Share

Carcere e minori

«Non esistono ragazzi cattivi»: un libro e il teatro

19 Marzo 2010

Un libro e uno spettacolo teatrale. Accomunati dal fatto di avere per protagonisti i ragazzi del Beccaria. Il libro, uscito per le Edizioni Paoline, all’inizio dell’anno, si intitola Non esistono ragazzi cattivi. Lo ha scritto un prete, don Claudio Burgio, stretto collaboratore del cappellano don Gino Rigoldi, e fondatore di sei comunità che accolgono i minori che hanno avuto problemi con la giustizia. Con l’acume del vero educatore, don Claudio coglie il volto autentico dei “ragazzi dentro”, oltre gli stereotipi. E così ogni storia, per quanto difficile e drammatica, manifesta un germe di speranza. A volte, sostiene il sacerdote, basta amare e accogliere per innescare cambiamenti inaspettati. Alla fine si comprende anche la frase che don Claudio mette nell’introduzione e che dà il titolo al suo appassionato racconto: «Sono angeli sul mio cammino. Sono cuori violenti, spesso per disperazione. Più vado avanti, più mi convinco di una cosa: non esistono ragazzi cattivi». I ragazzi di don Burgio sono gli stessi che recitano Shakespeare, grazie al sodalizio tra il Beccaria e la compagnia Puntozero di Giuseppe Scutellà. A febbraio, nella sede di Puntozero, in via Bellagio a Milano, ha preso il via la seconda stagione del teatro sociale dedicata al carcere, intitolata “Errare humanum est… reloaded”. Dopo l’Antigone di Sofocle, il 25 marzo l’appuntamento in cartellone è con il King Lear del Grande Inglese. «La nostra più grande soddisfazione – dichiara il regista – è quando un critico teatrale non è in grado di riconoscere, tra i commedianti, l’attore professionista dal detenuto alla sua prima esperienza sul palcoscenico». La compagnia ha raggiunto ottimi risultati anche sotto il profilo artistico. Tanto che sono cominciati ad arrivare i primi riconoscimenti: il premio Hystrio 2009 e due nomination (miglior regia e miglior spettacolo) al premio “Milano per il teatro 2009”. Un libro e uno spettacolo teatrale. Accomunati dal fatto di avere per protagonisti i ragazzi del Beccaria. Il libro, uscito per le Edizioni Paoline, all’inizio dell’anno, si intitola Non esistono ragazzi cattivi. Lo ha scritto un prete, don Claudio Burgio, stretto collaboratore del cappellano don Gino Rigoldi, e fondatore di sei comunità che accolgono i minori che hanno avuto problemi con la giustizia. Con l’acume del vero educatore, don Claudio coglie il volto autentico dei “ragazzi dentro”, oltre gli stereotipi. E così ogni storia, per quanto difficile e drammatica, manifesta un germe di speranza. A volte, sostiene il sacerdote, basta amare e accogliere per innescare cambiamenti inaspettati. Alla fine si comprende anche la frase che don Claudio mette nell’introduzione e che dà il titolo al suo appassionato racconto: «Sono angeli sul mio cammino. Sono cuori violenti, spesso per disperazione. Più vado avanti, più mi convinco di una cosa: non esistono ragazzi cattivi». I ragazzi di don Burgio sono gli stessi che recitano Shakespeare, grazie al sodalizio tra il Beccaria e la compagnia Puntozero di Giuseppe Scutellà. A febbraio, nella sede di Puntozero, in via Bellagio a Milano, ha preso il via la seconda stagione del teatro sociale dedicata al carcere, intitolata “Errare humanum est… reloaded”. Dopo l’Antigone di Sofocle, il 25 marzo l’appuntamento in cartellone è con il King Lear del Grande Inglese. «La nostra più grande soddisfazione – dichiara il regista – è quando un critico teatrale non è in grado di riconoscere, tra i commedianti, l’attore professionista dal detenuto alla sua prima esperienza sul palcoscenico». La compagnia ha raggiunto ottimi risultati anche sotto il profilo artistico. Tanto che sono cominciati ad arrivare i primi riconoscimenti: il premio Hystrio 2009 e due nomination (miglior regia e miglior spettacolo) al premio “Milano per il teatro 2009”.