Milano non ha dimenticato il terremoto di Haiti anche se radio, tv e carta stampata hanno quasi smesso di parlare del grave sisma e delle sue tragiche conseguenze. Nel capoluogo lombardo continua infatti la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite e nei giorni scorsi anche gli studenti del Leone XIII si sono mobilitati con un concerto per far giungere i loro contributi. La Diocesi mantiene vivi i contatti con chi ad Haiti vive e lavora. L’ultima telefonata è stata con Maddalena Boschetti, che nella missione dei Camilliani gestisce a Port-au-Prince il Foyer Betlemme che ospita bambini abbandonati, handicappati e lungodegenti. Nei giorni scorsi aveva lasciato la capitale per raggiungere Port de Paix e dare una mano al deposito della Caritas dove è arrivato un carico di medicine dall’Italia. «La Caritas li sta distribuendo in tutti i dispensari e nei principali ospedali del Nord-ovest», racconta Boschetti. Per la verità in quella zona «non si è avvertito molto il terremoto, ma ci sono moltissimi sfollati: gente che è scappata da Port-au-prince ed è tornata in famiglia». Tra questi anche molti feriti che hanno ancora bisogno di assistenza, «finora ai nostri utenti è stata data quella doverosa e necessaria all’urgenza, ma ora occorre fare qualcosa che vada oltre…». Quando il 12 gennaio il terremoto ha devastato il cuore di Haiti, Maddalena si trovava a Port-au-Prince. «La situazione è stata talmente catastrofica e grave che in coscienza ho cercato di fare ciò che potevo, dal momento che conoscevo già le strutture sanitarie, oltre a molti medici e religiosi che vivono nella capitale». E aggiunge: «Mi sono messa a disposizione e sono rimasta in contatto con don Giuseppe Noli a Mare Rouge e con don Mauro Brescianini a Port De Paix (i due "fidei donum" della diocesi di Milano, ndr). La situazione era terrificante, tremenda, la scossa è stata fortissima. Io ero con alcuni bambini handicappati che non riescono neanche a scacciare una zanzara dal volto, ma grazie a Dio non sono rimasti feriti». Lo spavento però è stato grande per tutti.
Ben presto dalla zona circostante hanno iniziato ad arrivare molti feriti. «Io in quel momento ero nell’ospedale dei Camilliani, uno dei pochi rimasto in piedi, e ho visto quello che succedeva», dice Boschetti. «Abbiamo avuto subito la percezione di una catastrofe e di quanto fosse estesa, tutta la capitale è rimasta colpita». Alcuni feriti molto gravi sono stati trasportati con un elicottero italiano, poi il trasferimento in un ospedale della capitale – dove sono stati salvati – è avvenuto attraverso la portaerei Cavour. Sorvolando oggi in elicottero la zona colpita dal violento terremoto di magnitudo 7 ci si rende conto che «il dramma rimane», ammette Maddalena, «i cadaveri non ci sono più, ma ancora adesso c’è una quantità impressionante di macerie. Non so da che parte si potrà iniziare». Senza contare la distesa di tende e lenzuola (come tentativo di riparo) in cui la gente si rifugia. «Non tutti hanno ricevuto una tenda e anche chi possiede una casetta galleggiante ha paura a ritornarci. Ci vorrà tempo». Eppure guardando alla popolazione colpita dal sisma dice: «È traboccante di Dio. Nel momento della sofferenza Dio si fa presente a tutta questa gente che si aggrappa alla fede per vivere. L’ultima parola non è la sofferenza, non è il dolore, ma questo amore di Dio che ci avvolge e ci spinge verso una vita piena». Milano non ha dimenticato il terremoto di Haiti anche se radio, tv e carta stampata hanno quasi smesso di parlare del grave sisma e delle sue tragiche conseguenze. Nel capoluogo lombardo continua infatti la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite e nei giorni scorsi anche gli studenti del Leone XIII si sono mobilitati con un concerto per far giungere i loro contributi. La Diocesi mantiene vivi i contatti con chi ad Haiti vive e lavora. L’ultima telefonata è stata con Maddalena Boschetti, che nella missione dei Camilliani gestisce a Port-au-Prince il Foyer Betlemme che ospita bambini abbandonati, handicappati e lungodegenti. Nei giorni scorsi aveva lasciato la capitale per raggiungere Port de Paix e dare una mano al deposito della Caritas dove è arrivato un carico di medicine dall’Italia. «La Caritas li sta distribuendo in tutti i dispensari e nei principali ospedali del Nord-ovest», racconta Boschetti. Per la verità in quella zona «non si è avvertito molto il terremoto, ma ci sono moltissimi sfollati: gente che è scappata da Port-au-prince ed è tornata in famiglia». Tra questi anche molti feriti che hanno ancora bisogno di assistenza, «finora ai nostri utenti è stata data quella doverosa e necessaria all’urgenza, ma ora occorre fare qualcosa che vada oltre…». Quando il 12 gennaio il terremoto ha devastato il cuore di Haiti, Maddalena si trovava a Port-au-Prince. «La situazione è stata talmente catastrofica e grave che in coscienza ho cercato di fare ciò che potevo, dal momento che conoscevo già le strutture sanitarie, oltre a molti medici e religiosi che vivono nella capitale». E aggiunge: «Mi sono messa a disposizione e sono rimasta in contatto con don Giuseppe Noli a Mare Rouge e con don Mauro Brescianini a Port De Paix (i due "fidei donum" della diocesi di Milano, ndr). La situazione era terrificante, tremenda, la scossa è stata fortissima. Io ero con alcuni bambini handicappati che non riescono neanche a scacciare una zanzara dal volto, ma grazie a Dio non sono rimasti feriti». Lo spavento però è stato grande per tutti.Ben presto dalla zona circostante hanno iniziato ad arrivare molti feriti. «Io in quel momento ero nell’ospedale dei Camilliani, uno dei pochi rimasto in piedi, e ho visto quello che succedeva», dice Boschetti. «Abbiamo avuto subito la percezione di una catastrofe e di quanto fosse estesa, tutta la capitale è rimasta colpita». Alcuni feriti molto gravi sono stati trasportati con un elicottero italiano, poi il trasferimento in un ospedale della capitale – dove sono stati salvati – è avvenuto attraverso la portaerei Cavour. Sorvolando oggi in elicottero la zona colpita dal violento terremoto di magnitudo 7 ci si rende conto che «il dramma rimane», ammette Maddalena, «i cadaveri non ci sono più, ma ancora adesso c’è una quantità impressionante di macerie. Non so da che parte si potrà iniziare». Senza contare la distesa di tende e lenzuola (come tentativo di riparo) in cui la gente si rifugia. «Non tutti hanno ricevuto una tenda e anche chi possiede una casetta galleggiante ha paura a ritornarci. Ci vorrà tempo». Eppure guardando alla popolazione colpita dal sisma dice: «È traboccante di Dio. Nel momento della sofferenza Dio si fa presente a tutta questa gente che si aggrappa alla fede per vivere. L’ultima parola non è la sofferenza, non è il dolore, ma questo amore di Dio che ci avvolge e ci spinge verso una vita piena». Caritas: donazione sul web – Dopo la prima emergenza, continua la raccolta fondi a favore di Haiti colpita dal terremoto a gennaio che ha seminato migliaia di vittime. La Caritas ambrosiana, che da subito si è mobilitata per far giungere aiuti concreti alla popolazione colpita dal sisma, ricorda che è possibile inviare donazioni anche on line collegandosi al sito www.caritas.it e compilando il modulo direttamente sul web. Ogni sostenitore potrà scegliere la somma e stabilirne la destinazione tra 4 possibili opzioni: kit igienico per una famiglia (25 euro); kit alimentare con provviste sufficienti per sfamare una famiglia per una settimana (35 euro); rifugi temporanei e attrezzatura di prima necessità per cottura di alimenti, quindi pentole e utensili per una famiglia (65 euro); kit da lavoro: carriola, pala e guanti per 5 lavoratori (180 euro). La somma raccolta on line dalla Caritas ammonta finora a 2.019.340,00 euro. Un modo semplice e diretto per compiere un gesto di solidarietà e aiutare gli abitanti dello Stato caraibico. (L.B.) – Lettera di suor Luisa Dell’Orto (https://www.chiesadimilano.it/or/ADMI/pagine/00_PORTALE/2010/Lettera_Luisa_Pasqua_2010.pdf)
Esteri
«Non dimentichiamo Haiti»
Milano continua la raccolta di fondi a favore delle popolazioni colpite. Il racconto di Maddalena Boschetti, che nella missione dei Camilliani gestisce a Port-au-Prince il Foyer Betlemme che ospita bambini abbandonati, handicappati e lungodegenti
di Luisa BOVE Redazione
30 Marzo 2010L'arrivo di aiuti alla popolazione di Haiti