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Visita

Cipro attende papa Francesco

Padre Jerzy Kraj, francescano e vicario patriarcale, racconta le ultime ore che separano l'isola più grande del Mediterraneo dall’arrivo del Pontefice: «Un segno importante anche di dialogo ecumenico»

di Daniele Rocchi Agensir

2 Dicembre 2021
Papa Francesco al termine dell'udienza in cui ha annunciato il viaggio a Cipro (foto Sir / Marco Calvarese)

«L’attesa si sta trasformando in gioia per l’imminente arrivo di papa Francesco. Tutte le comunità locali sono coinvolte nel portare a termine i preparativi»: così padre Jerzy Kraj, religioso francescano, vicario patriarcale per Cipro, racconta le ultime ore che separano l’isola più grande del Mediterraneo dall’arrivo di Papa Francesco previsto per il primo pomeriggio di giovedì 2 dicembre (fino al 4).

Il programma della visita

Il programma papale è denso di appuntamenti istituzionali e pastorali e culminerà con la Messa presso il “GSP Stadium” a Nicosia, nella mattinata di venerdì 3 dicembre. Particolarmente attese anche la visita di cortesia a Chrysostomos II, arcivescovo ortodosso di Cipro, e la preghiera ecumenica con i migranti nella la chiesa parrocchiale francescana di Santa Croce a Nicosia, ultimo appuntamento prima della partenza, sabato 4, per la Grecia.

Messa e preghiera ecumenica

Il Vicario patriarcale si dice «davvero stupito dalla richiesta di partecipazione alla messa nello stadio a Nicosia. I biglietti sono andati a ruba e dai circa 4-5 mila fedeli previsti all’inizio siamo arrivati a quasi 7 mila, occupando anche la parte alta delle tribune. Alla celebrazione non parteciperanno solo i fedeli cattolici di rito latino e maronita, ma anche ortodossi e anglicani».

E poi una rivelazione: «Dal Governo ci sono arrivate richieste per circa 700 biglietti e la cosa ci fa molto piacere perché è noto che la maggior parte dei funzionari governativi è ortodossa. Ci sarà anche una piccola rappresentanza di fedeli della parte nord dell’isola, quella turca, tra questi anche qualche italiano che lavora in quella zona. Non saranno molti perché soprattutto gli studenti africani che frequentano le università del nord non hanno diritto di passare la frontiera con la parte greca dell’isola».

Una bottiglia di 100 anni

La vicinanza dei fedeli locali al Papa è espressa anche dalla volontà di molti di fare dei doni al Pontefice. «Sappiamo di una donna che porterà in nunziatura una bottiglia di vino, invecchiata 100 anni, per farne dono a papa Francesco. Si tratta del tipico vino passito prodotto nella regione di Commandaria di Cipro, ai piedi dei monti Troödos. Altri vogliono donare frutta e prodotti tipici dell’isola», aggiunge padre Kraj. Il Patriarca Pizzaballa donerà invece una icona di san Barnaba, patrono della visita.

Dialogo e conforto

Mentre fervono gli ultimi preparativi, il vicario patriarcale sottolinea ancora il significato di questa visita: «Sarà un segno importante anche di dialogo ecumenico. Il Papa viene a confortare questa terra e il piccolo gregge che la abita. Il dialogo nell’isola si nutre di tanti gesti concreti: basti dire che delle sette chiese che usiamo per le nostre celebrazioni, ben quattro appartengono alla Chiesa ortodossa. Sarà una visita per tutta la comunità dell’isola che riprende con coraggio il proprio cammino e la propria identità, così come il motto del viaggio papale ci invita a fare, “Confortiamoci gli uni e gli altri nella fede”. Papa Francesco viene per ascoltare i nostri dolori, le nostre ansie, ma anche le nostre speranze».

Un clima di speranza e di apertura che il religioso si dice «sicuro di ritrovare nella preghiera ecumenica con i migranti presso la Chiesa parrocchiale francescana di Santa Croce a Nicosia, ultimo appuntamento prima della partenza, sabato 4, da Larnaca per la Grecia. Sarà una preghiera insieme ai migranti e ai rifugiati che esprime questo spirito di apertura e accoglienza che il Papa ci invita sempre ad avere nei riguardi dei più bisognosi. Che poi questo invito giunga da Cipro, un’isola ancora divisa, il lembo di Terra Santa (Cipro fa parte della diocesi patriarcale latina di Gerusalemme, ndr), più vicino all’Europa, rende questo messaggio ancora più attuale». Cipro, ribadisce padre Kraj, «è la periferia dell’Europa, una periferia esistenziale che vive sulla propria pelle le sofferenze di migranti, richiedenti asilo e di persone arrivate qui negli ultimi anni da zone di povertà e di guerra coma Africa, Libano, Siria, Palestina… Il Papa esorta ad andare, come buoni samaritani, nelle periferie, e seguire questa indicazione è per noi una sfida ormai ineludibile. Non possiamo chiudere gli occhi, specialmente qui a Cipro».

Migranti, opzione allo studio

Restando in tema di migranti il francescano conferma quanto detto dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, in merito alla possibilità che papa Francesco porti in Italia un gruppo di rifugiati – come avvenne nella sua visita all’isola greca di Lesbo nell’aprile 2016. «È una opzione allo studio, la Comunità di Sant’Egidio è al lavoro – dice il vicario -. Il Governo avrebbe parlato di 50 migranti le cui posizioni sarebbero ora al vaglio delle autorità. Si tratta di attendere il completamento dell’iter burocratico. In ogni caso non sarebbero imbarcati nel volo papale. Nel frattempo 12 di loro parteciperanno alla preghiera ecumenica con i migranti nella chiesa parrocchiale francescana di Santa Croce a Nicosia».

La tappa a Lesbo

«Mi recherò a Cipro e poi in Grecia per compiere una visita alle care popolazioni di quei Paesi ricchi di storia, di spiritualità e di civiltà». Così il Papa ha concluso l’udienza di ieri in Aula Paolo VI. «Sarà un viaggio alle sorgenti della fede apostolica e della fraternità tra cristiani di varie confessioni - ha annunciato Francesco riferendosi al suo 35° viaggio apostolico internazionale - Avrò anche l’opportunità di avvicinare un’umanità ferita nella carne di tanti migranti in cerca di speranza: mi recherò a Lesbo», ha proseguito Francesco, chiedendo ai fedeli di accompagnarlo con la preghiera.