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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Allarme

Azzardo, nel 2024 nuovo record di raccolta ai danni di cittadini e famiglie

Preoccupazione di Campagna Mettiamoci in gioco e Consulta Nazionale Antiusura per i dati sulla diffusione del fenomeno nel nostro Paese

16 Ottobre 2024

La Campagna contro i rischi del gioco d’azzardo Mettiamoci in gioco e la Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II esprimono profonda preoccupazione per i dati sulla diffusione del gioco d’azzardo nel nostro paese resi noti dal sottosegretario all’Economia Federico Freni, in risposta a una interrogazione parlamentare presentata alla Camera dei deputati con primo firmatario il deputato del Pd Virginio Merola.

Oltre i 147 miliardi di euro

Come dichiarato da Freni, la raccolta riferita al periodo 1 gennaio – 31 luglio 2024 ammonta a 90 miliardi di euro. In proiezione, dunque, quest’anno si andrà molto sopra gli oltre 147 miliardi di euro raccolti lo scorso anno, che già erano un record assoluto. Va ricordato che tra il 2004 e il 2023 la raccolta complessiva nel settore azzardo è stata di circa 1.617 miliardi di euro, un valore che è pressoché pari al valore del Pil italiano del 2021. Numeri impressionanti, che ancora una volta confermano la gravità di un fenomeno che non conosce crisi, producendo danni e distorsioni – di carattere sanitario, sociale ed economico – ingenti per il paese, i cittadini, le famiglie. Per comprendere meglio la questione, si ricorda che nel 2023 l’ammontare dei soldi impegnati dagli italiani per l’acquisto di beni di largo consumo (cibo, prodotti per l’igiene, ecc) è stata di 134 miliardi di euro (fonte Barometro dei consumi di NIQ).

«Lo Stato non può farci cassa»

Mettiamoci in gioco e la Consulta Nazionale Antiusura non condividono il giudizio del sottosegretario sui 7 miliardi di euro che, a oggi, incasserebbe l’erario nel 2024 come imposte sui giochi, presentati alla Camera come «una risorsa fondamentale per l’economia». Lo Stato non può fare cassa sui danni arrecati ai cittadini. Inoltre, è ben noto che i soldi spesi dagli italiani nel gioco d’azzardo verrebbero quasi certamente impiegati per altri consumi – a cui viene applicata una tassazione più favorevole per l’erario -, sicuramente meno dannosi per la salute individuale e pubblica e più utili per il benessere delle famiglie.

Né appare corretta l’affermazione del sottosegretario secondo cui la crescita costante del settore azzardo è «attribuibile anche alla significativa emersione del gioco illegale, che è stato assorbito dal circuito legale». È noto, infatti, che l’aumento del gioco legale non intacca o, addirittura, favorisce il gioco illegale. In questo passaggio un esponente del Governo riprende, acriticamente, uno degli argomenti più utilizzati, e meno solidi, propagandati dalla filiera del gioco d’azzardo.

Salute a rischio

«Siamo stanchi nell’apprendere, ancora una volta, che l’azione politica ha sostanzialmente abdicato al proprio ruolo, che è la tutela della salute dei cittadini – dichiara don Armando Zappolini della Campagna Mettiamoci in gioco -. La risposta del Ministero dell’Economia, purtroppo, enfatizza i risultati relativi alla crescita di un mercato che, al contrario, sta contribuendo ad acuire una povertà sempre più diffusa. Quasi fosse un vanto vivere in un Paese nel quale, nel 2023, sono stati venduti più di 4.000 gratta e vinci al minuto, 24 ore su 24: se il trend dei volumi di denaro veicolati in giochi e scommesse venisse confermato, a fine 2024 i miliardi di euro giocati si attesterebbero attorno ai 160, con un incremento dell’8,8% rispetto all’anno precedente e con una cronica e abnorme sproporzione tra i soldi giocati e quelli che vanno all’erario. Non regge più la scusa accampata per anni che senza il gettito dei giochi non si chiudono i bilanci dello Stato: gli spazi per reperire le risorse ci sono eccome, ma da quanto si apprende dai media sul fisco il Governo predilige la mansuetudine tributaria alla giustizia fiscale. Da parroco a fianco dei poveri mi chiedo come questa classe politica, salvo alcune eccezioni, non si renda conto di essere complice della diffusione di un fenomeno così aggressivo da produrre gravi problemi personali e familiari per sempre più persone»

Economia che non genera benessere

«Il settore dell’azzardo con il suo indotto è diventato un comparto che impatta in maniera rilevante sull’economia del Paese – afferma Luciano Gualzetti, presidente della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II -. Un’economia, però, che non genera benessere per le famiglie, ma sovraindebitamento, usura, povertà e dipendenze. Non genera benefici nemmeno per lo Stato che lo promuove, se si considerano le conseguenze sanitarie e le cure che deve sostenere per le persone affette da disturbo da gioco d’azzardo. Le scommesse non possono essere una leva di crescita erariale e di sviluppo per il Paese. L’anno che sta per chiudersi sta segnando l’ennesimo record di consumo di azzardo che farà aumentare il già altissimo numero di giovani e famiglie intrappolati nella dipendenza patologica da azzardo e nella povertà. Preoccupa la facilità dell’accesso a queste offerte da parte delle giovani generazioni, che superano i divieti per i minorenni soprattutto nell’online. Stiamo assistendo a una sottovalutazione collettiva di un fenomeno drammatico e tuttavia pianificato da aziende e istituzioni, che vede le agenzie educative, sanitarie e del terzo settore inascoltate e quasi impotenti di fronte agli enormi interessi che ruotano intorno all’azzardo».