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Terremoto

Haiti, un Paese distrutto

Benedetto XVI ha lanciato un appello alla «solidarietà» e al «sostegno» della comunità internazionale

a cura di Patrizia CAIFFA Redazione

13 Gennaio 2010

Morte e distruzione ad Haiti, il Paese più povero delle Americhe, dove il 12 gennaio la terra ha tremato 4 volte, con un terremoto del 7° grado della scala Richter che ha colpito la zona meridionale della capitale Port-au-Prince. Sbriciolati migliaia di edifici, il palazzo presidenziale, quello dell’Onu, alcuni ospedali, danneggiata la cattedrale. Si prevedono migliaia di morti ma è ancora impossibile una stima, viste le difficoltà nelle comunicazioni e nell’organizzazione degli aiuti.
Al termine dell’odierna udienza generale, Benedetto XVI ha lanciato un appello alla «solidarietà» e al «sostegno» della comunità internazionale in favore della «drammatica situazione in cui si trova Haiti». Il Papa ha assicurato che la Chiesa cattolica «non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue Istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione».
Ad Haiti vivono circa 9 milioni di abitanti (oltre la metà guadagna meno di 1 dollaro al giorno), di cui 2,3 milioni nella capitale. Nonostante le esportazioni di zucchero, caffè, banane e mango, è uno dei Paesi più poveri e arretrati del mondo. La disoccupazione colpisce oltre il 60% della popolazione. È spesso al centro del passaggio di uragani che provocano centinaia o migliaia di morti. Morte e distruzione ad Haiti, il Paese più povero delle Americhe, dove il 12 gennaio la terra ha tremato 4 volte, con un terremoto del 7° grado della scala Richter che ha colpito la zona meridionale della capitale Port-au-Prince. Sbriciolati migliaia di edifici, il palazzo presidenziale, quello dell’Onu, alcuni ospedali, danneggiata la cattedrale. Si prevedono migliaia di morti ma è ancora impossibile una stima, viste le difficoltà nelle comunicazioni e nell’organizzazione degli aiuti.Al termine dell’odierna udienza generale, Benedetto XVI ha lanciato un appello alla «solidarietà» e al «sostegno» della comunità internazionale in favore della «drammatica situazione in cui si trova Haiti». Il Papa ha assicurato che la Chiesa cattolica «non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue Istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione».Ad Haiti vivono circa 9 milioni di abitanti (oltre la metà guadagna meno di 1 dollaro al giorno), di cui 2,3 milioni nella capitale. Nonostante le esportazioni di zucchero, caffè, banane e mango, è uno dei Paesi più poveri e arretrati del mondo. La disoccupazione colpisce oltre il 60% della popolazione. È spesso al centro del passaggio di uragani che provocano centinaia o migliaia di morti. La morte dell’Arcivescovo L’agenzia missionaria Misna riferisce che sarebbe stato ritrovato tra le macerie il corpo senza vita di monsignor Serge Miot, arcivescovo di Port-au-Prince. Sarebbe morto anche il capo della missione di pace delle Nazioni Unite, il tunisino Hedi Hannabi. Tra le vittime anche 12 caschi blu dell’Onu. Sono stati seriamente danneggiati il Parlamento, il Palazzo presidenziale e la cattedrale. Caritas, team di soccorso in partenza Una squadra di soccorso con una decina di esperti di Caritas internationalis è in partenza verso Haiti per sostenere gli operatori di Caritas Haiti (con i quali non è stato ancora possibile nessun contatto) e alcuni operatori di Caritas europee e statunitensi già presenti in loco. Il team di esperti è guidato dal direttore umanitario di Caritas Internationalis, Alistair Dutton: «Il personale di Caritas Haiti – spiega Dutton – è in grado di fornire un sostegno ai sopravvissuti del terremoto, come cibo, alloggio e assistenza attraverso la rete delle chiese e delle parrocchie». «Tra le nostre priorità – aggiunge – ci sarà la stima dei danni e delle nostre capacità in loco per fornire aiuti ai sopravvissuti. La Caritas gestisce oltre 200 ospedali e centri medici ad Haiti. Sa come rispondere alle catastrofi umanitarie a causa dei frequenti uragani». Nonostante le difficoltà nelle comunicazioni Dutton conferma «un quadro di disperate necessità. I conflitti, le recenti calamità naturali e la povertà hanno lasciato gli haitiani con infrastrutture deboli. Lavorare in questa situazione sarà difficile». «Un’enorme catastrofe» Così Caritas Italiana descrive il violentissimo sisma che ha colpito Haiti, lanciando un appello alla solidarietà e mettendo a disposizione 100 mila euro per i bisogni immediati. Alcuni centri Caritas, tra cui la sede del Catholic relief services e un centro per ragazzi di strada, risultano lesionati. «Temiamo che le conseguenze del terremoto siano impressionanti, con grandi difficoltà per organizzare i soccorsi. Potrebbero essere state colpite anche realtà che normalmente portano aiuti», racconta Paolo Beccegato, responsabile dell’area internazionale di Caritas Italiana, che è stato ad Haiti un anno fa. «Potrebbero esserci vittime anche tra i cattolici – dice -. Se ben ricordo, le abitazioni non erano costruite con accorgimenti antisismici, perché la zona dei Caraibi non era mai stata colpita da terremoti così forti. Haiti è un Paese di una povertà impressionante: i telefoni funzionavano già male, le strade erano già impraticabili. Sarà molto difficile organizzare gli aiuti». Il Paese è diviso in due arcidiocesi, Cap-Haitien e Port-au-Prince, e otto diocesi. Sembra che le diocesi a nord e a sud del Paese non siano state colpite in modo grave e possono accogliere gli sfollati, oltre che fare da base per lo stoccaggio degli aiuti. Anche le strutture Caritas nella confinante Repubblica Dominicana possono essere messe a disposizione. La Caritas di Haiti, nata nel 1975, è impegnata nei settori di base come l’alimentazione, la salute, l’educazione e l’abitazione, lo sviluppo integrale e si è sempre attivata in ogni emergenza. La Caritas italiana da anni sostiene la Chiesa locale. Le offerte possono essere inviate con c/c postale n. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Haiti” o tramite altri canali (info: www.caritasitaliana.it). Ospedali distrutti «Abbiamo urgente bisogno di aiuto. I nostri due ospedali sono stati distrutti dal terremoto»: è l’appello da Port-au-Prince di padre Rick Frechette, missionario americano passionista, molto conosciuto negli Stati Uniti per il suo impegno umanitario a fianco dei minori poveri e abbandonati di Haiti. Padre Frechette ha costruito gli ospedali grazie al coinvolgimento della Fondazione “Francesca Rava”, un’organizzazione non governativa italiana. Padre Rick è conosciuto come il “missionario maratoneta” per la sua passione per la maratona. Lavora come chirurgo in un ospedale pediatrico di Port-au-Prince. Nella capitale anche le équipes di Medici senza frontiere hanno constatato danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti. Altri operatori umanitari sono già in viaggio per rafforzare lo staff presente sul posto. Dal mondo ecumenico Cordoglio e solidarietà alla popolazione di Haiti sono stati espressi anche dal Consiglio mondiale delle Chiese. Il segretario generale Olav Fykse Tveit si è appellato alle 349 Chiese affinché si mobilitino in tutti il mondo per dare «un sostegno immediato alle iniziative di aiuto». Attivata immediatamente l’Act (Action by Churches together), organismo internazionale che opera a sostegno delle popolazioni colpite da emergenze, che da Ginevra sta coordinando gli aiuti.