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Haiti

«Suore infaticabili nella bidonville di Port-au-Prince»

La testimonianza della missionaria laica ambrosiana Maddalena Boschetti. Già tremila famiglie hanno ricevuto aiuti. Sabato 23 e domenica 24 gennaio raccolta straordinaria in tutte le parrocchie

di Francesco CHIAVARINI Redazione

20 Gennaio 2010

«Le suore di Madre Teresa sono infaticabili: sono presenti e attive nelle zone più colpite qui a Port-au-Prince… Da subito suor Luisa dell’Orto e le sue quattro consorelle si sono messe all’opera nella zona di Cite okay, popolosa bidonville, assistendo i feriti e cercando di provvedere gli alimenti ai più bisognosi…». Parla Maddalena Boschetti, missionaria laica tra i sei ambrosiani presenti ad Haiti. Lo scrive in una mail, l’unico mezzo con cui è possibile comunicare dato che i collegamenti telefonici sono ancora molto difficili.
Dall’inizio del 2009 la Boschetti si occupa dei malati e dei disabili della parrocchia di Sant’Anna di Mare Rouge, nel nord-ovest del Paese: la stessa diocesi dove operano anche i due sacerdoti fidei donum don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, poco colpita dal terremoto. Il giorno della grande scossa, tuttavia, Maddalena si trovava nella capitale oggi quasi completamente distrutta, per incontrare i Camilliani che gestiscono un ospedale.
La Chiesa locale è stata molto provata dal terremoto. Sotto le macerie sono morti l’arcivescovo di Port-au-Prince e il suo vicario. La cattedrale è crollata e molte chiese sono semidistrutte. Tuttavia, proprio grazie alla sua rete capillare di parrocchie e sacerdoti, in queste ore la Chiesa sta svolgendo un ruolo decisivo. «Le singole comunità, a seconda della capacità e dei mezzi, si stanno prodigando per alleviare la sofferenza della gente», scrive la Boschetti. Lo stesso ospedale dei Camilliani è stato «centro di accoglienza per feriti in condizioni inimmaginabili nei primi due giorni dalla scossa principale», racconta, e solo adesso «sta cercando di riorganizzare il ritorno alla normalità». «Le suore di Madre Teresa sono infaticabili: sono presenti e attive nelle zone più colpite qui a Port-au-Prince… Da subito suor Luisa dell’Orto e le sue quattro consorelle si sono messe all’opera nella zona di Cite okay, popolosa bidonville, assistendo i feriti e cercando di provvedere gli alimenti ai più bisognosi…». Parla Maddalena Boschetti, missionaria laica tra i sei ambrosiani presenti ad Haiti. Lo scrive in una mail, l’unico mezzo con cui è possibile comunicare dato che i collegamenti telefonici sono ancora molto difficili.Dall’inizio del 2009 la Boschetti si occupa dei malati e dei disabili della parrocchia di Sant’Anna di Mare Rouge, nel nord-ovest del Paese: la stessa diocesi dove operano anche i due sacerdoti fidei donum don Giuseppe Noli e don Mauro Brescianini, poco colpita dal terremoto. Il giorno della grande scossa, tuttavia, Maddalena si trovava nella capitale oggi quasi completamente distrutta, per incontrare i Camilliani che gestiscono un ospedale.La Chiesa locale è stata molto provata dal terremoto. Sotto le macerie sono morti l’arcivescovo di Port-au-Prince e il suo vicario. La cattedrale è crollata e molte chiese sono semidistrutte. Tuttavia, proprio grazie alla sua rete capillare di parrocchie e sacerdoti, in queste ore la Chiesa sta svolgendo un ruolo decisivo. «Le singole comunità, a seconda della capacità e dei mezzi, si stanno prodigando per alleviare la sofferenza della gente», scrive la Boschetti. Lo stesso ospedale dei Camilliani è stato «centro di accoglienza per feriti in condizioni inimmaginabili nei primi due giorni dalla scossa principale», racconta, e solo adesso «sta cercando di riorganizzare il ritorno alla normalità». Gli aiuti dalla Caritas Nel frattempo è cominciata la distribuzione dei primi aiuti raccolti dalla rete Caritas. Kit da cucina e per l’igiene, disinfettanti, materassi e acqua potabile sono già stati forniti a tremila famiglie non solo a Port-au-Prince, ma anche a Petit Goyave e a Leogane, la città più vicina all’epicentro, quasi completamente rasa al suolo. Dalla confinante Repubblica Dominicana sono arrivati i primi 20 camion con aiuti alimentari e generi di prima necessità; sono stati messi a disposizione 15 mila tende, teli di plastica, generatori di corrente e apparecchiature per le comunicazioni. Un team di medici con 100 tonnellate di attrezzature sanitarie è in arrivo dal Sud Africa. Caritas stima di raggiungere nelle prossime 2-4 settimane 100 mila persone.Caritas Haiti ha aperto due cliniche mobili attrezzate e provviste di medicine: a breve si prevede l’attivazione di altre sei. Una clinica d’emergenza è stata inviata da Caritas Olanda, insieme a un chirurgo e a sei tecnici per poter installare sette purificatori d’acqua. Da Caritas Germania sono arrivate 34 tonnellate d’aiuti: metà destinata a Port-au-Prince, l’altra a Jacmel, nel sud del Paese. È arrivata anche una nave con 80 container pieni di cibo.«La grande forza di Caritas è la sua ottima organizzazione di parrocchie, che ci possono offrire un contatto diretto con le comunità: un punto di forza dal quale possiamo avere un aiuto concreto», dice Alistair Dutton, direttore umanitario di Caritas Internationalis che sta coordinando gli aiuti delle Caritas nazionali per Port-au-Prince.La distribuzione degli aiuti rimane, tuttavia, una sfida. Molte persone hanno ricevuto una scorta limitata di cibo e acqua, proprio per le difficoltà di raggiungere i sopravvissuti: l’aeroporto è rimasto chiuso per giorni, il porto è stato danneggiato. Tutte le organizzazioni temono che si possa scatenare una guerra tra i poveri e che aumentino gli episodi di violenza documentati in questi giorni dai reporter. La raccolta – Rispondendo all’appello�del cardinale Tettamanzi, e in sintonia con la colletta straordinaria indetta dalla Conferenza episcopale italiana, in tutte le parrocchie ambrosiane nelle messe di sabato 23 e domenica 24 gennaio si raccoglieranno offerte a sostegno delle popolazioni haitiane colpite dal terremoto.