzazione del lavoro, misure di flessibilità che favoriscano conciliazione vita-lavoro e condivisione del lavoro di cura, a partire da un lavoro agile che non sia un escamotage per “costringere” le donne a lavorare e contemporaneamente a occuparsi del lavoro di cura. Introdurre infine maggiori flessibilità orarie, condizionando però gli incentivi all’utilizzo equilibrato tra i generi delle misure introdotte».